mercoledì 1 gennaio 2025

Rimini, egiziano accoltella 4 persone e aggredisce i carabinieri: militare spara e lo uccide

@ - Lo straniero, dopo aver ferito i passanti, si è scaraventato contro i carabinieri e ha provato ad accoltellarne uno: il militare ha lasciato partire un colpo e lo ha ucciso.

Articolo in aggiornamento
Ha impugnato il coltello, ha ferito 4 persone in strada e si è scagliato contro un carabiniere di una pattuglia che era intervenuta per fermarlo. La situazione stava sfuggendo mano: così un militare ha estratto la pistola, ha sparato e ha ucciso l'egiziano. I fatti sono avvenuti nella serata di ieri, verso le 22:30, a Villa Verucchio (nel Riminese). Lo straniero, senza un apparente motivo, ha aggredito un giovane di 18 anni che stava acquistando delle sigarette a un distributore automatico e lo ha colpito con l'arma da taglio; poi si è scaraventato contro altre tre persone (nello specifico si tratterebbe di una coppia anziana e di una ragazza).

Sul posto sono prontamente intervenuti i carabinieri della stazione di Villa Verucchio: uno dei militari avrebbe esploso un colpo di avvertimento in aria, ma l'egiziano ha perso la testa e si è avventato nei suoi confronti. Poi avrebbe continuato ad avvicinarsi in maniera minacciosa e brandendo il coltello; a quel punto il carabiniere avrebbe lasciato partire il colpo fatale per difendersi e per evitare i fendenti.

4 persone ferite, soccorse dai sanitari del 118 intervenuti sul posto, risultano in pericolo di vita: 3 sono state portate all'ospedale Bufalini di Cesena, mentre l'altra è stata trasportata all'ospedale Infermi di Rimini.

sabato 21 dicembre 2024

Notizie dai Giovani: Sigarette elettroniche, i ricoveri in ospedale

Notizie dai Giovani: Sigarette elettroniche, i ricoveri in ospedale: @  -  Sigarette elettroniche, allarme tra i giovanissimi: « Più di 30 ragazzi ricoverati in ospedale a causa dello svapo ». I sintomi da non...

Ucraina, ultimatum "alla cowboy" di Trump: a Putin e Zelensky conviene davvero far finire la guerra

@ - Provare a mettere di fronte a un tavolo, per una vera trattativa di pace, Russia e Ucraina ci hanno provato in molti. L'istituzione più importante per un negoziato dovrebbe essere l'ONU, ma anche in questo caso ci si ferma solo a proclami e poi, diciamocelo chiaramente, ormai non ha più un peso “politico” importante dato che la Carta e le varie raccomandazioni sono prontamente glissate in favore degli interessi di ciascun membro coinvolto.

Se Trump riuscirà in questo intento avremo la possibilità di riportare nell'alveo della “normalità” le economie

Ucraina, ultimatum "alla cowboy" di Trump: a Putin e Zelensky conviene davvero
 far finire la guerra

Quindi alla fine ci dovrebbe essere qualcuno che con una prova “muscolare” si permetta di fare da pacere con i due contendenti affinché si giunga a un accordo. A chi mi riferisco? A Donald Trump che fra un mese sarà il 47° Presidente degli Stati Uniti, e fin da ora ha messo le carte in tavola per arrivare almeno ad un dialogo fra le parti.

Naturalmente non l'ha detto con l'aplomb degli inglesi, ma in modo diretto, alla cowboy, con questa modalità, però ci tengo a precisare che l'ho letta da qualche parte: “Se Zelen'skyj non si siede al tavolo delle trattative verranno immediatamente tagliati finanziamenti e armamenti, se Putin non presenzierà alla trattativa gli USA raddoppieranno finanziamenti e armamenti in favore dell'Ucraina”.

Se così è stato detto direi che è una bella prova muscolare! Ci sono commenti? L'unica cosa che mi viene in mente è che ci sia questa possibilità di dialogo poi i dettagli verranno da soli. Domanda, si può essere in conflitto per sempre?

Se Trump riuscirà in questo intento avremo la possibilità di riportare nell'alveo della “normalità” le economie mettendo così da parte anche le apprensioni per un eventuale e paventato conflitto nucleare. Attendiamo con grande fiducia la risoluzione di questo conflitto che ha superato i mille giorni e che è costato e costa tutt'ora in termine di perdite umane (civili e militari) troppo. Chiudo con un pensiero del Mahatma Gandhi:Non esiste una via per la pace, esiste solo la pace”.

martedì 10 dicembre 2024

Così la sconfitta di Iran e Russia rischia di diventare crisi globale

 @Il conflitto in Siria è uno dei segmenti della “policrisi” di questi ultimi anni, un intreccio di crisi che si amplificano reciprocamente, con effetti che si estendono ben oltre la regione d’origine. La crisi siriana è un esempio eloquente di come i conflitti regionali possano trasformarsi in crisi globali, colpendo anche attori non direttamente coinvolti.

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Tra di essi, l’Italia non è al riparo dalle conseguenze di questo conflitto, soprattutto se consideriamo le possibili mosse future dei due grandi sconfitti della crisi siriana: Iran e Russia.

Innanzitutto l’Iran. La caduta di Assad è un rovescio catastrofico per Teheran, che perde un alleato strategico, vede frantumarsi l’Asse della Resistenza e interrompersi la Mezzaluna Shiita, zona di influenza e continuità territoriale attraverso Yemen, Iraq, Siria e Libano. La Siria è persa e con essa il corridoio logistico verso Hezbollah in Libano, fulcro e bastione avanzato della strategia iraniana contro Israele e strumento del sogno iraniano di egemonia regionale. Ricostituire questo asse e renderlo nuovamente efficace, non è scontato e comunque richiede tempo.

Il risultato, gravissimo per la Repubblica Islamica, è che Israele ora rafforza la sua posizione di potenza dominante in Medio Oriente. A Teheran cresce dunque la tentazione di accelerare il completamento del programma nucleare iraniano, per poter ripristinare una deterrenza strategica in chiave anti israeliana. Si tratta, evidentemente, di una ipotesi molto preoccupante.

Per Mosca, la caduta di Assad mette a serio rischio la base navale russa a Tartus in territorio siriano, snodo cruciale per la proiezione militare della Russia nel Mediterraneo orientale. Qualora perdesse Tartus, al fine di mantenere una efficace influenza mediterranea, Mosca dovrebbe rafforzare la propria presenza navale in Libia, ove già sostiene il generale Haftar e dispone di forze militari in Cirenaica. Del resto, già durante la guerra civile libica nel 2019-2020, i russi trasferirono, a sostegno di Haftar, mercenari, armi ed equipaggiamenti dalla Siria alla Libia, utilizzando la base aerea siriana di Hmeimim. Un rafforzamento russo in Cirenaica causerebbe tuttavia una reazione della Turchia, che mantiene una presenza pervasiva in Tripolitania e potrebbe decidere di aumentarla, a scapito degli interessi italiani in Libia.

Gli eventi in Siria trasmettono inoltre un messaggio eloquente ai regimi africani alleati della Russia, alimentando dubbi sulla capacità di Mosca di assicurare la sopravvivenza dei suoi partner. Ciò preoccupa le fragili autocrazie del Sahel che hanno finora fatto affidamento sulle milizie russe per consolidare il proprio potere. È plausibile che, per contrastare questa percezione di debolezza, la Russia possa adottare un atteggiamento più aggressivo nel continente africano, cercando di rafforzare la propria influenza in un’area critica per il passaggio dei flussi migratori diretti in Europa e, quindi, in Italia.

Per Mosca e Teheran mostrare i muscoli può essere una scelta necessaria. Le autocrazie non possono permettersi di trasmettere una immagine di debolezza, poiché la loro sopravvivenza si basa sull’immagine di potenza che sono capaci di proiettare, all’esterno come all’interno. Ciò che spesso conta, soprattutto per questi regimi, non è la realtà, ma la percezione della realtà. L’apparenza di forza non è un lusso, ma una questione di sopravvivenza.

Oltre a queste vi sono tuttavia altre possibili conseguenze di portata globale che rischiano di riguardarci da vicino.

Innanzitutto, la situazione in Siria potrebbe scatenare una nuova ondata migratoria verso i Paesi della regione e verso l’Europa e, dunque, anche verso l’Italia.

Inoltre, la presa di potere da parte di un gruppo legato, almeno alla sua origine, ad Al Qaeda, potrebbe destabilizzare ulteriormente il Medio Oriente e sollevare preoccupazioni sulla possibile espansione dell’estremismo e sull’aumento delle minacce terroristiche sia a livello regionale che internazionale.

Il pericolo di un Iran nucleare, una Russia più aggressiva nel Mediterraneo, in Libia e in Africa, la pressione migratoria legata alla crisi siriana o all’azione russa in Africa, una possibili recrudescenza del terrorismo sono questioni che riguardano direttamente il nostro Paese. Per l’Italia, affrontare questi scenari con la consapevolezza dei rischi è una priorità e un interesse cruciale. Il nostro Paese, in quanto attore primario nel Mediterraneo allargato e in Africa deve saper giocare un ruolo di primo piano nei processi internazionali che delineeranno il post-Assad e non deve restare escluso dai formati ristretti che, inevitabilmente, definiranno il futuro della Siria. Ogni soluzione, positiva o negativa, si ripercuoterà, direttamente o indirettamente, anche sull’Italia. Il ruolo della nostra diplomazia sarà fondamentale.

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Video correlato: Cade Assad, quale futuro per la Siria: perde Putin, vince Erdogan. Perché il Medio Oriente è il focolaio delle guerre (Riformista Tv)


mercoledì 4 dicembre 2024

Ucraina, Nato suona l'allarme: "Avanzata Russia accelera"

@ - Il fronte della guerra tra Russia e Ucraina "si muove verso ovest", sia pure "lentamente" e non "verso est". Tradotto, Vladimir Putin avanza nel conflitto in corso da oltre 1000 giorni.

Ucraina, Nato suona l'allarme: "Avanzata Russia accelera"

I messaggi che arrivano dal segretario generale della Nato, Mark Rutte, hanno un tono decisamente diverso, rispetto a quelli che arrivavano dal quartier generale di Evere, alla periferia di Bruxelles, fino a qualche mese fa.

Kiev si prepara ad affrontare "un inverno difficile" e avrà bisogno di tutto l'aiuto possibile da parte dell'Occidente per poter arrivare al "tavolo negoziale in posizione di forza". Pertanto, ha sottolineato Rutte, servono "meno discussioni su come potrebbe configurarsi un accordo di pace e più aiuti militari", che è quello di cui a Kiev hanno veramente bisogno.

Ancora più indicativi, se possibile, sono i messaggi che arrivano off the record. Le linee del fronte in Ucraina, ha spiegato un alto funzionario Nato, sono sottoposte ad una pressione "crescente" da parte delle forze russe. Il ritmo dell'avanzata delle truppe di Mosca aumenta: se prima "le forze russe avanzavano dieci metri al giorno", oggi ci sono giornate in cui "guadagnano terreno al ritmo di dieci chilometri al giorno". Il cambiamento nel tenore dei messaggi segnala, con ogni probabilità, che a Bruxelles hanno deciso che è opportuno mettere al corrente l'opinione pubblica della serietà della situazione.

Ad oggi in non pochi Paesi europei, specie in quelli più a ovest, che si sentono meno minacciati dalla Russia, l'opposizione all'invio di armi all'Ucraina in lotta contro l'invasore è molto diffusa.

Nella regione russa di Kursk, ha riferito la fonte Nato, le forze ucraine "controllano tuttora circa due terzi degli 8-900 km quadrati di territorio" che avevano conquistato nello scorso agosto, malgrado la "controffensiva russa" in corso da tempo nell'area. La Nato si attende che le forze di Mosca "continueranno a tentare di fiaccare le forze ucraine, usando la massa" per conquistare le "posizioni difensive" dei nemici e conseguire così "guadagni tattici" sul campo.

Le condizioni stagionali, ha osservato la fonte, "non hanno ancora prodotto alcuna riduzione delle operazioni offensive delle forze russe, che mantengono un significativo vantaggio quantitativo" rispetto a quelle ucraine in termini di "munizioni, uomini ed equipaggiamento".

I russi, secondo le stime dell'Alleanza, "reclutano probabilmente 30mila nuovi soldati al mese e, in questo modo, sono in grado di "assorbire perdite massicce", mentre tentano di "affossare" le forze ucraine usando la forza d'urto della massa. I russi hanno anche "intensificato i bombardamenti contro le infrastrutture critiche", in particolare le centrali elettriche.

"Senza dubbio", comunque, si è assistito ad un "aumento del ritmo dell'avanzata russa e gli attacchi che si sono visti contro le infrastrutture ucraine fanno chiaramente parte di una campagna orchestrata per aumentare la pressione" che il popolo ucraino avverte nella "vita di tutti i giorni", mentre "l'inverno avanza".

Per Rutte, dunque, il presidente ucraino Zelensky "ha ragione a chiedere aiuti militari non solo offensivi, ma anche difensivi", per proteggere le infrastrutture energetiche, che i russi prendono di mira per fiaccare la popolazione civile.

"Concordiamo sul fatto - ha proseguito Rutte - che dobbiamo rafforzare l'Ucraina perché oggi, mentre parliamo, il fronte non si sta muovendo da ovest verso est, ma da est verso ovest. Lentamente, con molte perdite sul lato russo". Per la Nato, oggi sono "700mila" le vittime russe, tra "morti e feriti gravi".

Mosca "sta pagando un prezzo molto elevato, ma è un fatto che il fronte non si muove verso est", bensì "verso ovest". Il segretario generale ha tenuto a concentrare l'attenzione sulle necessità immediate: gli alleati, ha detto, "concordano sul fatto che il futuro dell'Ucraina è nella Nato. Al summit di Washington abbiamo parlato di 'percorso irreversibile' verso l'Alleanza".

Ma, ha aggiunto Rutte, "penso che dobbiamo concentrarci molto su quello che è necessario ora. E quello che serve ora è che gli aiuti militari arrivino all'Ucraina, perché per loro sono cruciali: se decideranno di parlare con i russi, lo faranno da una posizione di forza".

La Nato, ha aggiunto, accoglie "con favore gli ulteriori aiuti militari" all'Ucraina "annunciati da parte di Usa, Germania, Svezia, Estonia, Lituania e Norvegia", ma "tutti dobbiamo fare di più: più forte sarà il nostro supporto in questo momento, prima potremo porre fine all'aggressione russa una volta per tutte in Ucraina". Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto che il decimo pacchetto di aiuti militari dell'Italia è "pronto" e che verrà inviato "entro fine anno".

Per Rutte, inoltre, "il coinvolgimento della Corea del Nord in questa guerra, in aiuto alla Russia, è una enorme escalation, che minaccia non solo l'Ucraina, ma anche Corea del Sud, il Giappone e gli Usa". Perché "la Corea del Nord non dispiega truppe senza ottenere soldi, su questo non c'è dubbio, ma anche tecnologia missilistica. Questo avvicina il teatro atlantico e quello dell'Indopacifico".

Secondo fonti Nato, i soldati nordcoreani presenti nella regione russa di Kursk sono "oltre dodicimila", anche se "non possiamo confermare" che siano stati già impegnati in battaglia. Zelensky ha dichiarato all'agenzia giapponese Kyodo News che alcuni soldati di Pyongyang sono già caduti in battaglia, senza dare ulteriori dettagli.

La grande incognita sono le intenzioni sulla guerra in Ucraina del neo presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump, ma il segretario generale ha riferito di aver concentrato il suo colloquio con il tycoon, a Mar-a-Lago in Florida il mese scorso, su pochi punti, tra cui le spese militari degli Alleati europei (il 2% del Pil "non basta", ha insistito Rutte) e sulla necessità che l'Ucraina concluda un "buon accordo" con la Russia, perché la conclusione del conflitto in corso verrà guardata con attenzione anche in altre parti del mondo.

domenica 17 novembre 2024

Piano Mattei, oltre 600 milioni per i primi progetti

@ - Ammonta a oltre 600 milioni di euro lo sforzo finanziario dell'Italia per i primi progetti del Piano Mattei per l'Africa.


Piano Mattei, oltre 600 milioni per i primi progetti© Provided by ANSA

Si evince dalla relazione sullo stato di attuazione del Piano - di cui l'ANSA ha potuto prendere visione - inviata alle Camere dopo i primi 6 mesi di attività della Struttura di missione.

Può arrivare fino a 320 milioni di dollari, poco più di 300 milioni di euro, il contributo italiano alla fase 2 di sviluppo del "Corridoio di Lobito", la nuova connessione ferroviaria tra l'Angola e la regione mineraria del rame in Zambia. Tra le 22 schede di progetti, anche quello in Kenya per l'ampliamento della produzione di olio vegetale per biocarburanti avanzati, il cui esecutore è Eni Kenya in partenariato con il Ministero dell'Agricoltura locale: è finanziato con 71 milioni dal Fondo italiano per il clima, amplificando un finanziamento di 128 milioni dell'International Finance Corporation (Banca Mondiale), per un pacchetto complessivo di circa 200 milioni. (ANSA).

La Polonia risponde ai raid russi in Ucraina: punto di non ritorno

@ - La Polonia schiera i suoi jet da combattimento in risposta a massicci attacchi russi sull’Ucraina, ecco cosa succede.

jet volano nel cielo al tramonto© Fornito da News Mondo

Domenica scorsa, la Polonia ha dichiarato di aver fatto decollare i propri jet da combattimento e di aver mobilitato tutte le risorse disponibili a causa di un massiccio attacco russo. La Federazione Russa ha lanciato missili balistici e droni contro diverse infrastrutture strategiche in Ucraina, con particolare concentrazione nell’ovest del Paese.

Secondo il Comando operativo polacco, il dispiegamento dei jet polacchi e alleati ha l’obiettivo di garantire la sicurezza dello spazio aereo e monitorare eventuali escalation.

La situazione in Ucraina, già drammatica, è stata ulteriormente complicata da una serie di attacchi che hanno colpito il sistema elettrico nazionale. German Galushchenko, ministro dell’Energia ucraino, ha comunicato che le forze russe stanno concentrando i loro attacchi su impianti di produzione e trasmissione dell’energia. Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha segnalato il ferimento di un civile causato da un frammento di drone precipitato su un edificio residenziale.

L’impatto dei blackout sulle regioni dell’Ucraina
Dopo gli attacchi, Kiev e tre regioni ucraine hanno affrontato blackout massicci. In un contesto di emergenza energetica, il capo dell’amministrazione regionale di Kiev, Serhii Popko, ha confermato che si tratta di una misura preventiva volta a mitigare eventuali rischi di ulteriori danni alle infrastrutture.

La capitale, insieme alle regioni di Donetsk e Dnipropetrovsk, è stata colpita da interruzioni di corrente mirate a proteggere la stabilità del sistema elettrico.

Anche altre aree del Paese hanno registrato esplosioni, come riportato da media locali. Particolarmente colpite sono state le città di Zaporizhzhia, Odessa e Mykolaiv, dove l’infrastruttura energetica è un obiettivo strategico delle forze russe. La situazione, già precaria, è resa ancora più critica dalle basse temperature e dalla necessità di garantire approvvigionamenti minimi alla popolazione civile.

La risposta della Polonia e la sicurezza dell’Europa
La Polonia, confinante con l’Ucraina, ha assunto una posizione di particolare attenzione, schierando le proprie forze aeree per reagire e monitorare l’attività bellica nel proprio spazio aereo.

Il coinvolgimento polacco sottolinea l’importanza della solidarietà internazionale e la necessità di proteggere la stabilità regionale. La reazione decisa della Polonia testimonia l’impatto che l’escalation russa sta avendo sulla sicurezza dell’intera Europa orientale.

giovedì 14 novembre 2024

Iran, le donne contro il velo chiuse in una clinica: il silenzio delle femministe

@ - Sono delle pazze. Questo è il giudizio di chi regna in Iran nei confronti delle donne che si oppongo all’uso del velo. E per questo motivo riceveranno delle cure presso una clinica specialistica di salute mentale a Teheran.

Iran, le donne contro il velo chiuse in una clinica: il silenzio delle femministe

Il centro, chiamato Clinic for Quitting Hijab Removal, è l'ultimo tentativo della Repubblica islamica di reprimere il dissenso femminile che ha travolto il paese dalla rivolta “Woman, Life, Freedom” scoppiata in seguito alla morte di Mahsa Amini. Anche in questo caso le nostre femministe non hanno proferito parola.

Come riportato dal Telegraph, chi gestirà il centro ha affermato che “sarà per il trattamento scientifico e psicologico della rimozione del velo, in particolare per la generazione di adolescenti, giovani adulti e donne in cerca di un'identità sociale e islamica". Mehri Talebi Darestani ha aggiunto che il progetto – se così può essere definito – è incentrato sulla promozione di "dignità, modestia, castità e hijab" e ha affermato che la partecipazione sarebbe facoltativa, anche se di facoltativo in Iran c’è poco.

La clinica sarà supervisionata dall’organismo responsabile dell'applicazione di rigidi standard religiosi nella società, dipartimento guidato da Mohammed Saleh Hashemi Golpayegani - nominato direttamente dal leader supremo Ayatollah Ali Khamenei – già soggetto a sanzioni da parte del Regno Unito e di altri paesi per violazioni dei diritti umani e per le sue brutali sanzioni alle donne che non aderiscono ai codici di abbigliamento islamici.

Non è una novità purtroppo. Anche la studentessa universitaria che si è spogliata per protestare contro l’obbligo di indossare il velo è stata bollata come malata di mente e portata in una struttura psichiatrica. Di lei non si hanno più notizie da giorni. Una tragica vicenda che certifica l’azione di Teheran nella repressione nei confronti delle donne, ciò che l’Onu ha etichettato come “apartheid di genere”.

Place of Ancient Roman Countryside for European Life - Esarcato Area PARCEL: Il cervello della donna è uguale a quello dell’uom...

Place of Ancient Roman Countryside for European Life - Esarcato Area PARCEL: Il cervello della donna è uguale a quello dell’uom...: @ - Ora è ufficiale: il cervello della donna è diverso da quello dell’uomo. La questione è piuttosto controversa e spesso divide la comuni...

domenica 10 novembre 2024

Il cervello della donna è uguale a quello dell’uomo? Ora risponde la scienza

@ - Ora è ufficiale: il cervello della donna è diverso da quello dell’uomo. La questione è piuttosto controversa e spesso divide la comunità scientifica. Alcuni accademici sostengono, infatti, che sia la società (piuttosto che la biologia) a plasmare la divergenza.

Il cervello della donna è uguale a quello dell’uomo? 
Ora risponde la scienza© Fornito da UnaDonna.it
Ma ora gli scienziati hanno dimostrato per la prima volta che è il sesso a determinare il modo in cui le persone pensano e si comportano.

La ricerca dell’Università di Stanford
La rivoluzionaria ricerca arriva dall’Università di Stanford, in California, dove gli scienziati hanno dimostrato che è possibile distinguere i sessi in base all’attività nelle aree “calde”. Includono la “rete della modalità predefinita“, un’area del cervello che si pensa sia il centro neurologico del “”, ed è importante nell’introspezione e nel recupero dei ricordi personali. È coinvolto anche il sistema limbico, che aiuta a regolare le emozioni, la memoria e si occupa della stimolazione sessuale, e lo striato, che è importante nella formazione dell’abitudine e nelle ricompense.

Maschi e femmine, cervelli diversi
Gli esperti hanno spiegato che le differenze cerebrali potrebbero influenzare il modo in cui maschi e femmine vedono se stessi, il modo in cui interagiscono con le altre persone e il modo in cui ricordano le esperienze passate. Il dottor Vinod Menon, professore di psichiatria e scienze comportamentali a Stanford, ha dichiarato: “Questa è una prova molto forte che il sesso è un robusto determinante dell’organizzazione del cervello umano. I nostri risultati suggeriscono che le differenze nei modelli di attività cerebrale in queste regioni chiave del cervello contribuiscono a variazioni specifiche del sesso nel funzionamento cognitivo”. Tuttavia, ha aggiunto che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno le implicazioni dei risultati.

Le differenze nel comportamento
Ci sono anche marcate differenze nel modo in cui le donne e gli uomini si comportano nel mondo reale. Le donne tendono a essere mediamente più brave nella comprensione della lettura e nella capacità di scrittura e hanno una buona memoria a lungo termine. Al contrario, gli uomini sembrano avere una maggiore consapevolezza visiva e spaziale e una migliore memoria di lavoro. Eppure gli scienziati hanno faticato a individuare queste differenze nell’attività neurale, con le strutture cerebrali che sembrano uguali negli uomini e nelle donne.

Intelligenza artificiale nella ricerca
Per la ricerca, il team ha utilizzato “l’intelligenza artificiale spiegabile, un tipo di apprendimento informatico in grado di setacciare grandi quantità di dati per spiegare perché si sta verificando un effetto. Al modello sono state mostrate scansioni MRI di cervelli funzionanti e gli è stato detto se stava guardando una donna o un uomo. Nel corso del tempo, la rete neurale ha iniziato a individuare sottili differenze tra i due sessi che erano sfuggite agli esseri umani. Quando i ricercatori hanno testato il modello su circa 1.500 scansioni cerebrali, il modello è stato in grado di dire se la scansione proveniva da una donna o da un uomo più del 90% delle volte.

L’influenza della società
La dottoressa Gina Rippon, professoressa emerita di neuroimaging cognitivo presso l’Aston Brain Centre e autrice di The Gendered Brain, ha sostenuto che l’influenza della società è molto importante per capire la differenza tra il cervello maschile e quello femminile. Commentando lo studio, ha detto:La questione davvero intrigante è che quelle aree del cervello che distinguono in modo più affidabile i sessi sono parti chiave del cervello sociale. La questione chiave è se queste differenze sono il prodotto di influenze biologiche specifiche per il sesso o di esperienze di genere che cambiano il cervello".

A cosa serve lo studio?
E’ importante capire la differenza tra il cervello dell’uomo e quello della donna per poter affrontare meglio le condizioni neurologiche o psichiatriche che colpiscono i due sessi in modo diverso. Ad esempio, le donne hanno il doppio delle probabilità rispetto agli uomini di soffrire di depressione clinica, mentre gli uomini sono più a rischio di dipendenza da droghe e alcol e dislessia. Le aree cerebrali scoperte nello studio sono spesso associate a malattie neurologiche. Il dottor Menon ha sottolineato: “Una motivazione chiave per questo studio è che il sesso svolge un ruolo cruciale nello sviluppo del cervello umano, nell’invecchiamento e nella manifestazione di disturbi psichiatrici e neurologici. Identificare differenze sessuali coerenti e replicabili nel cervello adulto sano è un passo fondamentale verso una comprensione più profonda delle vulnerabilità sesso-specifiche nei disturbi psichiatrici e neurologici”.