Pallium(pallio)
In età romana il pallium era un mantello che si portava sopra la tunica: preferibilmente in lana bianca, era simile alla toga, pur non essendo doppio come questa ed essendo più corto.Intorno al II secolo d.C. tende a sostituire la toga per la sua maggiore facilità nell’indossarlo, ma era in uso sin dall’età repubblicana, come testimoniano alcuni passi nelle commedie di Plauto.
Completamente diverso il pallium usato dai Papi: in comune con il
pallium romano avevano solo il fatto
di essere in lana bianca;il pallium
nell’abbigliamento canonico rappresenta l’agnello, con chiaro riferimento alla
complessa simbologia cristiana:oltre ad essere il simbolo di Cristo e del suo
sacrificio, l’agnello spesso richiama l’animale salvato dal “Buon Pastore”; in
questo senso è un paramento liturgico particolarmente adatto al papa.
In origine, i papi usavano portare sulla
spalla una vera e propria pelle di agnello, che però fu presto sostituita da un
grande nastro bianco di lana purissima, derivata da agnelli appositamente
allevati allo scopo e ornata di croci in seta rossa o nera.
Già nel IV secolo il pallium era diventato un paramento liturgico tipico del pontefice,
in quanto vescovo di Roma, e proprio in quel periodo s. Marco I papa,
riorganizzando le procedure interne della Chiesa nel corso del suo breve pontificato
(dal 18 gennaio al 7 ottobre del 336, anche se ilLiber Pontificalis gli attribuisce un pontificato più lungo),
stabilì che al vescovo di Ostiaera riservato il diritto di consacrare il
vescovo di Roma. Di conseguenza papa Marco I conferì al vescovo di Ostia il pallium.
A partire dal VI secolo il pallium fu concesso anche ad altri
vescovi e arcivescovi, a partire da S. Cesario di Arles, al quale fu conferito
da papa Simmaco a sostegno della sua opera in difesa di tutti i deboliin una
terra devastata da scorrerie di barbari ariani, per la sua dedizione alle
popolazioni che nessun altro aiuta, e per la sua capacità di affrontare
problemi di dottrina, di organizzazione e disciplina ecclesiastica.
Nel tempo i papi conferirono sempre più
frequentemente il palliuma vescovi e
arcivescovi sia in Italia sia all’estero: all’inizio veniva inviato dal papa
attraverso messaggeri di sua fiducia, più tardi invece fu necessario che
ivescovi investiti con il pallium
venissero a Roma per riceverlo.
Per questa ragione, ai tempi di Sigerico (X
secolo) i vescovi investiti della nuova autorità si recavano personalmente a
Roma per ricevere il pallium, che dal
IX secolo era prerogativa di arcivescovi che avevano sotto la loro
responsabilità più diocesi (arcivescovi metropoliti).
Il pallium
è in uso anche attualmente e a tutt’oggi è un segno distintivo del pontefice e
degli arcivescovi metropoliti.
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Sigerico:
Alla fine del X secolo, in vista dell’anno
1000, l’Inghilterra era formalmente unificata, anche se alcune aree erano
debolmente controllate dalla corona; in quel periodo stavano cominciando
significativi attacchi dei danesi e dei vichinghi, edera re il giovane Etelredo
II ‘lo Sconsigliato’ (968-1016, re dal 978 al 1016), che si avvaleva fra i suoi
consiglieri di alcuni nobili e dell’arcivescovo di Canterbury Sigeri o
Sigerico.
Prima di diventare vescovo di Canterbury,
Sigerico (950-994) era stato monaco a Glastonbury; poi era stato consacrato
vescovo di Ramsbury nel 985, forse dal suo maestro il vescovo Dunstano, il cui
prestigio era grandissimo in tutta l’Inghilterra. Soprannominato ‘il Serio’
divenne consigliere del re. Verso la fine del 989 o l'inizio del 990 succedette
all’arcivescovo Aethelgar come vescovo di Canterbury.
Caratteristico segno di questa investitura
era il pallium, che in origine
veniva inviato dal papa attraverso messaggeri di sua fiducia. Invece, ai tempi
di Sigerico i vescovi investiti della nuova autorità si recavano personalmente
a Roma per riceverlo. A dire il vero, nonostante la pericolosità del viaggio,
erano molte le persone che dall’Inghilterra si recavano a Roma: era un’usanza che
prendeva le mosse dal viaggio svolto nel VI secolo da Agostino di Canterbury e
proseguita nel tempo, tanto che in Borgo era stata costruita una sede per
accogliere i pellegrini dall’Inghilterra: la Schola Saxonum (da cui deriva l’indicazione topografica in Sassia). Questo complesso comprendeva
un ospizio, un ospedale e due chiese, dedicate rispettivamente a s. Maria e a
s. Michele. Sopra i resti di questo ospizio medioevale fu poi costruito il
primo ospedale di S. Spirito in Sassia.
Anche se Sigerico non fu l’unico a
compiere il lungo viaggio (circa 1600 chilometri) dall’Inghilterra a Roma e
ritorno, ebbe il merito di comporre, o di far comporre da un chierico del suo
seguito, un diario in cui vennero registrati i passi salienti del percorso, a
cominciare dalle tappe del viaggio stesso. Questo testo, noto come l’“Itinerario
di Sigerico”, è conservato
nella British Library di Londra, ed è costituito da due sezioni ben precise: 1)
la lista delle chiese visitate da Sigerico nei tre giorni nei quali si
trattenne a Romaper ricevere direttamente dal papa Giovanni XV il pallium che sanciva la sua nomina a Arcivescovo di Canterbury
e per pranzare con lui nel secondo giorno del suo soggiorno; 2) l’elenco delle
80 tappe, o mansiones o submansiones,
del viaggio compiuto da Roma alla costa atlantica (de Roma usque ad mare).
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