domenica 13 giugno 2021

G7: Draghi, ora accordo ambizioso e duraturo sul clima

@ - Cina, un 'piccolo gruppo' non può decidere le sorti del mondo. Merkel, con Biden un nuovo slancio.

Ora serve "un accordo ambizioso e duraturo" sulla transizione ecologica, ambiente e il clima. Lo ha detto il premier Mario Draghi, a quanto si apprende da fonti italiane, intervenendo alla sessione di questa mattina del G7.

Al tavolo del G7 emerge "la necessità di destinare una quota importante di investimenti per la ricostruzione" dopo il Covid "alla Green Recovery".

E' quanto riferiscono fonti italiane, sottolineando che l'Italia è pienamente in linea, dal momento che il 30% delle risorse messe a disposizione per la ricostruzione è dedicato alla transizione ecologica.

Commentando il vertice del G7 in corso in Cornovaglia, la Cina ha affermato oggi che sono finiti i tempi quando "un piccolo gruppo di Paesi" poteva decidere i destini del mondo. "I giorni quando le decisioni globali erano dettate da un piccolo gruppo di Paesi sono finiti da molto", ha affermato un portavoce dell'ambasciata cinese a Londra, citato sul sito della Reuters.

"Noi crediamo che i Paesi, grandi o piccoli, forti o deboli, poveri o ricchi, siano tutti uguali, e che gli affari del mondo devono essere gestiti attraverso la consultazione tra Paesi", ha aggiunto il portavoce.


Focus sull'ambiente e sulla battaglia contro i cambiamenti climatici nella terza e ultima giornata del vertice G7 a presidenza britannica di Carbis Bay, il primo post pandemia, allargato da ieri in Cornovaglia ai leader ospiti di Australia, Corea del Sud, India, Sudafrica e di Onu e Oms. Dopo le annunciate dichiarazioni su piano pandemico globale e vaccini anti-Covid e sul contenimento della Cina, è il turno di quella sul clima: con impegni più rigorosi contro le emissioni, giura il padrone di casa Boris Johnson e la promessa anticipata da fonti Usa di frenare il riscaldamento delle temperature globali future non oltre 1,5 gradi. La mattinata, articolata in due sessioni di lavoro prima delle conferenze stampa conclusive d'inizio pomeriggio, è stata introdotta da un messaggio del 95enne sir David Attenborough, naturalista, divulgatore e celeberrimo autore di documentari targati Bbc, scelto dal governo Johnson come ambasciatore speciale sul dossier climatico, il quale ha avvertito i Grandi che non c'è tempo da perdere. E che gli esseri umani sono già sull'orlo dell'abisso, sul punto "di destabilizzare l'intero pianeta" e la natura in modo irrimediabile. Per tutta risposta, nella bozza di dichiarazione diffusa dalla presidenza britannica, il vertice di Carbis Bay mette fra l'altro sul tavolo un piano finanziario per la realizzazione d'infrastrutture ecologicamente sostenibili nei Paesi in via di sviluppo nell'ambito di una strategia da condividere poi nella conferenza internazionale sul clima CoP26 in programma a Glasgow a novembre (che sarà presieduta sempre dal Regno Unito in partnership con l'Italia). Nonché il sostegno a un piano per fermare l'impoverimento delle biodiversità nel mondo entro il 2030. Boris Johnson lancia inoltre la proposta di un contributo da mezzo miliardo di sterline da destinare attraverso lo UK Blue Planet Fund a Paesi come Ghana, Indonesia e isole del Pacifico contro la pesca sregolata e l'inquinamento dei mari, in difesa dell'ecosistema costiero e a tutela delle barriere coralline. "Proteggere il nostro pianeta - ha dichiarato il premier britannico a margine dell'apertura stamattina della giornata finale del summit - è la cosa più importante che i leader possano fare per la gente. Vi è una relazione diretta fra la riduzione delle emissioni nocive, la salvaguardia della natura, la creazione di posti di lavoro e la garanzia d'una crescita economica a lungo termine. Come nazioni democratiche, abbiamo la responsabilità anche di aiutare i Paesi in via di sviluppo" sulla strada di una crescita pulita, e questo G7 rappresenta un'opportunità senza precedenti per guidare il mondo verso una Rivoluzione Industriale Green che abbia il potenziale di trasformare il nostro modo di vivere".

Il Regno Unito continua a ritenere verosimile l'origine animale del Covid e "non crede" all'ipotesi di una fuga del virus dal laboratorio cinese di Wuhan sulla base dei rapporti a sua disposizione; ma invoca comunque un'indagine internazionale e chiede che la Cina condivida in modo trasparente le informazioni richieste. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab, in un'intervista concessa nelle ore in cui a Carbis Bay si svolge la giornata finale del primo vertice G7 post pandemia. I leader dei Sette, ha rivelato Raab, hanno "confrontato le rispettive note" su questo dossier.

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