venerdì 30 novembre 2018

L’Europa dice sì, anche in Vaticano si userà l’Iban

La decisione porterà le istituzioni finanziarie della Santa Sede nel circuito bancario SEPA: l’operatività nella Ue sarà più semplice e diretta.

La Santa Sede e lo Stato della Città del Vaticano entrano nel circuito bancario europeo Sepa, con la possibilità di effettuare operazioni bancarie più semplici, dirette e meno farraginose. La decisione, informa un comunicato è stata presa dal consiglio dell’EPC (l'European Payments Council) che nei giorni scorsi ha sancito l'estensione dell'area geografica dell'area unica dei pagamenti in euro (SEPA) comprendendo il Vaticano. 
L’ingresso nel circuito avverrà a partire dal prossimo mese di marzo, nel 2019, e con passaggi successivi aderiranno al SEPA le istituzioni finanziarie dello Stato della Città del Vaticano. L’ingresso dovrebbe interessare quanto prima lo Ior (Istituto per le Opere di religione), e l’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica), che non gestisce soltanto gli immobili vaticani ma controlla anche un consistente portafoglio finanziario. 
Con la decisione della scorsa settimana gli aderenti al circuito SEPA diventeranno 36, compresi Liechtenstein, Svizzera, Monaco, San Marino, Principato di Andorra e Vaticano. In questo modo i pagamenti elettronici in euro saranno uniformati in tutta Europa, con maggiore facilità, permettendo di fare e ricevere bonifici nei Paesi Ue con le stesse regole delle analoghe operazioni nelle rispettive nazioni. 
Verrà dunque usato un codice Iban specifico per la Santa Sede e lo Stato vaticano. Sarà possibile in futuro aderire al circuito anche per altri organismi della Santa Sede. «L’adesione al Sepa è un segnale molto positivo - ha dichiarato René Bruelhart, presidente dell’AIF - e contribuisce ad agevolare i pagamenti e armonizzare tali servizi. Inoltre, dimostra gli sforzi della Santa Sede per migliorare la trasparenza finanziaria. Il passo odierno va situato nel lento e lungo cammino che ha avuto inizio nel 2011 con le decisioni di Benedetto XVI ed è proseguito con il suo successore.

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