giovedì 30 ottobre 2014

MEDIO ORIENTE - ISLAM Solo i cristiani possono mostrare ai musulmani la “folle utopia” dello Stato islamico - Asia News

MEDIO ORIENTE - ISLAM Solo i cristiani possono mostrare ai musulmani la “folle utopia” dello Stato islamico - Asia News: "Solo i cristiani possono mostrare ai musulmani la folle utopia” dello Stato islamico
di Fady Noun 

Superstizioni rituali, deportazioni, violenze, giustizia sommaria e indottrinamento sono i cardini su cui poggia il potere dei terroristi. Essi vogliono creare una “città perfetta” di natura teocratica e regressiva. Ma le utopie generano mostri - comunismo, nazismo - e terrore. Ai cristiani il compito di indicare ai musulmani il “vero volto” della loro religione e gli “elementi di violenza”.


Beirut (AsiaNews) - Qual è la natura del potere che si sviluppa all'interno del territorio controllato dal gruppo "Stato islamico"? Da quanto ne sappiamo: rituali superstizioni (Abu Bakr al-Baghdadi sale sempre con il piede destro tutti gli scalini del minbar, il pulpito di una moschea), deportazione o liquidazione degli apostati e delle minoranze religiose non musulmane, indottrinamento dei bambini, giustizia sommaria (crocifissioni, lapidazioni, decapitazioni), spoliazioni di beni, pulizia etnica e culturale, etc... Siamo in presenza di un potere teocratico in cui il temporale è sottomesso allo spirituale o a chi ne fa le veci. Siamo in presenza di una vera utopia. 

In linea di massima, utopia è aspirazione a una "città perfetta" collocata nel futuro
. Ma nel caso attuale, l'utopia e di natura regressiva. La società ideale alla quale aspira è situata nel passato, che si cerca di ripristinare in tutta la sua presunta purezza. Si tratta di un ritorno a una "età dell'oro", in cui la legge di Dio governa - o almeno così si pensa - tutti gli aspetti della vita personale, sociale e politica. 

Sappiamo, per averlo appreso una volta per tutte da decine di esempi ricavati dalla storia, in particolare da modelli mostruosi apparsi nel XX secolo - comunismo e nazismo -, che l'utopia genera il terrore, e che questo sistema di potere, questo embrione, questa velleità di civilizzazione risiedono su un errore antropologico fatale: la cieca fiducia nella perfettibilità dell'uomo, cittadino di una "città ideale" in cui sarà possibile controllare tutte le pulsioni o, a dirla tutta, l'entropia e la tendenza al disordine. Un qualcosa che non si può ottenere, dal didentro, che con la grazia e, dall'esterno, con il terrore. 

Ed è del tutto evidente che noi ci troviamo, oggi, in un terrificante contesto di utopia politica. Nulla di nuovo. Giovanni Paolo II ha spesso parlato di un messianismo temporale. Ma per incentivare i lettori a esplorare tutti i suoi scritti, questa volta andremo a pescare una perla nel mare magnum dei suoi "Diari" intimi, che il suo segretario non ha avuto il coraggio di distruggere, come il suo autore aveva peraltro chiesto di fare nel testamento. "Il messianismo temporale, il regno di Dio su questa terra, ha rappresentato da sempre un problema", scrive il grande papa. Certo, il Vaticano prende posizioni chiare e nette per quanto concerne le necessità evangeliche nel mondo - ma è un qualcosa di profondamente diverso dal messianismo politico" (pag. 422). 

La Chiesa non rinuncia affatto a fare del mondo un luogo in cui è bello vivere, in ogni caso un posto migliore dello stato brado, ma essa ha archiviato l'utopia di una "città perfetta" e del "regno dei mille anni" in cui si parla nell'Apocalisse, di cui alcuni si sono serviti per giustificare il messianismo temporale.
Un messianismo che, in alcune epoche, ha snaturato il messaggio evangelico. 

"L'uomo non è né angelo né bestia" afferma Pascal, "e disgrazia vuole che chi vuol fare l'angelo fa la bestia". È questo l'errore antropologico per eccellenza, quello in cui sono caduti tanti sistemi politici che hanno voluto "ripartire da zero", quello che è valso nei tempi moderni i campi di concentramento in Europa, i gulag in Unione sovietica i campi della morte in Cambogia. Chi vuole fare l'angelo e dimenticare la parte di bestia che è insita in ogni uomo, cade egli stesso nella bestialità. La legge del più forte, la sete del potere, quello che in termini cristiani chiamiamo "cattedra" - e non "corpo" - in opposizione a ciò che è spirituale e alla grazia, si infiltrano in modo insidioso all'interno dei migliori sistemi al mondo, e persino nei meandri della democrazia stessa. "


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