giovedì 30 ottobre 2014

Papa Francesco benedice le occupazioni

Papa Francesco benedice le occupazioni: " Una fab­brica recu­pe­rata? Dove devo fir­mare? Nel mio paese stiamo varando una legge spe­ci­fica per togliere le fab­bri­che ai padroni che non sanno man­darle avanti». Gigi Mala­barba porge l’appello in favore della Ri-Maflow, una fab­brica recu­pe­rata dai lavo­ra­tori a Milano. E il pre­si­dente boli­viano Evo Mora­les, firma. Intorno, car­di­nali vescovi e suore che discu­tono. Siamo in una sala del Vati­cano, dove si sta svol­gendo l’Incontro mon­diale dei movi­menti popo­lari. Papa Fran­ce­sco ha appena finito di par­lare, accolto da una pla­tea di dele­gati dei cin­que con­ti­nenti: orga­niz­za­zioni sin­da­cali, con­ta­dine, fem­mi­ni­ste, realtà auto­ge­stite, venute a discu­tere di Terra casa e lavoro e a chie­dere «diritti per tutti».

Un con­sesso inu­suale che ha messo insieme espe­rienze lai­che o reli­giose con il forte impe­gno di reti inter­na­zio­nali come la Via Cam­pe­sina e movi­menti come quelli dei Sem Terra bra­si­liani o dei Rici­cla­tori in Ame­rica latina. Vi sono anche dele­gati dei movi­menti ita­liani, come Elena Ian­nuzzi Hileg, dell’Associazione Share­wood, del cen­tro sociale Leoncavallo.

«Siamo stati invi­tati uffi­cial­mente come cen­tro sociale – dice Ian­nuzzi – tutto è nato da un’iniziativa che abbiamo fatto a Milano insieme alla Ri-Maflow durante la quale si è pre­sen­tato il libro di Elvira Corona, Lavo­rare senza padroni. Poi ad ago­sto ci è arri­vato l’invito a nome del Car­di­nale Turk­son e a set­tem­bre ne abbiamo discusso in assem­blea. Vedendo i tavoli di discus­sione e gli invi­tati, ci siamo resi conto che tutto era molto simile a un forum sociale mon­diale delle realtà con­ta­dine e di lotta e che avremmo incon­trato le stesse orga­niz­za­zioni con cui abbiamo discusso a Porto Ale­gre. E poi c’era Evo Mora­les. Abbiamo preso l’invito con serietà: per por­tare all’attenzione la que­stione dell’autorganizzazione sociale che crea reti di soli­da­rietà non rico­no­sciute dalle isti­tu­zioni, quella delle nuove forme del lavoro, dell’altra eco­no­mia. E poi, abbiamo sem­pre cam­mi­nato al fianco di preti di strada come Don Gallo».

E d’altronde, dopo trent’anni di occhiuta chiu­sura, la chiesa di Fran­ce­sco sem­bra tor­nare al lin­guag­gio del Cri­sto delle ori­gini: «Avete i piedi nel fango e le mani nella carne. Odo­rate di quar­tiere, di popolo, di lotta!», ha detto il papa ieri mat­tina. E ancora «Non si può affron­tare lo scan­dalo della povertà pro­muo­vendo stra­te­gie di con­te­ni­mento che uni­ca­mente tran­quil­liz­zano e tra­sfor­mano i poveri in esseri addo­me­sti­cati e inof­fen­sivi. Che tri­ste vedere che, die­tro a pre­sunte opere altrui­sti­che, si riduce l’altro alla pas­si­vità, lo si nega o, peg­gio ancora, si nascon­dono affari e ambi­zioni per­so­nali: Gesù le defi­ni­rebbe ipo­crite. Che bello invece quando vediamo in movi­mento popoli… Allora sì, si sente il vento di pro­messa che rav­viva la spe­ranza di un mondo migliore. Che que­sto vento si tra­sformi in ura­gano di speranza».

Il lin­guag­gio della scelta, che a volta implica anche di sce­gliere per gli altri e di disob­be­dire. Molte delle espe­rienze che si sono con­fron­tate, infatti, ven­gono dal mar­gine. L’Incontro mon­diale dei movi­menti popo­lari ha messo al cen­tro realtà invi­si­bili, ha discusso di demo­cra­zia reale, di par­te­ci­pa­zione ma anche della neces­sità di pren­dersi ciò che spetta a chi lo pro­duce, e di non subire. Al nord o al sud del mondo. Per l’Italia c’era anche Gio­vanni, dele­gato di Genuino clan­de­stino, una fat­to­ria di Firenze che il dema­nio voleva pri­va­tiz­zare e che i lavo­ra­tori hanno occupato."

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