sabato 29 agosto 2020

Lo Stato garantisce 6,3 miliardi, Fca ringrazia e delocalizza in Polonia

@ - Se c’è un modello che, più di tutti, rappresenta la storia recente di Fca, questo è la Punto. Automobile “popolare” per eccellenza, alla portata di tutte le tasche, nacque per sostituire la Fiat Uno e con essa condivide – accanto al design firmato Giugiaro – anche gli impressionanti numeri di vendita: più di 9 milioni di esemplari realizzati dal 1993 ad oggi. Oltre la metà di essi (5 milioni di vetture tra Punto, Grande Punto e Punto 2012) sono usciti dallo stabilimento di Melfi, che venne inaugurato nel 1994 proprio con le linee di assemblaggio dell celebre utilitaria, la cui produzione è cessata nell’agosto 2018. I tempi sono ormai maturi per un nuovo modello di compatta, il quale segna però un altro capitolo della saga che porta i destini di Fca sempre più lontani dall’Italia.

La nuova Punto prodotta in Polonia (e con componenti francesi)?
Stando alle indiscrezioni circolate nella giornata di ieri, infatti, Fca starebbe pensando di localizzare – o meglio: delocalizzare – la “nuova Punto” (di cui ancora non si conosce il nome commerciale) negli stabilimenti polacchi di Tychy. Parliamo del sito produttivo dove già vengono assemblate le 500, che dovrebbero rappresentare la punta di diamante di un “made in Italy” che, stile a parte, dal punto di vista industriale di italiano hanno veramente poco.

Fca punterebbe inoltre ad utilizzare la piattaforma francese Cmp, ricevuta in “dote” dalla sedicente fusione con Psa che, entro i primi mesi dell’anno prossimo, darà vita al gruppo Stellantis. Decisione che, se confermata, darebbe corpo ai timori emersi poche settimane fa quando, con una lettera ai propri fornitori, Fca chiedeva ai propri fornitori di sospendere le attività di ricerca e sviluppo in merito ai suddetti pianali facenti parte del cosiddetto segmento B. Non una comunicazione da poco: in ballo ci sono migliaia di imprese tricolori che danno lavoro a oltre 50mila dipendenti, i quali rischiano di trovarsi da un giorno all’altro esautorati in favore dei loro omologhi transalpini.

Italia beffata. E con 6,3 miliardi da garantire a Fca
La scelta di far produrre la nuova Punto – che nelle prime immagini circolate in merito al progetto appare con un (possiamo dirlo: derisorio) tricolore in bella vista – in Polonia rappresenterebbe l’ennesimo schiaffo all’Italia, tanto più alla luce della garanzia statale all’80% sul maxiprestito da 6,3 miliardi accordato alla società tra maggio e giugno. Se i tempi furono record, altrettanto veloce fu il governo ad apporre il proprio via libera, a patto che Fca si impegnasse a rafforzare il settore automotive in Italia con almeno 5 miliardi di investimenti (peraltro già programmati prima dell’esplodere della pandemia).

Il diavolo, si sa, si nasconde però nei dettagli. Se una delle condizioni è infatti quella di non ricorrere a delocalizzazioni, ciò vale esclusivamente per i modelli attualmente in produzione. Tra i quali non rientra la nuova Punto, che può così candidarsi ad antesignana di quello che probabilmente sarà il futuro prossimo di Fca. E con essa dell’industria dell’auto italiana.

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