@ - Lo afferma l'arcivescovo nella prefazione al libro 'Chiesa e omosessualità' di Luciano Moia.
"Quando nelle nostre comunità cominceremo davvero a guardare le persone come le guarda Dio, allora anche le persone omosessuali, e tutti gli altri, cominceranno a sentirsi, naturalmente, parte della comunità ecclesiale, in cammino". Lo afferma l'arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Zuppi, nella prefazione al libro 'Chiesa e omosessualità' di Luciano Moia (edizioni San Paolo).
"L'orientamento sessuale, che nessuno 'sceglie'" per Zuppi "non è separabile dall'identità della persona; accogliendo la persona non possiamo prescindere dal suo orientamento".
Nel libro si parte dall'appello di Papa Francesco alla Chiesa, contenuto nella sua enciclica 'Amoris laetitia': "Si tratta di assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella propria vita". Con questo obiettivo, il libro dà voce a dieci esperti tra teologi, studiosi di scienze umane e operatori pastorali, con il proposito di definire i confini di questo nuovo approccio pastorale: cos'è l'omosessualità per la Chiesa di oggi, chi sono le persone omosessuali, quale conoscenza dei loro sentimenti e della loro esperienza di vita, quale la valutazione morale delle loro scelte, quali gli atteggiamenti e le iniziative concrete per aprire loro le porte.
"La questione 'fede e omosessualità' si inquadra in fenomeni epocali e si intreccia a questioni tutt'altro che pacificate", sottolinea il direttore di Avvenire Marco Tarquinio nell'introduzione al libro che riprende il lavoro fatto da Moia, giornalista dello stesso quotidiano dei vescovi, nell'inserto 'Noi famiglia & vita' del giornale. "Si tratta di una realtà umana, e dunque di una sfida, con cui anche le comunità cristiane sono chiamate a confrontarsi alla luce di quel discernimento sapiente e illuminato richiamato spesso da Papa Francesco"
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