@ - Nella crisi libica, per ora, l'Europa era rimasta sullo sfondo. La cancelliera tedesca Angela Merkel vuole invertire la rotta con il vertice convocato oggi a Berlino per risolvere lo scontro che vede fronteggiarsi il presidente istituzionale al-Sarraj e il generale ribelle Haftar. L'obiettivo finale è la firma di un accordo per il cessate il fuoco, forse garantito dall'istituzione di una forza di «peace monitoring» (leggi: militari che controllano il rispetto degli accordi) con la regia della Ue.
Le premesse sono incerte nonostante il parterre di figure radunate da Merkel nelle capitale tedesca: oltre ai due diretti interessati, al-Sarraj e il generale Haftar, il summit attende l'arrivo del presidente russo Vladimir Putin, del suo omologo turco Erdogan, del segretario di Stato Usa Mike Pompeo e di diversi leader nazionali, incluso il “nostro” Giuseppe Conte. Peccato che, ad oggi, il rebus nordafricano abbia abituato a più di un colpo di scena e non si possano escludere anomalie nel corso dei negoziati. L'ultimo imprevisto si è consumato ieri pomeriggio, quando Haftar ha deciso di bloccare l’export di metà del petrolio libico. Solo una tattica negoziale in vista del vertice di oggi?
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