mercoledì 26 giugno 2019

Il cardinale Burke sconfessa Steve Bannon e un suo film sull'omosessualità in Vaticano

@ - L'improvvisa uscita di scena del porporato dal Dignitatis Humanae che stava promuovendo nell’abazia di Trisulti una scuola populista per futuri leader politici.


Steve Bannon perde l’appoggio del cardinale Raymond Burke, considerato – anche se lui ha sempre negato – la persona più in vista fra gli oppositori di Papa Francesco.

In un comunicato diffuso ieri Burke è lapidario: si dimette dalla presidenza onoraria dell’Istituto Dignitatis Humanae che con l’appoggio dell’ex stratega di Donald Trump voleva formare nell’abazia di Trisulti una scuola populista per futuri leader politici. Si tratta di una importante presa di distanza da parte del porporato più in vista della galassia tradizionalista dall’uomo che ha pubblicamente dichiarato di voler costruire "un movimento nazionale populista in Europa, in contrasto con l’Unione europea".

Tutto è nato da un articolo, poi rimosso, pubblicato dalla rivista Life Site News, la stessa che divulgò quasi un anno fa il dossier dell’ex nunzio a Washington Carlo Maria Viganò nel quale venivano chieste le dimissioni del Papa. Nell’articolo di Life Site News era affermato che Burke stesse collaborando con Bannon alla scrittura di un film che, ispirato al recente libro di Frédéric Martel “In the Closet of the Vatican”, denuncia l’omosessualità presente in Vaticano e le coperture a essa offerte. Burke afferma di non voler avere più nulla a che fare col Dignitatis Humanae e, insieme, spiega di non essere d’accordo "con un certo numero di dichiarazioni di Mr. Bannon riguardo alla dottrina e alla disciplina della Chiesa Cattolica Romana".

Da tempo gruppi influenti nella Chiesa, fra questi Civiltà Cattolica, denunciano le spinte populiste e sovraniste che cercano di fare proseliti in Europa anche nel nome dei credenti. Finora, tuttavia, nel fronte conservatore nessuno aveva preso le distanze esplicitamente da Bannon. L’ha fatto ieri Burke, con conseguenze ancora tutte da decifrare. Anche se qualche settimana fa era stata revocata la concessione ministeriale dell’abbazia di Trisulti al Dignitatis Humanae, il progetto di impiantare in Italia un'ala sovranista-ecclesiale in opposizione a Francesco sembrava essere ancora in piedi.

Un anno fa, quando il dossier Viganò deflagrò sui media, Burke venne intervistato da Repubblica. In merito al suo essere antagonista di Bergoglio rispose così: "Non ho niente di personale contro il Papa. Antagonista è qualcuno che ha qualcosa di personale contro un'altra persona. Io no. Tento semplicemente di difendere la verità della fede e la chiarezza nella presentazione della fede. È l'unica cosa che ho fatto e per questo mi hanno accusato di essere un nemico del Papa. Durante il Sinodo dei vescovi siccome ho difeso la costante prassi della Chiesa dicendo che è un peccato grave accedere all'eucaristia pur vivendo in una condizione oggettiva di peccato mortale mi hanno dipinto come un nemico".

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