lunedì 19 maggio 2025

Niente svolta in Ucraina, la Ue rilancia il mercato unico, schiaffo della Corte a von der Leyen

@ - Buongiorno e bentornati su Europa24, in una settimana che ha ruotato inevitabilmente attorno all’auspicata ripresa di negoziati diretti tra Russia e Ucraina.


Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan (al centro) parla alle delegazioni ucraina (a sinistra) e russa riunite nel Palazzo presidenziale a Istanbul EPA/TURKISH FOREIGN MINISTER OFFICE

Non si è concretizzato l’incontro ai massimi livelli tra i presidenti Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin, che qualcuno a un certo punto si era spinto a ipotizzare, ma venerdì due delegazioni si sono incontrate a Istanbul, per la prima volta in tre anni. La svolta non c’è stata e le posizioni restano molto distanti, ma il filo del dialogo non è stato completamente interrotto.

Mentre russi e ucraini negoziavano in Turchia, a Tirana, a margine del vertice della Comunità politica europea, il leader della cosiddetta coalizione dei volenterosi hanno incontrato Zelensky e hanno avuto un colloquio telefonico con Donald Trump, lanciando a Mosca un messaggio di unità e ventilando nuove pesanti sanzioni coordinate se la Russia continuerà a prendere tempo e a porre condizioni inaccettabili per la tregua.

Complice la guerra in Ucraina, il tema della difesa rimane al centro del dibattito europeo, con particolare riferimento all’incremento delle spese militari in sede Nato. I ministri degli Esteri dell’Alleanza ne hanno parlato giovedì, in una riunione in Turchia preparatoria al vertice di giugno. L’Amministrazione Trump preme per un incremento al 5%, il segretario della Nato, Mark Rutte, è al lavoro per una sorta di mediazione che possa farvi rientrare non solo le spese militari propriamente dette, ma anche quelle per infrastrutture per la difesa.

Al 5% sembra puntare - anche se sui numeri il neo-cancelliere Friederich Merz invita alla cautela - la Germania, in ogni caso decisa a una svolta in campo militare per dar vita alla «più potente forza armata convenzionale d’Europa», come lo stesso cancelliere ha ribadito nel suo primo intervento al Bundestag.

Sull’altro grande dossier che ha dominato le cronache delle ultime settimane, la guerra dei dazi con gli Stati Uniti, da Bruxelles filtra intanto un cauto ottimismo, con i ministri Ue e il commissario al commercio Sefcovic che hanno evidenziato giovedì segnali di distensione da parte di Washington, seppure in un contesto che rimane ancora incerto.

I dazi non sono l’unico ostacolo per fa ripartire l’economia Ue, che ha bisogno anche di un rilancio del mercato unico, fiore all’occhiello dell’architettura comunitaria che ne riflette però anche contraddizioni e inefficienze. Le prospettive e i piani d’azione allo studio della Commissione in questo approfondimento.

Le cronache brussellesi degli ultimi sette giorni registrano infine un colpo all’immagine della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: la Corte europea di Giustizia ha infatti accolto un ricorso del New York Times, bocciando la mancata pubblicazione degli sms da lei inviati al gruppo farmaceutico Pfizer durante la pandemia.

In chiusura torniamo alla guerra in Ucraina, per raccontarvi, attraverso il reportage del nostro inviato, una forma particolare di resistenza all’invasione russa: quella delle “fate partigiane”.

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