@ - Non capita tutti i giorni leggere uno squarcio di verità improvvisa e dirompente sulla Russia, sul reale stato della sua guerra contro l’Ucraina, e per di più proveniente dal mondo militare. Succede mentre la propaganda elettorale di Putin è impegnata a rivendere come grande vittoria al fronte la conquista di alcune strade di un villaggio distrutto (Avdiivka), con la morte di almeno 15mila russi – e a nascondere che nel frattempo dall’inizio dell’invasione su larga scala almeno 315mila soldati russi sono stati uccisi o feriti, e due terzi del totale dei carri armati russi di prima della guerra sono stati distrutti. Mentre l’economia russa soffre di una iper-inflazione spaventosa sui beni di primissima necessità, e anche le banche cinesi cominciano a non accettare più transazioni (in qualunque valuta) con entità russe. I fatti sono semplici, scritti a chiare lettere nella prefazione alla raccolta di articoli scientifico-militari “Algoritmi di fuoco e acciaio”, che è stata ora recensita e raccontata dalla pubblicazione “Army Standard”, non una rivista indipendente russa, ma una pubblicazione collegata al comparto della Difesa (il fondatore è il canale televisivo del Ministero della Difesa “Zvezda”). In questo scritto, dirompente quanto tecnico, e totalmente pubblico, senza particolari filtri, l’ex capo di stato maggiore russo Yuri Baluevskij riconosce la superiorità dell’artiglieria della Nato. Putin ha poche settimane fa detto il contrario. Nel discorso del 2 febbraio Vladimir Vladimirovich disse testualmente: «Naturalmente, se confrontiamo le moderne armi della Nato con le armi dell’ultimo periodo dell’era sovietica, in qualche modo sono inferiori, tra l’altro, non sempre. Ma se prendiamo le nostre armi più recenti, sono chiaramente superiori a tutti. Questo è un fatto evidente». Baluevskij, al contrario, fa un’analisi spietata e realistica dello stato dei mezzi russi, celebrato dalla propaganda di Mosca come «il più potente esercito al mondo». Secondo l’ex capo di stato maggiore russo (2004-2008) e ex vice segretario del Consiglio di sicurezza (2008-2012), i sistemi di artiglieria della Nato sono qualitativamente superiori a quelli russi. Ma c’è molto di più nella sua analisi: «C’è una superiorità qualitativa dell’artiglieria Nato», che adduce come causa principale il passaggio ai cannoni da 155 mm con canna calibro 52 e lo sviluppo di proiettili a lunghissima gittata. «L’operazione militare speciale – osserva Baluevskij– ha rivelato un ritardo significativo nell’artiglieria nazionale e nei sistemi missilistici e richiede un loro riarmo prioritario e radicale nei prossimi anni». Con questa situazione, molti del bluff di Putin – che però vengono rilanciato acriticamente da tanti utili idioti o collaborazionisti occidentali – vengono di fatto svelati. Baluevskij ridimensiona molto anche la superiorità aerea che i russi hanno grazie al fatto che agli ucraini non sono stati ancora, di fatto, gli F-16 occidentali. Questa superiorità russa è menomata e quasi annullata dalla circostanza che, spiega Baluevskij, la difesa aerea ha inaspettatamente sconfitto l’aviazione militare, che non solo non può operare in massa sul territorio nemico, ma è anche «costretta a volare e fare base con cautela sul proprio territorio. Il compito di sopprimere efficacemente le difese aeree nemiche si è rivelato praticamente impossibile. Ma la sua decisione predetermina l’ulteriore corso e l’esito del combattimento aereo, e non solo». Baluevskij è stato vice comandante di gruppo in Transcaucasia negli anni novanta, poi ha lavorato nello Stato Maggiore a Mosca, e infine ricoperto il ruolo di vice segretario del Consiglio di Sicurezza: sa di cosa parla. Il gap Russia-Nato, ricostruisce, è forte nella qualità dell’artiglieria che, soprattutto quella a lungo raggio e ad alta precisione, «è tornata sul piedistallo del dio della guerra: il numero di proiettili sparati è quasi il fattore determinante nel combattimento e nelle operazioni». Molti problemi, continua, hanno registrato i carri armati, si sono dimostrati «un bersaglio facilmente individuabile e facilmente colpibile», e il compito di sopprimere le difese aeree nemiche «si è rivelato irrisolvibile». Ergo, è inesistente la presunta superiorità che dovrebbe esser data dal disporre di cacciabombardieri. La diagnosi finale è tremenda. Nel complesso, sostiene Baluevskij, le Forze di Difesa Aerea Strategica hanno mostrato il fallimento delle previsioni di sviluppo militare e hanno richiesto una rivalutazione del ruolo e del posto di varie armi. A suo dire, molti libri di testo di tattica utilizzati dai generali russi dovranno essere «cancellati dagli archivi». Baluevskij non si addentra nei mezzi della guerra elettronica, droni a lunga distanza, droni di sorveglianza, droni marini: e appare chiaro che su questo fronte sarà costruita molta della resistenza ucraina nel 2024, e la capacità di Kyiv di colpire dietro le linee nemiche con attacchi profondi, tanto sul mar Nero quanto nei complessi energetici e nelle infrastrutture critiche della regione d San Pietroburgo.
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