@ - DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE BRUXELLES — Da un lato portare avanti la soluzione dei due Stati per la crisi in Medio Oriente nonostante l’opposizione di Netanyahu. Dall’altro fare progressi per il lancio della nuova missione militare dell’Ue, Aspides, che avrà il compito di difendere anche con l’uso della forza, se necessario, le navi mercantili nel Mar Rosso, messe a repentaglio dagli attacchi degli Houthi, con un impatto rilevante sul commercio internazionale. I ministri dei Ventisette ne discuteranno oggi al Consiglio Affari esteri.
La nave della marina francese FS Languedoc (D653) nel porto di Gibuti
© Fornito da Corriere della Sera
La missione militare navale Ue vede Italia, Francia e Germania in prima fila. Due giorni fa Roma, Parigi e Berlino hanno fatto circolare un documento congiunto sulla sicurezza e la libertà di navigazione nel Mar Rosso, visionato dal Corriere, in cui danno il loro sostegno al piano Ue, sottolineando la necessità della missione militare, che avrà «compliti difensivi», e «l’importanza di utilizzare le strutture e le capacità già esistenti di Emasoh Agenor». È la missione nata su proposta francese nel 2020 per proteggere i flussi marittimi attraverso lo Stretto di Hormuz, che divide la penisola arabica dalle coste dell’Iran, e poi estesa al Golfo Persico.
Agenor è riuscita a sviluppare — sottolinea il documento — un ampio livello di cooperazione e coordinamento con gli Stati regionali arabi e del Corno d’Africa. E questo è l’obiettivo anche per Aspides, che avrà una missione difensiva a differenza dell’operazione lanciata da Stati Uniti e Regno Unito, con cui è previsto uno scambio di informazioni.
I tre Paesi Ue «invitano l’Alto Rappresentante a mettere in atto tutti i possibili sforzi diplomatici per assicurare che il mandato e le attività di Aspides godano del più alto grado di comprensione possibile nella regione e oltre». Invitano quindi gli Stati membri «a considerare favorevolmente la loro partecipazione, con mezzi navali o contributi di personale». Ipotizzano un’operazione in base all’articolo 44 del Trattato, che prevede che il Consiglio possa affidare la realizzazione di una missione «a un gruppo di Stati membri che lo desiderano e dispongono delle capacità necessarie per tale missione», in coordinamento con l’Alto rappresentante Ue.
Già alla riunione del Comitato politico e di sicurezza del 16 gennaio scorso gli ambasciatori dei Paesi Ue, superando le divisioni, avevano appoggiato la nuova missione i cui dettagli sono in fase di definizione. Si tratta di capire quanti Paesi contribuiranno con navi da guerra e se saranno usati i mezzi già a disposizione di Agenor. È emerso anche l’auspicio che a ospitare il quartier generale possa essere l’Italia. Oggi ci sarà il primo passaggio politico a livello di ministri, mentre il lancio dell’operazione è previsto nella riunione del 19 febbraio.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo venerdì sera a Bergamo a un incontro con un gruppo di industriali ha spiegato che «Aspides non è solo una missione di polizia internazionale, è un importantissimo segnale politico della Ue: siamo sulla direzione della difesa comune europea, che è il vero tassello necessario per la politica estera comune».
I ministri oggi discuteranno anche del piano dell’Alto rappresentante Ue Borrell, che mira a rilanciare il processo di pace in più step sulla base della soluzione dei due Stati, con il coinvolgimento dei partner della regione e l’organizzazione di una conferenza di pace. Per favorire i negoziati i Paesi Ue e gli altri Stati coinvolti e le organizzazioni internazionali «dovrebbero — spiega il documento — definire le conseguenze previste in caso di impegno o di mancato impegno nel piano di pace». Un avviso abbastanza esplicito al premier israeliano Netanyahu contrario a uno Stato palestinese.
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