venerdì 9 settembre 2022

L’esperto Guy Sainty. «È stata al servizio dei sudditi. Per questo l'abbiamo amata»

@ - L’importanza istituzionale della sovrana: «Ha saputo esercitare alla perfezione il suo ruolo di garante della Costituzione».


Londra «Non molti sanno, al di fuori del Regno Unito, che la regina Elisabetta II ha avuto un ruolo istituzionale molto importante, come ha dimostrato nominando la nuova premier Liz Truss e accettando le dimissioni dell’ex primo ministro Boris Johnson. La sovrana si è trovata al centro di una rete di leggi e convenzioni che hanno tenuto insieme il Paese e in questo spazio ha esercitato un ruolo chiave. Ogni giudice del Regno Unito, per esempio, è stato nominato dalla regina, ogni soldato ha giurato davanti alla regina. Su ogni cassetta postale del Regno Unito c’è stato il suo stemma. Su ogni moneta e sul passaporto di ogni britannico la sua testa. Non esiste istituzione che non sia stata intitolata a lei o fosse da lei guidata. È stata sempre la sovrana e non il premier a leggere l’intera legislazione dell’anno quando inaugurava il Parlamento. Questo ha garantito che non ci fossero interferenze politiche nelle istituzioni alla base del nostro Paese perché noi britannici sapevamo esattamente chi era la sovrana e ci fidavamo di lei. Il sistema è trasparente e affidabile, messo alla prova attraverso i secoli e garantisce la nostra democrazia». Guy Sainty è un esperto di aristocrazia e famiglie reali e un autore di araldica e spiega, con queste parole, perchè Elisabetta II è la chiave della vita del Paese. «Certo, a volte, il sistema non funziona come quando il premier Boris Johnson ha sospeso il Parlamento nell’agosto del 2019, un atto che la Corte Suprema ha dichiarato illegale. Di solito, però, noi britannici abbiamo potuto contare sulla regina come garanzia della Costituzione. La sovrana avrebbe fermato qualunque legge che desse troppo potere politico a un partito, impedendo, cosi, la dittatura da parte di una formazione», dice ancora l’esperto. Allora la morte della sovrana rappresenta un passaggio molto rischioso e delicato perché c’è la possibilità che vi sia un vuoto di potere? Esiste un piano preciso, che si chiama “London Bridge” e prevede una serie di tappe formali che hanno garantito il passaggio della corona dalla regina Elisabetta al suo erede. In questo modo la continuità costituzionale è garantita. Carlo è una figura più controversa della madre, criticato per come si è comportato con la moglie Diana e anche per le sue opinioni in materia di architettura e ambiente. Direi che, a differenza della regina, i sudditi sanno fin troppo su di lui. Adesso però, diventato re, sarà costretto a modificare il proprio atteggiamento. Ed emotivamente che cosa significa questo lutto per i cittadini del Regno Unito? Moltissimi sudditi sono devastati dalla notizia. La maggior parte dei cittadini britannici sono nati con questa regina sul trono e non conoscono nessun altro sovrano. A che cosa è dovuto l’affetto che i cittadini del Regno Unito hanno per Elisabetta? Elisabetta ha sempre avuto una devozione particolare per i suoi sudditi perché era convinta che Dio glieli avesse affidati durante l’incoronazione. In quel momento speciale nel quale, vestita di bianco, senza gioielli, è stata unta con l’olio santo dall’arcivescovo di Canterbury. Pensava di avere una missione, un compito particolare che le aveva consegnato Dio. E per lei la corona non ha mai voluto dire privilegi o onori ma, soprattutto, dovere. Non ha mai pensato che il trono fosse un privilegio ma un’opportunità di servire. La sovrana è sempre stata molto diplomatica e soprattutto umile. Qualche giorno fa un gruppo di turisti americani l’hanno incontrata nella residenza Balmoral e non l’hanno riconosciuta. Elisabetta II si è fatta fotografare senza rivelare la propria identità. La divertiva l’idea che non l’avessero riconosciuta. Una testimonianza della sua umiltà. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Non ci sarà un vuoto di potere a Buckingham Palace Ma Carlo, ora che è salito al trono, sarà costretto a modificare il proprio atteggiamento» «Non ha mai pensato che il trono fosse un privilegio ma un’opportunità di compiere il proprio dovere. La sua dote principale è stata l’umiltà» Con il principe Filippo, per le strade di Londra per il 91esimo compleanno / Ansa La sorveglianza ha tenuto a distanza le persone che si sono affollate al cancello del castello di Balmoral in Scozia / Reuters

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