@ - L’Ucraina continua ad attaccare la Crimea con migliaia di cittadini in fuga verso la Russia: può essere questa la scintilla di una terza guerra mondiale come evocato da Kissinger?
Il paradosso è servito: mentre diversi esperti parlano del rischio di una imminente terza guerra mondiale, l’attenzione in Occidente verso il conflitto in atto tra Russia e Ucraina da tempo è andato scemando.
Certo, da noi con le elezioni politiche alle porte senza dimenticare la voglia di leggerezza che da sempre accompagna l’estate, può essere “fisiologico” il mettere per un momento in secondo piano gli sviluppi della guerra in Ucraina.
La minor attenzione mediatica però di certo non ferma un conflitto che, dopo 175 giorni, adesso si starebbe incanalando verso una strada che potrebbe condurci verso una catastrofica terza guerra mondiale.
I motivi di fondo per cui anche una persona come l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger si è spinto a ipotizzare una possibile terza guerra mondiale sono tre: la totale assenza della diplomazia, i rapporti sempre più incrinati tra Usa e Cina e i recenti avvenimenti in Crimea.
Perché c’è il rischio di una terza guerra mondiale
Negli ultimi tempi tra i grandi esperti di geopolitica non solo Henry Kissinger ha evocato il drammatico scenario di una terza guerra mondiale. A spaventare gli analisti è soprattutto il “piano inclinato” su cui sarebbero ormai incardinati Cina e Stati Uniti.
- La visita a Taipei della speaker Nancy Pelosi ha provocato una mobilitazione militare cinese, ma è ben noto come Pechino da tempo abbia deciso di riprendere il controllo della “ribelle” Taiwan con le buone o con le cattive.
- Invece di usare la Cina come grimaldello diplomatico per spingere Vladimir Putin a fermare la guerra in Ucraina e iniziare a trattare, Washington ha agitato ulteriormente le acque rafforzando l’asse Pechino-Mosca.
In questo scenario, la scintilla per una terza guerra mondiale potrebbe essere rappresentata dalla Crimea, dove per la seconda volta in pochi giorni ci sono state delle esplosioni in una base militare russa, con migliaia di civili che sarebbero in fuga spaventati dal possibile precipitare degli eventi.
La situazione in Crimea
“Chiedo a tutta la nostra gente in Crimea, in altre regioni del sud dell’Ucraina, nelle aree occupate del Donbass e nella regione di Kharkiv di prestare molta attenzione - ha dichiarato Volodymyr Zelensky nelle scorse ore - Per favore, non avvicinatevi alle installazioni militari dell’esercito russo e a tutti quei luoghi dove immagazzinano munizioni e attrezzature e dove tengono il loro quartier generale”.
Parole queste che sembrerebbero annunciare una offensiva di Kiev per riprendere la penisola dal 2014 occupata dalla Russia. Del resto nei giorni scorsi Zelensky ha profetizzato che “la guerra finirà con la liberazione della Crimea”.
Questi sviluppi bellici, dettati dalle armi a lungo raggio che l’Occidente sta fornendo all’Ucraina, fanno per tornare alla mente altre parole, quelle dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev: “Se le forze ucraine dovessero attaccare la Crimea, ci sarebbe una reazione immediata da fine del mondo, un giorno del giudizio che non potrebbe in alcun modo evitare”.
Ultimamente Medvedev ci ha abituati a questi toni apocalittici ma la triste realtà è questa: con queste forze in campo il conflitto in Ucraina appare destinato a durare ancora a lungo, ma se Kiev dovesse iniziare ad attaccare ripetutamente il territorio russo a quel punto Mosca potrebbe alzare il livello bellico utilizzando alcune delle sue armi più distruttive a disposizione, leggi nucleare tattico, con la Nato che a quel punto non potrebbe far altro che intervenire.
Senza una svolta diplomatica, per una terza guerra mondiale potrebbe essere drammaticamente solo una questione di tempo.
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