giovedì 10 settembre 2020

6 frasi di Papa Francesco sulle persone omosessuali

@ - Rileggiamole senza equivoci e pregiudizi: dal “Chi sono io per giudicare…” a “Dio ti ama così!”


Tanti interventi, anche di segno apparentemente opposto, che hanno fatto gridare ora a una presunta “apertura indiscriminata”, ora a un altrettanto presunto ritorno al tempo delle chiusure e delle demonizzazioni sulla base del genere.

In realtà c’è una coerenza profonda in queste sottolineature di Papa Francesco sul tema della omosessualità, scrive Luciano Moia nel libro “Chiesa e omosessualità” (edizioni San Paolo).
Da una parte si evidenzia il radicamento a quel Vangelo della misericordia a cui il Papa ha fatto più volte riferimento. D’altra parte, nelle occasioni in cui ha manifestato il suo pensiero sul tema gay, il Papa ha accennato spesso alle parole del Catechismo, pur in modo informale, lasciando intendere che al centro ci devono sempre essere le persone, il loro vissuto, le loro fragilità, le loro speranze, e non l’applicazione di leggi morali «come fossero pietre che si scagliano contro la vita delle persone» (AL 305).

Vediamo quali sono gli interventi e le parole più forti utilizzate dal Papa su questo tema, rileggendole senza 
equivoci e pregiudizi.
Vincenzo PINTO / POOL / AFP

1) Chi sono io per giudicare una persona gay che cerca Dio?
28 luglio 2013 (durante la conferenza stampa sull’aereo di ritorno dal Brasile, dove si è svolta la XXVIII “Giorna­ta mondiale della Gioventù”, risponde alla domanda del­la giornalista brasiliana Ilze Scamparini, corrisponden­te dall’Italia e dal Vaticano per Rede Globo).

«Lei parlava della lobby gay. Mah! Si scrive tanto della lobby gay. Io ancora non ho trovato chi mi dia la carta d’identità in Vaticano con “gay”. Dicono che ce ne sono. Credo che quando uno si trova con una persona così, deve distinguere il fatto di essere una persona gay, dal fatto di fare una lobby, perché le lobby, tutte non sono buone. Quello è cattivo. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? Il Catechismo della Chiesa cattolica spiega in modo tanto bello questo, ma dice: “Non si devono emarginare queste persone per questo, devono essere integrate in società”. Il problema non è avere questa tendenza, no, dobbiamo essere fratelli, perché questo è uno, ma se c’è un altro, un altro (…)».

2) «La Chiesa deve chiedere scusa agli omosessuali»
26 giugno 2016 (durante la conferenza stampa sull’aereo di ritorno dal viaggio apostolico in Armenia, risponde alla domanda di Cindy Wooden, che è responsabile di Cns, l’Agenzia cattolica degli Stati Uniti).

«Io ripeterò la stessa cosa che ho detto nel primo viaggio, e ripeto anche quello che dice il Catechismo della Chiesa cattolica: che non vanno discriminati, che devono essere rispettati, accompagnati pastoralmente. Si possono condannare, non per motivi ideologici, ma per motivi – diciamo – di comportamento politico, certe manifestazioni un po’ troppo offensive per gli altri. Ma queste cose non c’entrano con il problema: se il problema è una persona che ha quella condizione, che ha buona volontà e che cerca Dio, chi siamo noi per giudicarla? Dobbiamo accompagnare bene, secondo quello che dice il Catechismo. È chiaro il Catechismo! Poi ci sono tradizioni in alcuni Paesi, in alcune culture che hanno una mentalità diversa su questo problema. Io credo che la Chiesa non solo debba chiedere scusa – come ha detto quel Cardinale “marxista” [Cardinale Marx] – a questa persona che è gay, che ha offeso, ma deve chiedere scusa anche ai poveri, alle donne e ai bambini sfruttati nel lavoro; deve chiedere scusa di aver benedetto tante armi… La Chiesa deve chiedere scusa di non essersi comportata tante, tante volte… – e quando dico “Chiesa” intendo i cristiani; la Chiesa è santa, i peccatori siamo noi!»

3) Genitori, non condannate un figlio omosessuale
26 agosto 2018 (Sull’aereo di ritorno da Dublino dove si è tenuto l’Incontro mondiale delle famiglie risponde alla domanda del giornalista spagnolo Javier Romero di Rome Reports Tv).
«Sempre ci sono stati gli omosessuali e le persone con tendenze omosessuali. Sempre. Dicono i sociologi, ma non so se sia vero, che nei tempi di cambiamenti d’epoca crescono alcuni fenomeni sociali ed etici, e uno di questi sarebbe questo. Questa è l’opinione di alcuni sociologi. La tua domanda è chiara: cosa direi io a un papà che vede che suo figlio o sua figlia ha quella tendenza. Io gli direi anzitutto di pregare: prega. Non condannare, dialogare, capire, fare spazio al figlio o alla figlia. Fare spazio perché si esprima. Poi, in quale età si manifesta questa inquietudine del figlio? È importante. Una cosa è quando si manifesta da bambino, quando ci sono tante cose che si possono fare, per vedere come sono le cose; un’altra cosa è quando si manifesta dopo 20 anni o cose del genere. Ma io mai dirò che il silenzio è il rimedio: ignorare il figlio o la figlia con tendenza omosessuale è una mancanza di paternità e maternità (…)».

4) Essere omosessuale non toglie dignità alla persona
20 aprile 2019. Papa Francesco incontra un gruppo di persone che partecipano al programma della Bbc chiamato Pilgrimage: “The Road To Rome”, in cui otto personaggi inglesi noti, tutti con credenze e fedi di- verse, indossano zaini e scarpe da trekking e camminano lungo il tratto italiano dell’antica Via Francigena, da Canterbury a Roma.

Tra queste persone c’è il comico britannico Stephen K. Amos. La Bbc ha pubblicato sui social network uno stralcio della conversazione in cui si vede Amos che spiega al Pontefice che non è un credente e che si è recato a Roma “in cerca di risposte e fede… Ma, da gay, non mi sento accettato”.

E papa Francesco replica immediatamente che dare «più importanza all’aggettivo (“gay”) che al sostantivo (“uomo”) non è buono […]. Siamo tutti esseri umani, abbiamo dignità, se una persona ha una tendenza o un’altra, questo non toglie la sua dignità di persona», sostiene il pontefice. «Le persone che decidono di rifiutare le persone per l’aggettivo sono persone che non hanno un cuore umano».

5) «Le persone omosessuali hanno diritto a stare nella famiglia»
28 maggio 2019 (Papa Francesco parla anche di omosessualità nell’intervista concessa alla giornalista Valentina Alazraki dell’emittente messicana Televisa. Ecco il passaggio più significativo)
«Irregolare è una parola che lei detesta, e anch’io, ma per capirci. Se ci convincessimo che sono figli di Dio, la cosa cambierebbe abbastanza. Mi hanno fatto una domanda durante il volo – dopo mi sono arrabbiato, mi sono arrabbiato perché un giornale l’ha riportata – sull’integrazione familiare delle persone con orientamento omosessuale. Io ho detto: le persone omosessuali hanno diritto a stare nella famiglia, le persone con un orientamento omosessuale hanno diritto a stare nella famiglia e i genitori hanno diritto a riconoscere quel figlio come omosessuale, quella figlia come omosessuale, non si può scacciare dalla famiglia nessuno né rendergli la vita impossibile.

6) «Accogliere gli omosessuali non vuol dire approvarne gli atti»

Sempre nell’intervista del 28 maggio 2019.
«Quando si vede qualche segno nei ragazzi che stanno crescendo bisogna mandarli, avrei dovuto dire da un professionista, e invece mi è uscito psichiatra. Titolo di quel giornale: “Il Papa manda gli omosessuali dallo psichiatra”. Non è vero! Mi hanno fatto un’altra volta la stessa domanda e ho ripetuto: sono figli di Dio, hanno diritto a una famiglia, e basta. E ho spiegato: mi sono sbagliato a usare quella parola, ma volevo dire questo. Quando notate qualcosa di strano, no, non di strano, qualcosa che è fuori dal comune, non prendete quella parolina per annullare il contesto. Quello che dice è: ha diritto a una famiglia. E questo non vuol dire approvare gli atti omosessuali, tutt’altro».

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