mercoledì 6 maggio 2020

La Terza Guerra Mondiale scoppierà per il coronavirus? L’allarme arriva dalla Cina

@ - Un think tank legato al governo cinese ha parlato di un possibile conflitto armato se dovessero continuare le tensioni con gli Stati Uniti, viste le accuse di Trump sul coronavirus come frutto di errore nel laboratorio di Wuhan.


Tra le tante conseguenze provocate dalla pandemia da coronavirus attualmente in atto in tutto il mondo, ce ne potrebbe essere una dagli effetti ugualmente catastrofici: una Terza Guerra Mondiale dettata dalle recenti tensioni tra Cina e Stati Uniti. Questo timore non appare tristemente essere infondato e tutto nasce da un dossier, la cui sintesi è stata divulgata dall’agenzia Reuters, elaborata dal Cicir un think tank cinese che è strettamente legato al governo di Pechino.

Come riporta il Corriere della Sera, nel dossier si legge che “ci sarà un sentimento globale di condanna simile a quello provocato dalla repressione della Tienanmen, nell’89. E se lo stato di tensione dovesse proseguire la Cina deve prepararsi ad uno scontro armato. Ma quest’ultima annotazione non è diretta a Xi Jinping, bensì agli avversari”.

In sostanza le accuse del governo americano a Pechino sul coronavirus, con Donald Trump in prima fila, potrebbero provocare danni d’immagine ed economici alla Cina tali da spingere il presidente Xi Jinping a dare vita a una sorta di Terza Guerra Mondiale.

Le accuse degli Stati Uniti alla Cina
Fin da quando a inizio 2020 il COVID-19 ha fatto la sua triste comparsa in Cina, subito sono nate diverse teorie “complottistiche” che parlavano del coronavirus come un virus nato in laboratorio o frutto di mutazioni.

Del resto il primo epicentro della pandemia è stata la città cinese di Wuhan, dove ha sede un laboratorio di massima sicurezza per la ricerca dei virus animali inaugurato nel 2017 e inizialmente finanziato anche dalla Francia.

A Parigi però nel laboratorio è poi subentrata Washington, che tramite la Niaid (National Institutes of Allergy and Infectious Disease) alla cui guida dal 1984 c’è Anthony Fauci, l’immunologo recentemente salito alla ribalta per le sue liti con Donald Trump, ha finanziato diversi progetti sui virus a Wuhan.

Come denunciato da Il Manifesto, il sospetto è che la Francia prima e gli Stati Uniti poi abbiano finanziato nel laboratorio di Wuhan “ esperimenti sui virus che a casa loro non potevano fare ”, con Pechino che comunque ha sempre tenuto alla porta gli scienziati francesi o americani dal centro.

Il 22 aprile Emmanuel Macron ha dichiarato come “in Cina sono accadute cose che non sappiamo”, mentre il 3 maggio il segretario di stato americano Mike Pompeo ha parlato di “enormi prove che il virus provenga dal laboratorio di Wuhan”.

Donald Trump si è spinto anche oltre, annunciando a breve la pubblicazione di un rapporto che proverebbe le accuse lanciate da Mike Pompeo. Per molti però quella del tycoon sarebbe soltanto una strategia per distogliere le attenzioni dalle sue responsabilità sulla crisi sanitaria negli Stati Uniti.

Per la Cina queste accuse sarebbero però infondate, con il governo di Pechino che ha esortato la Casa Bianca a “fornire le prove al mondo intero, soprattutto agli americani continuamente presi in giro dall’amministrazione”.

Non bisogna scordare infatti che a novembre ci saranno le elezioni presidenziali negli Usa, con i sondaggi che darebbero Donald Trump dietro il suo sfidante democratico Joe Biden che sfrutterebbe proprio le problematiche causate dal coronavirus.

Al momento su una cosa tutti gli scienziati sembrerebbero essere d’accordo: il COVID-19 non sarebbe nato in laboratorio, ma la sua origine come ammesso anche da Fauci sarebbe naturale.

Questo però non toglie che il virus possa essere fuoriuscito per errore, come in fondo sostenuto dagli Stati Uniti, magari “mentre si esaminava un animale o una cavia infetta” come scrive il Corriere.

Rischio Terza Guerra Mondiale?
Da quando Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca, gli Stati Uniti hanno dato il via a una guerra commerciale con la Cina a suon di dazi da ambo le parti che al momento dopo un lungo lavoro diplomatico sembrerebbe essere rientrata.

Il coronavirus però sta riaccendendo le tensioni tra Washington e Pechino. Per il governo americano infatti la Cina non avrebbe nella sua fase iniziale occultato solamente i pericoli del virus, ma anche delle informazioni sanitarie per così potersi poi avvantaggiare sul piano economico quando l’epidemia è diventata una pandemia.

Al tempo stesso, per i cinesi quella di Donald Trump sarebbe una strategia volta soltanto a distogliere gli americani dalle sue responsabilità sulla gestione dell’emergenza, arrecando al tempo stesso un vistoso danno di immagine alla Cina da sfruttare economicamente.

In questo scenario, ecco che irrompe il dossier del think tank cinese Cicir dove è stato riportato come, di fronte a un sentimento globale di condanna verso Pechino, alla Cina non resterebbe che dare vita a un conflitto armato.

Purtroppo la storia ci ha insegnato che le grandi crisi economiche spesso hanno avuto la loro conclusione solo con conflitti di grandi dimensioni, con il rischio di una Terza Guerra Mondiale che potrebbe fare più paura del coronavirus stesso.

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