@ - Il reportage è stato presentato stamattina nel centro di accoglienza "Mondo Migliore" a Rocca di Papa e sarà trasmesso giovedì 19 dicembre alle 23.20 su Raitre.
Un viaggio in presa diretta nel nord dell’Iraq, nella valle di Ninive, terra tradizionalmente cristiana e yazida. Lucia Annunziata e Padre Enzo Fortunato guidano lo spettatore di Decimati, il reportage presentato questa mattina, 18 dicembre, nel centro di accoglienza “Mondo Migliore”, e prodotto da HuffPost e gruppo Editoriale Gedi, sulla strada delle due comunità perseguitate dallo Stato islamico. Il documentario è stato realizzato in collaborazione con la rivista San Francesco dei frati del Sacro Convento di Assisi e verrà trasmesso su Rai3 giovedì 19 dicembre alle 23.20 e presentato oggi, 18 dicembre, al centro Mondo Migliore di Rocca di Papa.
Presenti all’incontro il direttore di RAI3, Stefano Coletta, il direttore dell’HuffiPost, Lucia Annunziata, il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, il direttore della rivista San Francesco, padre Enzo Fortunato, e il presidente dell’Associazione Giovane Europa, Angelo Chiorazzo, che ha introdotto l’incontro.
Lucia Annunziata ha sottolineato come “il documentario è un omaggio al coraggio. Al coraggio degli uomini di fede che sono ammirevoli proprio perché credono, in un mondo che crede molto poco, indipendentemente da quale sia la religione. Un omaggio al coraggio dei cristiani – ha concluso il direttore di Huffington Post - che restano lì e il grande coraggio di un francescano e di tutti i religiosi che lui ha incontrato di mettersi in prima fila in questa situazione”.
Padre Enzo Fortunato ha invece affermato: “Vivono sulla terra ma hanno la loro cittadinanza in cielo. Osservano le leggi...amano tutti e da tutti vengono perseguitati. Anche se non conosciuti, vengono condannati. Sono poveri e rendono ricchi molti. Sono sprovvisti di tutto e trovano abbondanza in tutto. Vengono disprezzati e nei disprezzi trovano la loro gloria. Sono ingiuriati e benedicono. Sono trattati in modo oltraggioso e ricambiano con l’onore. Quando fanno del bene vengono puniti come fossero malfattori. Coloro che li odiano non sanno dire la causa del loro odio. Sono le parole della lettera a Diogneto, scritta nel II secolo d.C., che rappresentano - ha dichiarato Padre Enzo Fortunato - ancora oggi un’analisi lucida di una persecuzione che solo nel 2019 ha visto uccisi circa 4mila cristiani, nel silenzio assordante della stampa e delle istituzioni. Pare di assistere a una dinamica perversa: vengono riconosciuti, condotti fuori e perseguitati, emarginati o uccisi. Non solo dai cappucci neri dell’Isis in Medio Oriente, ma anche dai “guanti bianchi” in Occidente. Rimane un fatto: il fatto cristiano. Che la persecuzione è una benedizione per la Chiesa: “Sanguis martyrum, semen christianorum”.
“Un documentario che mi ha molto colpito per l’intensità, non solo per il documento giornalistico affidato a Lucia Annunziata, ma anche dal punto di vista televisivo è di grande intensità emotiva – ha invece dichiarato il direttore di RAI3, Stefano Coletta - Entra nell’identità complessiva della rete, su cui stiamo lavorando da 2 anni, intanto perché sottolinea la natura informativa di Rai3 e soprattutto la necessità di raccontare anche gli esteri, che chiaramente Lucia Annunziata può fare in maniera egregia, visto che il suo sguardo sugli esteri è forse il massimo esempio all’interno del servizio pubblico. Un documentario che tocca il cuore. Stiamo lavorando affinché nell’informazione non passi solo un elaborato freddo di dati, ma un tipo di informazione empatica ed emozionale. Il tutto, - ha concluso il direttore - grazie a una coppia nuova che ci accompagna sui luoghi dell’Iraq: una grande giornalista, Lucia Annunziata, e un francescano, padre Enzo Fortunato. Anche televisivamente si tratta di un bisticcio interessante, nuovo. Un’operazione necessaria, perché poco si parla di esteri e in particolare questo di questo tipo di storie. Un racconto volutamente sporco, sul campo, che però restituisce il dramma di famiglie divelte dalle loro radici e questo si coglie in maniera evidente”.
Angelo Chiorazzo, presidente associazione Giovane Europa, introducendo l’incontro ha ringraziato per aver scelto il Centro Mondo Migliore per la presentazione del documentario “un luogo che Pio XII nel 1956 inaugurò “per formare un’umanità nuova e pacificata”. Ed è bello che, con l’aiuto della Comunità francescana di Assisi, oggi a Mondo migliore si realizzi una cosa del genere: perché cristiani perseguitati, musulmani che scappano dalla follia dell’Isis, persone che fuggono da guerra e povertà tornino a vivere in pace”.
IL DOCUMENTARIO
Qaraqosh, Alqosh fino a Mosul, il documentario attraversa città e paesi completamente distrutti, chiese incenerite, monasteri sfregiati dai quali si può ancora accedere ai cunicoli sotterranei costruiti dal Califfato. Il racconto mostra l’opera di annientamento, non solo fisica, ma culturale che lo Stato Islamico ha inferto a quella che era una volta la comunità più istruita e benestante del paese. Attraverso le testimonianze di sacerdoti e vescovi, la lettura di antichi registri battesimali e il racconto di chi ancora rimane a presidiare quelle terre, lo spettatore è guidato alla scoperta di un numero tragico e sconcertante: 146mila. A questo sono ridotti i cristiani oggi in Iraq. Una decimazione se si pensa che fino pochi anni fa la comunità cristiana contava un milione di fedeli. Molti sono fuggiti, molti deceduti, altri scomparsi.
Ma in queste terre c’è anche un’altra realtà oppressa dall’Isis ed è la comunità millenaria degli Yazidi. Le esclusive testimonianze delle vittime, del principe e del Pope della comunità yazida fanno accedere il pubblico alla storia di una comunità poco conosciuta e misteriosa, le cui donne sono state ridotte dall’ISIS a schiave del sesso e i bambini a soldati di morte.
Ma il racconto “Decimati” non si esaurisce nelle voci sul campo. La voce narrante di Lucia Annunziata consente allo spettatore di capire il più ampio contesto geopolitico del Medio Oriente, di cogliere la pericolosa conseguenza della decimazione dei cristiani. Il Nord dell’Iraq infatti è oggi teatro di un’invasione silenziosa da parte di una potenza come l’Iran.
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