@ - Un prete divorziato "sarebbe un guaio". Il cardinale Camillo Ruini, in una esplosiva intervista al Corriere della Sera, mina sul nascere il progetto di Papa Francesco per far saltare l'obbligo del celibato, punto cruciale del Sinodo sull'Amazzonia, e dare ossigeno attraverso ai diaconi sposati a una Chiesa sudamericana in drammatica crisi di vocazioni e risorse umane.
"In Amazzonia, e anche in altre parti del mondo, c'è una grave carenza di sacerdoti, e le comunità cristiane rimangono spesso prive della messa - ammette lo stesso Ruini -. È comprensibile che vi sia una spinta a ordinare sacerdoti dei diaconi sposati, e in questo senso si è orientato a maggioranza il Sinodo. A mio parere, però, si tratta di una scelta sbagliata. E spero e prego che il Papa, nella prossima Esortazione apostolica post-sinodale, non la confermi".
"Le ragioni principali sono due - spiega lo storico cardinale emiliano -. Il celibato dei sacerdoti è un grande segno di dedizione totale a Dio e al servizio dei fratelli, specialmente in un contesto erotizzato come l'attuale. Rinunciarvi, sia pure eccezionalmente, sarebbe un cedimento allo spirito del mondo, che cerca sempre di penetrare nella Chiesa, e che difficilmente si arresterebbe ai casi eccezionali come l'Amazzonia. E poi oggi il matrimonio è profondamente in crisi: i sacerdoti sposati e le loro consorti sarebbero esposti agli effetti di questa crisi, e la loro condizione umana e spirituale non potrebbe non risentirne".
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