giovedì 29 novembre 2018

Morandi, in gara anche i cinesi del ponte di 55 km tra Hong Kong e Macao

Genova - C’è anche una cordata italo cinese tra le imprese i raggruppamenti che hanno presentato progetti per la ricostruzione di ponte Morandi. E se si decidesse in base a dimensioni e fatturato non ci sarebbe partita. Perfino per il primo gruppo italiano delle costruzioni, che è, appunto, Salini Impregilo. La cinese Cccc ha all’attivo centinaia di opere tra cui, ultimamente, un ponte da 55 chilometri, parte sul mare e parte in galleria, tra Hong Kong, Zhuhai e Macao. La società si è associata con l’italiana Salc (Milano), con la progettazione affidata alla 3TI di Roma. Al commissario il raggruppamento ha inviato più di una proposta: la più “rapida”, che consente di svincolare la demolizione dalla ricostruzione, consentirebbe di riaprire al traffico entro 11 mesi. Tra le soluzioni anche una versione “strallata”, con due grandi torri e cavi di sostegno per oltrepassare, senza interferenze, Polcevera e ferrovia.


Tra le proposte nelle mani del commissario ce ne sono due che puntano a conservare, per quanto possibile, la vecchia struttura, minimizzando l’impatto sulla vallata e riducendo i tempi di realizzazione.

E una, progetto presentato da “Italiana Costruzioni”, punta a realizzare demolizione e ricostruzione entro dodici mesi, con un costo di poco inferiore ai 250 milioni. Una “decostruzione del Morandi”, concepita come opera all’avanguardia per l’utilizzo di tecniche innovative sul versante ambientale ma anche come un omaggio allo strutturalista Morandi: quasi interamente in acciaio, ha un profilo che ricorda l’immagine capovolta del viadotto crollato il 14 agosto.

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