giovedì 8 marzo 2018

"Ci fu un errore, quelli sono i resti di Amelia Earhart". Svelato un nuovo tassello sulla morte dell'aviatrice - Repubblica.it

"Ci fu un errore, quelli sono i resti di Amelia Earhart". Svelato un nuovo tassello sulla morte dell'aviatrice - Repubblica.it: "SVELATO un nuovo tassello del puzzle sulla misteriosa scomparsa di Amelia Earhart, l'eroina mondiale del volo. Dopo anni di indagini, illazioni e misteri, Richard Jantz, del Centro di Antropologia Forense all'Università del Tennessee, grazie a tecniche innovative ha riesaminato le misurazioni fatte su ossa ritrovate nell'isola di Nikumaroro che furono inizialmente attribuite a un uomo stabilendo che quelli potrebbero essere davvero i resti di Amelia.
 
Da anni rimane un giallo il mistero della morte dell'aviatrice americana e si cercano ancora conferme ufficiali: nel 1937 stava cercando di ultimare gli ultimi 11mila chilometri insieme al copilota Fred Noonan del primo "giro del mondo" in aeroplano quando scomparse sopra il Pacifico. Ci furono una serie di segnali radio che la donna, detentrice di diversi record di volo, inviò ad alcune navi ma non si riuscì mai a capire cosa avvenne ai due piloti che dovevano atterrare di l'isola di Howland. Tesi di fine carburante, di schianto in mare, perfino di sopravvivenza o di rapimento da parte dei giapponesi: nel 1939 dopo mesi di ricerche furono ufficialmente dichiarati morti ma nessuno seppe mai realmente cosa avvenne. 
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Nel 1940 però, nell'isola Nikumaroro oggi Stato di Kiribati, Gerald Gallagher, ufficiale britannico e pilota, avvertì per radio i superiori di aver trovato uno scheletro e un'antica scatola di un sestante sotto un albero nella punta sudorientale dell'isola. Pensava potessero essere le ossa di Amelia. I resti furono inviati nelle Figi dove nel 1941 autorità coloniali britanniche eseguirono misurazioni delle ossa concludendo che probabilmente appartenevano a un uomo, alto 1,64 cm. Soltanto diversi decenni dopo, nel 1998, un'altra analisi di antropologi francesi stabilì che potevano anche appartenere a una donna "bianca e di origine europea". 
 
Purtroppo però le ossa preservate alle Figi andarono smarrite senza mai essere state ritrovate. Ulteriori spedizioni a Nikumaroro trovarono resti di manufatti dell'aereo, ma non fu stabilita la certezza che fossero proprio del velivolo di Amelia. 
 
La svolta, arrivata in questi giorni, si basa invece su analisi, pubblicate sulla rivista Forensic Anthropology, dei dati raccolti allora dopo il ritrovamento di Gallagher nel 1940: per Richard Jantz ci fu un errore ad attribuire quelle ossa ad un uomo. Grazie al programma Fordisc, da lui stesso ideato, Jantz è riuscito a stabilire età e statura partendo proprio dalle misurazioni dei resti ossei: le analisi hanno rivelato che la somiglianza con Amelia Earhart era maggiore rispetto al 99% di individui in un largo campione di riferimento. 
 
Per poter decretare ciò Jantz ha ottenuto la lunghezza delle ossa di Amelia a partire da fotografie e dai suoi vestiti concludendo che "la spiegazione più convincente è che i resti siano quelli della Earhart".
 
Il professore di antropologia ha riesaminato in totale sette misurazioni ossee condotte nel 1940 dal medico DW Hoodless, colui che concluse che appartenevano a un maschio. Grazie al programma Fordisc, oggi utilizzato da quasi tutti gli antropologi forensi in varie parti del mondo, Jantz sostiene che "finché non verranno fornite prove definitive che i resti non sono quelli di Amelia Earhart, l'argomento più convincente è che siano i suoi".
 
"L'antropologia forense non era ben sviluppata all'inizio del 20 ° secolo - spiega il professore - e ci sono molti esempi di valutazioni errate da parte degli antropologi del periodo. Dunque l'analisi di Hoodless potrebbe non essere corretta". Dai dati raccolti per Jantz c'è la convinzione che Amelia Earhart, prima donna aviatrice a volare in solitaria attraverso l'Oceano Atlantico, fosse naufragata e morta a Nikumaroro, aggiungendo così un nuovo importante tassello sulla misteriosa scomparsa dell'eroina americana."


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