lunedì 12 marzo 2018

Bankitalia, cresce il reddito delle famiglie ma aumentano le disuguaglianze. Record storico per la povertà - Repubblica.it

Bankitalia, cresce il reddito delle famiglie ma aumentano le disuguaglianze. Record storico per la povertà - Repubblica.it: "ROMA - L'economia migliora ma aumentano anche gli squilibri. Gli analisti della Banca d'Italia rilevano un aumento del 3,5% del reddito medio equivalente delle famiglie nel 2016, una buona notizia visto che dal 2006 invece era in caduta libera. Però siamo ancora lontani dell'11% dal picco dei livelli precrisi. Inoltre il ritorno della crescita non beneficia tutti: è aumentata la disuguaglianza, "tornata in prossimità dei livelli prevalenti alla fine degli anni '90", e aumenta anche la quota di persone a rischio povertà: si arriva al 23%, un record. Le maggiori difficoltà per le famiglie giovani, del Mezzogiorno o composte da stranieri. Gli squilibri riguardano anche la ricchezza: calano infatti sia quella media che quella mediana. Nota positiva: si riduce però la quota di famiglie indebitate.

Il reddito. Il reddito annuo familiare risulta pari a 30.700 euro, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali. E' in linea con la precedente indagine, mentre a crescere in modo più consistente per la prima volta dall'esplosione della crisi è il reddito medio equivlente. Cresce anche la quota di famiglie che dichiarano di essere riscuite al risparmiare, e al contempo diminuisce la quota di quelle che dichiarano di arrivare con fatica alla fine del mese.
Ma "la crescita del reddito equivalente reale non è stata uniforme tra gruppi socio-demografici", sottolinea la Banca d'Italia: va meglio alle famiglie con lavoratori dipendenti e pensionati, continua a cadere il reddito degli autonomi.

Cresce la disuguaglianza. Soprattutto, l'"Indagine sui bilanci delle famiglie italiane" rileva una crescita consistente della disuguaglianza e delle persone con reddito equivalente inferiore al 60% di quello mediano, la soglia usata per individuare il rischio di povertà (che nel 2016 corrisponde a entrate per circa 830 euro mensili. Stranieri, giovani, meridionali, meno istruiti sono maggiormente a rischio, e lo so no anche le loro famiglie. Negli ultimi dieci anni, ricorda la Banca d'Italia, il livello di disuguaglianza misurato dall'indice di Gini è aumentato di 1,5 punti percentuali.

Disparità anche nella ricchezza. Le disuguaglianze si riscontrano anche nella ricchezza, non solo nei  redditi: la ricchezza media delle famiglie corrisponde a circa 206.000 euro, ma il valore mediano è di gran lunga inferiore, 126.000, per via della grande asimmetria nella distribuzione. Il 30% più povero delle famiglie detiene appena l'1% della ricchezza nazionale; tre quarti di queste famiglie sono anche a rischio povertà. Mentre il 30% delle famiglie più ricche detiene invece circa il 75% del patrimonio netto degli italiani, con una ricchezza netta media pari a 510.000 euro. Peraltro oltre il 40% di questa quota è detenuta dal 5% più ricco, che ha un patrimonio netto in media pari a 1,3 milioni di euro.

La casa e le attività finanziarie. Gli immobili di proprietà sono ancora lo zoccolo duro della ricchezza degli italiani (è proprietario della casa in cui vive il 70% delle famiglie). Il loro valore in media è diminuito del 7% rispetto al 2014 e del 23% rispetto al 2006. Sale invece la quota delle famiglie che detengon attività finanziarie: anche qui, c'è un forte squilibrio nella distribuzione.

Cala il debito al consumo. Non cambia la quota di italiani indebitati con un mutuo, mentre si riduce il debito al consumo, ma solo nelle famiglie con capofamiglia di oltre 45 anni. Nel 2016 è indebitato con un mutuo immobiliare il 28% delle famiglie, con una rata media di 7.300 euro che incide sul reddito per il 14%. L'11% delle famiglie indebitate è vulnerabili, deve pagare cioè una rata superiore al 30% del proprio reddito."


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