L’Isis non si ferma: distrutti templi cristiani e sciiti in Iraq | mondo | Il Secolo XIX: "Baghdad - Militanti dello Stato Islamico avrebbero distrutto una serie di templi sacri cristiani e sciiti nel nord dell’Iraq oltre che la tomba del re assiro Mar Behnam risalente al quarto secolo avanti Cristo. Lo rivela il Guardian.
Il sito internet del quotidiano britannico riporta anche che «l’ufficio stampa di Nineveh» dell’Isis ha diffuso delle immagini che proverebbero la distruzione dei siti storici (che si trovano nella provincia di Hamdaniya). «Chiediamo al mondo che si definisce civilizzato di aiutarci e di difendere i nostri diritti di cittadini», dice Ignazio Giuseppe III Yonan, patriarca di Antioca e della chiesa cattolica siriana. «Le parole di condanna non sono abbastanza. Il nostro futuro, quello dei cristiani e di altre minoranze irachene, è in grave pericolo».
L’attacco segue, solo per citare i casi più eclatanti, la distruzione dei preziosissimi manoscritti della biblioteca di Mosul, gli atti di vandalismo al suo museo archeologico e la distruzione dell’antica città di Nimrud.
Secondo il patriarca di Antioca l’Occidente è «complice» della presa di Nineveh da parte dell’Isis nonchè colpevole di adottare una strategia «machiavellica» per combattere lo Stato Islamico.
E quindi rinnova il suo appello perché l’Occidente fermi il flusso di armi verso lo Stato Islamico e congeli le sue finanze. «Questi monumenti non possono essere ricreati», aggiunge Diana Yaqco, portavoce di A Demand for Action, organizzazione che si batte per i diritti delle minoranze irachene. «L’Isis - aggiunge - non solo disprezza il nostro credo religioso, ma anche la nostra letteratura, le arti e la nostra storia, che è non è riproducibile ma unica».
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Il sito internet del quotidiano britannico riporta anche che «l’ufficio stampa di Nineveh» dell’Isis ha diffuso delle immagini che proverebbero la distruzione dei siti storici (che si trovano nella provincia di Hamdaniya). «Chiediamo al mondo che si definisce civilizzato di aiutarci e di difendere i nostri diritti di cittadini», dice Ignazio Giuseppe III Yonan, patriarca di Antioca e della chiesa cattolica siriana. «Le parole di condanna non sono abbastanza. Il nostro futuro, quello dei cristiani e di altre minoranze irachene, è in grave pericolo».
L’attacco segue, solo per citare i casi più eclatanti, la distruzione dei preziosissimi manoscritti della biblioteca di Mosul, gli atti di vandalismo al suo museo archeologico e la distruzione dell’antica città di Nimrud.
Secondo il patriarca di Antioca l’Occidente è «complice» della presa di Nineveh da parte dell’Isis nonchè colpevole di adottare una strategia «machiavellica» per combattere lo Stato Islamico.
E quindi rinnova il suo appello perché l’Occidente fermi il flusso di armi verso lo Stato Islamico e congeli le sue finanze. «Questi monumenti non possono essere ricreati», aggiunge Diana Yaqco, portavoce di A Demand for Action, organizzazione che si batte per i diritti delle minoranze irachene. «L’Isis - aggiunge - non solo disprezza il nostro credo religioso, ma anche la nostra letteratura, le arti e la nostra storia, che è non è riproducibile ma unica».
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