giovedì 26 marzo 2015

Le cifre allarmanti del protestantesimo storico - Aleteia

Le cifre allarmanti del protestantesimo storico - Aleteia: "Premessa: quando si cerca di quantificare il numero dei ‘protestanti’ in Europa (e anche nel resto del mondo), si presentano subito difficoltà non minime, derivate prima di tutto dal fatto che nel mondo originato dalla Riforma protestante del XVI secolo si muovono – oltre alle ‘sigle’ storiche connotate dal nome del loro fondatore (luterani, calvinisti) – le tante altre denominazioni nate in secoli successivi, come ad esempio i battisti, i metodisti, i mormoni. Non solo: più recente è il diffondersi dei pentecostali e di tutta una miriade di sigle che si rifanno a un protestantesimo ‘libero’,‘evangelico’, di risveglio’. Sono del resto queste ultime che stanno dilagando in America latina, strappando milioni di fedeli al cattolicesimo.

Ciò detto, i numeri che troverete nel prosieguo dell’articolo e che riguardano il protestantesimo europeo, sono riferiti sostanzialmente a luterani e calvinisti, con l’aggiunta – per l’Inghilterra – degli anglicani.

Negli ultimi anni (e negli ultimi mesi in particolare) si sono levate dall’area cattolica (o che tale si definisce) voci che – in riferimento soprattutto ai grandi temi antropologici dell’attualità – auspicano che la Chiesa di Roma si adegui al cosiddetto progresso internazionale in materia proprio come ha fatto buona parte del mondo protestante. E’ noto che la maggioranza dei luterani dell’Europa settentrionale (raggiunti negli ultimi mesi anche dagli anglicani della Chiesa d’Inghilterra) si è schierata in favore del riconoscimento dei cosiddetti “matrimoni omosessuali”.  Del sacerdozio ed episcopato femminile. Dell’ordinazione di sacerdoti e vescovi omosessuali.  Di tanti tra i ‘nuovi diritti’ in materia di inizio e fine vita. Ha subito senza fiatare l’imposizione dell’ideologia del gender  nelle scuole. Ma tale adeguarsi, tale piegarsi alle ‘esigenze’ della secolarizzazione più spinta ha forse comportato effetti positivi sulla vitalità del protestantesimo europeo?

Per rispondere ci serviamo dei numeri, attingendo ai dati statistici fornita in larga parte dalle stesse Chiese nazionali protestanti. Incominciamo dalla Germania, patria di Lutero. Dopo la riunificazione, nel 1990, i protestanti erano 29,4 milioni (il 36,9%) della popolazione; nel 2004 erano scesi a 26,2 milioni (31, 5%) e nel 2013 a 23,3 milioni (29%). Nel 1990 i cattolici erano 28,5 milioni (35,4%), nel 2013 24, 2 milioni (30%). Dal 2004 al 2013 i battesimi protestanti sono passati da 236mila a 187mila, le confirmazioni da 272mila a 227mila, i matrimoni da 59mila a 49mila. Nello stesso lasso di tempo la partecipazione al culto domenicale è scesa dal 4 al 3,5%.

Veniamo alla Svizzera di Zwingli, Calvino e Forel  (artefici della Riforma rispettivamente a Zurigo, Ginevra e Neuchatel). Nel 1970 i protestanti erano il 48,8 % della popolazione e superavano di un paio di punti i cattolici. Nel 2000 erano scesi al 33,9%, nel 2013 al 26,9%. Calo anche per i cattolici – ma in percentuale minore, pur se preoccupante -  passati dal 46,7% del 1970, al 42,3% nel 2000, al 38,2% del 2013. E’ anche interessante notare che ormai i protestanti non sono più al primo posto né a Zurigo né a Ginevra né a Basilea né a Losanna né a Neuchatel, sorpassati dai cattolici e/o dai non credenti. Altra constatazione statistica: nel 2012 il protestantesimo in Svizzera ha registrato più abbandoni del cattolicesimo (come del resto in Germania): un dato che si ritrova in tutta la Confederazione, ad eccezione del territorio corrispondente alla diocesi di Coira (che comprende Zurigo), dove la situazione in campo cattolico è assai conflittuale.

Un  caso molto significativo è quello dell’Olanda: lì i protestanti, che nel 1971 erano il 35,9% della popolazione, nel 2010 erano scesi al 15,6% (i cattolici dal 40,4 al 24,5%). Quando nel 2004 le tre principali denominazioni protestanti si unirono (calvinisti ortodossi, calvinisti moderati, luterani), il gregge comprendeva oltre 2.400.000 pecorelle. Oggi ne restano meno di 1.800.000. Da notare che l’Olanda è stata la prima nazione al mondo a riconoscere i cosiddetti “matrimoni gay”; ed è tristemente pure alla cosiddetta avanguardia in materia di fine vita, insieme con il Belgio, Paese ex-cattolico."


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