La Lega Musulmana Mondiale: «Gli imam in Italia ignoranti e pericolosi» - Secolo d'Italia: "Completamente digiuni di Corano, non in grado di integrarsi nella società italiana, chiusi in un modo a parte e guidati da imam ignoranti, non in grado di prevenire e combattere le idee terroristiche di Al Qaeda o dell’Isis. È il quadro tratteggiato ai giornalisti dal nuovo presidente in Italia della Lega musulmana mondiale, Fareed Alkhotani, saudita a cui è stato affidato un compito tutto in salita, quello di riorganizzare comunità che, a suo dire, sono “le peggiori” in Europa, come capacità di dialogo e inserimento
La Lega musulmana mondiale accusa gli imam
«I musulmani in Italia – ha spiegato Fareed Alkhotani – non hanno una conoscenza approfondita della religione islamica e non sono in grado di dialogare con il governo nazionale, a differenza di quanto fanno le comunità in Austria, in Belgio, in Francia e in Germania». I circa un milione settecentomila musulmani in Italia sono divisi in duemila moschee, associazioni, centri culturali che spesso vanno ognuno per la propria strada. Per questo, a giudizio della Lega musulmana mondiale, la minoranza musulmana in Italia è quella che si rapporta nel modo peggiore, in ambito europeo, sia alla propria fede sia al Paese in cui vive. I motivi, ha elencato il dirigente della Lega Musulmana Mondiale, sono tre: «un’assoluta ignoranza del Corano, alcuni giovani non ne sanno nemmeno una parola»; il fatto di trovarsi, come musulmani, nei gradini più bassi e in lavori sottopagati e «di non avere gli strumenti culturali per inserirsi», il «costruire società parallele a quella italiana». Ciò «ha impedito il dialogo» e provocato «il mancato riconoscimento da parte delle autorità italiane della comunità musulmana, nonostante le richieste avanzate da alcune organizzazioni islamiche, come l’Ucoii (sigla talvolta accusata di simpatie per i Fratelli Musulmani), il Coreis (su posizioni moderate), la Federazione maghrebina“.
Basta con le moschee che non seguono le regole italiane
«Se tu vuoi fare un discorso serio – ha sottolineato il presidente della Lega in Italia – devi prendere i valori su cui si basa la cittadinanza italiana, confrontarti con i principi democratici che regolano il Paese dove vivi. Non è ammissibile avere moschee, associazioni, luoghi di culto legati ai paesi di origine e non alle regole e ai problemi della società italiana. Piccola o grande, la minoranza musulmana deve far parte dell’Italia».
“Attenti, l’uso delle parole arabe può essere rovesciato”
Alkhotani parla da un osservatorio privilegiato: in questi mesi ha visitato quasi tutti i luoghi di culto musulmani in Italia. «A parte gli albanesi, la maggior parte degli imam che ho incontrato non sanno il loro mestiere, non hanno mai fatto studi precisi. Non parlano chiaramente di andare a combattere con l’Isis, ma l’uso delle parole arabe può essere rovesciato 60 volte al minuto e loro fanno prediche adatte per un quartiere povero del Cairo e non per persone che vivono in Europa. Le prediche devono parlare dei problemi italiani, dell’inserimento dei musulmani», ha osservato il presidente della Lega musulmana mondiale. Il terrorismo si evita “predicando bene” e soprattutto chiarendo che i miliziani dell’Isis contraddicono con le loro azioni tutti i precetti del Corano."
La Lega musulmana mondiale accusa gli imam
«I musulmani in Italia – ha spiegato Fareed Alkhotani – non hanno una conoscenza approfondita della religione islamica e non sono in grado di dialogare con il governo nazionale, a differenza di quanto fanno le comunità in Austria, in Belgio, in Francia e in Germania». I circa un milione settecentomila musulmani in Italia sono divisi in duemila moschee, associazioni, centri culturali che spesso vanno ognuno per la propria strada. Per questo, a giudizio della Lega musulmana mondiale, la minoranza musulmana in Italia è quella che si rapporta nel modo peggiore, in ambito europeo, sia alla propria fede sia al Paese in cui vive. I motivi, ha elencato il dirigente della Lega Musulmana Mondiale, sono tre: «un’assoluta ignoranza del Corano, alcuni giovani non ne sanno nemmeno una parola»; il fatto di trovarsi, come musulmani, nei gradini più bassi e in lavori sottopagati e «di non avere gli strumenti culturali per inserirsi», il «costruire società parallele a quella italiana». Ciò «ha impedito il dialogo» e provocato «il mancato riconoscimento da parte delle autorità italiane della comunità musulmana, nonostante le richieste avanzate da alcune organizzazioni islamiche, come l’Ucoii (sigla talvolta accusata di simpatie per i Fratelli Musulmani), il Coreis (su posizioni moderate), la Federazione maghrebina“.
Basta con le moschee che non seguono le regole italiane
«Se tu vuoi fare un discorso serio – ha sottolineato il presidente della Lega in Italia – devi prendere i valori su cui si basa la cittadinanza italiana, confrontarti con i principi democratici che regolano il Paese dove vivi. Non è ammissibile avere moschee, associazioni, luoghi di culto legati ai paesi di origine e non alle regole e ai problemi della società italiana. Piccola o grande, la minoranza musulmana deve far parte dell’Italia».
“Attenti, l’uso delle parole arabe può essere rovesciato”
Alkhotani parla da un osservatorio privilegiato: in questi mesi ha visitato quasi tutti i luoghi di culto musulmani in Italia. «A parte gli albanesi, la maggior parte degli imam che ho incontrato non sanno il loro mestiere, non hanno mai fatto studi precisi. Non parlano chiaramente di andare a combattere con l’Isis, ma l’uso delle parole arabe può essere rovesciato 60 volte al minuto e loro fanno prediche adatte per un quartiere povero del Cairo e non per persone che vivono in Europa. Le prediche devono parlare dei problemi italiani, dell’inserimento dei musulmani», ha osservato il presidente della Lega musulmana mondiale. Il terrorismo si evita “predicando bene” e soprattutto chiarendo che i miliziani dell’Isis contraddicono con le loro azioni tutti i precetti del Corano."
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