martedì 9 dicembre 2014

Papa Francesco ai cristiani di Erbil: "Vorrei essere lì con voi. Siete nel mio cuore e nelle mie preghiere"

Papa Francesco ai cristiani di Erbil: "Vorrei essere lì con voi. Siete nel mio cuore e nelle mie preghiere": "È un messaggio accorato e sentito, pieno di commozione e vicinanza spirituale quello che Papa Francesco invia oggi ai cristiani del Medio Oriente costretti a scappare sotto la minaccia dell'Isis. Bergoglio parla alle famiglie cristiane sfollate a Erbil, nel Kurdistan iracheno: le stesse che con la campagna "HuffPost/Un Ponte per" stiamo cercando di aiutare. Eccolo, dunque, il suo messaggio, registrato a poca distanza dall'incontro con il cardinale di Lione Philippe Barbarin, reduce dalla sua seconda visita a Erbil.

Cari fratelli e sorelle, vorrei salutare tutti e ciascuno di voi, insieme al Cardinale Philippe Barbarin, che nuovamente vi porta la preoccupazione e l’amore della Chiesa tutta. Anche io vorrei essere lì, ma poiché non posso viaggiare, lo faccio così… ma vi sono tanto vicino in questi momenti di prova. Ho detto, nel ritorno dal mio viaggio in Turchia: i cristiani sono cacciati via dal Medio Oriente, con sofferenza.
Vi ringrazio della testimonianza che voi date; c’è tanta sofferenza nella vostra testimonianza. Grazie! Grazie tante!
Sembra che lì non vogliano che ci siano i cristiani, ma voi date testimonianza di Cristo. Penso alle piaghe, ai dolori delle mamme con i loro bambini, degli anziani e degli sfollati, alle ferite di chi è vittima di ogni tipo di violenza.
Come ho ricordato ad Ankara, particolare preoccupazione desta il fatto che soprattutto a causa di un gruppo estremista e fondamentalista, intere comunità, specialmente - ma non solo - i cristiani e i yazidi, hanno patito, e tutt’ora soffrono, violenze disumane a causa della loro identità etnica religiosa. Cristiani e yazidi sono stati cacciati con la forza dalle loro case, hanno dovuto abbandonare ogni cosa per salvare la propria vita e non rinnegare la fede. La violenza ha colpito anche edifici sacri, monumenti, simboli religiosi e i patrimoni culturali, quasi a voler cancellare ogni traccia, ogni memoria dell’altro.
In qualità di capi religiosi, abbiamo l’obbligo di denunciare tutte le violazioni della dignità e dei diritti umani!
Io oggi vorrei avvicinarmi a voi che sopportate questa sofferenza, esservi vicino…
E penso a santa Teresa del Bambin Gesù, che diceva che lei e la Chiesa si sentiva come una canna: quando viene il vento, la tempesta, la canna si piega, ma non si rompe! Voi siete in questo
momento questa canna, voi vi piegate con dolore, ma avete questa forza di portare avanti la vostra fede, che per noi è testimonianza. Voi siete le canne di Dio oggi! Le canne che si abbassano con questo vento feroce, ma poi sorgeranno!
Voglio ringraziare un’altra volta. Prego lo Spirito che fa nuove tutte le cose, di donare a ciascuno di voi forza e resistenza. È un dono dello Spirito Santo. E insieme chiedo con forza, come già ho fatto in Turchia, una maggiore convergenza internazionale volta a risolvere i conflitti che insanguinano le vostre terre di origine, a contrastare le altre cause che spingono le persone a lasciare la loro patria e a promuovere le condizioni perché possano rimanere o ritornare. Io vi auguro che voi ritorniate, che voi possiate ritornare.
Cari fratelli e sorelle, siete nel mio cuore, nella mia preghiera e nei cuori e nelle preghiere di tutte le comunità cristiane a cui chiederò di pregare, in special modo per voi, il giorno 8 dicembre, pregare la Madonna perché vi custodisca: Lei è madre, che vi custodisca.
Fratelli e sorelle, la vostra resistenza è martirio, rugiada che feconda. Per favore, vi chiedo di pregare per me, che il Signore vi benedica, che la Madonna vi custodisca. Vi benedica Dio onnipotente, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo
."


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