Israele, sogno e bisogno. Boom di ebrei italiani emigrati in Terra Santa - IlGiornale.it: "È una pulsione, una necessità, scavalca ogni stereotipo italiano, la mamma, il cibo e il campanile che ci piacciono tanto: i giovani ebrei della comunità italiana più che mai nel passato, prendono un volo elal per Tel Aviv, salgono al primo piano dell'aereoporto, ufficio accoglienza, con le carte che provano la loro origine di provenienza e fanno l' aliah .
La bandiera israeliana sventola davanti alla Cupola della Roccia
Richiedono cioè sul posto la cittadinanaza israeliana che secondo la legge del ritorno per cui ogni ebreo deve avere ormai una patria sicura, hanno diritto a ricevere. Il 2014 registrerà il numero più alto di ebrei immigrati in Israele dall'Italia negli ultimi 40 anni: fino allo scorso ottobre si sono avuti 300 nuovi immigrati, un numero notevole se si pensa che rappresenta circa l'uno per cento della minuscola comunità che vive in Italia.
È la comunità più antica del mondo dopo quella di Israele, ha abitato le rive del Tevere da prima ancora di quel 70 dC quando, per somma disgrazia, i romani distrussero il grande Tempio situato dove oggi sorgono le Moschee a Gerusalemme. L'arco di Tito a Roma fotografa nel marmo gli schiavi deportati con la menorah , il candeliere ebraico, sulle spalle mentre sfilano in onore dell'imperatore. Nei millenni gli ebrei sono rimasti orgogliosi e romani, anche se poi furono rinchiusi nel ghetto fino al 1860 e il Papa una volta l'anno ne faceva rotolare qualcuno nella pece e le piume, e lo prendeva ritualmente a calci. C'è chi dice che siano gli unici veri antichi romani rimasti. Ed ecco che se ne vanno, soprattutto dalla capitale.
Un'altra ondata migratoria, dice il famoso demografo professor Sergio della Pergola, dopo quella degli anni immediatamente successivi alla Guerra dei Sei Giorni, quando l'entusiasmo per la vittoria e il rinnovato spirito pionieristico spinsero il sionismo alle stelle: così nel 1970 si ebbero 339 immigrati e 309 nel '71. Della Pergola cita anche un altro dato significativo: l'80 per cento dei giovani ebrei italiani ha compilato il test di ammissione (che esiste anche in italiano) per le università israeliane. L'attuale tasso di natalità degli ebrei italiani produce circa 200 diciottenni l'anno, e quest'anno sono stati circa 180 quelli che hanno riempito i formulari. Un'intera generazione. Micol Campagnano, 26 anni, è un esempio molto completo delle ragioni per cui un ragazzo lascia l'Italia e viene a stare in Israele. Lo sfondo della crisi economica è sempre presente: «L'Italia ha un sapore stantio, chiuso, è un Paese privo di prospettiva e quindi anche di emozione e di slancio» ma soprattutto Israele accende l'emozione che è in ogni giovane, la speranza di dare un senso compiuto alla propria vita e così è per Micol: «Da anni volevo tornare a casa»."
La bandiera israeliana sventola davanti alla Cupola della Roccia
Richiedono cioè sul posto la cittadinanaza israeliana che secondo la legge del ritorno per cui ogni ebreo deve avere ormai una patria sicura, hanno diritto a ricevere. Il 2014 registrerà il numero più alto di ebrei immigrati in Israele dall'Italia negli ultimi 40 anni: fino allo scorso ottobre si sono avuti 300 nuovi immigrati, un numero notevole se si pensa che rappresenta circa l'uno per cento della minuscola comunità che vive in Italia.
È la comunità più antica del mondo dopo quella di Israele, ha abitato le rive del Tevere da prima ancora di quel 70 dC quando, per somma disgrazia, i romani distrussero il grande Tempio situato dove oggi sorgono le Moschee a Gerusalemme. L'arco di Tito a Roma fotografa nel marmo gli schiavi deportati con la menorah , il candeliere ebraico, sulle spalle mentre sfilano in onore dell'imperatore. Nei millenni gli ebrei sono rimasti orgogliosi e romani, anche se poi furono rinchiusi nel ghetto fino al 1860 e il Papa una volta l'anno ne faceva rotolare qualcuno nella pece e le piume, e lo prendeva ritualmente a calci. C'è chi dice che siano gli unici veri antichi romani rimasti. Ed ecco che se ne vanno, soprattutto dalla capitale.
Un'altra ondata migratoria, dice il famoso demografo professor Sergio della Pergola, dopo quella degli anni immediatamente successivi alla Guerra dei Sei Giorni, quando l'entusiasmo per la vittoria e il rinnovato spirito pionieristico spinsero il sionismo alle stelle: così nel 1970 si ebbero 339 immigrati e 309 nel '71. Della Pergola cita anche un altro dato significativo: l'80 per cento dei giovani ebrei italiani ha compilato il test di ammissione (che esiste anche in italiano) per le università israeliane. L'attuale tasso di natalità degli ebrei italiani produce circa 200 diciottenni l'anno, e quest'anno sono stati circa 180 quelli che hanno riempito i formulari. Un'intera generazione. Micol Campagnano, 26 anni, è un esempio molto completo delle ragioni per cui un ragazzo lascia l'Italia e viene a stare in Israele. Lo sfondo della crisi economica è sempre presente: «L'Italia ha un sapore stantio, chiuso, è un Paese privo di prospettiva e quindi anche di emozione e di slancio» ma soprattutto Israele accende l'emozione che è in ogni giovane, la speranza di dare un senso compiuto alla propria vita e così è per Micol: «Da anni volevo tornare a casa»."
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