Papa Francesco: 'siamo nella terza Guerra Mondiale' di Beppe Giulietti | San Francesco - Rivista del Sacro Convento di San Francesco di Assisi: "Non occorre essere " Papisti" per riconoscersi nelle parole pronunciate da Francesco contro la terza guerra mondiale e sulla necessità di fermare gli aggressori senza massacrare la popolazione civile.
Il Papa non ha usato parole generiche, non si è limitato alla condanna dell'inutile strage, ma ha offerto se stesso come testimone, dichiarando la sua disponibilita a recarsi in Kurdistan nelle terre del dolore e del conflitto.
Poteva limitarsi a far sentire la sua voce e la sua preghiera per i cristiani in fuga, ma ha voluto estendere il suo No alle guerre (al terrorismo, ai massacri),a tutti i conflitti, sempre, comunque, dovunque, compresi luoghi dove vengono uccise donne e uomini che credono diversamente o non credono affatto.
Questa denuncia va legata strettamente alle sue parole contro i trafficanti d'armi, contro coloro che guadagnano nelle e dalla guerre, contro la tratta degli esseri umani.
Come non condividere, infine, l'appello a riportare dentro l'Onu la decisione sugli interventi militari e sulle attività di prevenzione e di vigilanza?
Qualcuno ha storto la bocca, altri, magari a mezza voce, lo accusano di ingenuità, di scarso senso politico, ma quelli che puntano il dito sono spesso gli stessi che non hanno mai mosso un dito per fermare un massacro e che, con il loro presunto realismo, portano non poche responsabilità per questa " Terza guerra mondiale".
Per questo ci sembra giusto non solo raccogliere questo appello, ma lavorare a costruire la più vasta alleanza tra quanti, a prescindere dalla loro fede religiosa o politica, vogliono battersi per un progetto di pace,ora e subito.
Il prossimo 19 ottobre si svolgerà la marcia Perugia Assisi, voluta dalla Tavola della pace, potrebbe e dovrebbe diventare l'iniziativa capace di scuotere la pubblica opinione italiana e non solo."
Il Papa non ha usato parole generiche, non si è limitato alla condanna dell'inutile strage, ma ha offerto se stesso come testimone, dichiarando la sua disponibilita a recarsi in Kurdistan nelle terre del dolore e del conflitto.
Poteva limitarsi a far sentire la sua voce e la sua preghiera per i cristiani in fuga, ma ha voluto estendere il suo No alle guerre (al terrorismo, ai massacri),a tutti i conflitti, sempre, comunque, dovunque, compresi luoghi dove vengono uccise donne e uomini che credono diversamente o non credono affatto.
Questa denuncia va legata strettamente alle sue parole contro i trafficanti d'armi, contro coloro che guadagnano nelle e dalla guerre, contro la tratta degli esseri umani.
Come non condividere, infine, l'appello a riportare dentro l'Onu la decisione sugli interventi militari e sulle attività di prevenzione e di vigilanza?
Qualcuno ha storto la bocca, altri, magari a mezza voce, lo accusano di ingenuità, di scarso senso politico, ma quelli che puntano il dito sono spesso gli stessi che non hanno mai mosso un dito per fermare un massacro e che, con il loro presunto realismo, portano non poche responsabilità per questa " Terza guerra mondiale".
Per questo ci sembra giusto non solo raccogliere questo appello, ma lavorare a costruire la più vasta alleanza tra quanti, a prescindere dalla loro fede religiosa o politica, vogliono battersi per un progetto di pace,ora e subito.
Il prossimo 19 ottobre si svolgerà la marcia Perugia Assisi, voluta dalla Tavola della pace, potrebbe e dovrebbe diventare l'iniziativa capace di scuotere la pubblica opinione italiana e non solo."
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