Kenya, musulmani radicali prendono il controllo della costa. Sale l'instabilità - Redattore Sociale: LA DOMANDA E' SEMPRE LA STESSA .... "NAIROBI - La crescente ondata di attacchi terroristici in Kenya, che vanno di pari passo con quelli messi in atto da Boko Haram, il gruppo di islamisti radicali nel nord della Nigeria, è un chiaro segnale che Al Shabaab (l'ala somala di Al Quaeda) non smetterà di attaccare finché le truppe keniane resteranno in Somalia, che hanno occupato nell'ottobre 2011. L'esercito non ha mai usato mezzi termini per giustificare gli attacchi, dei quali si assume la responsabilità.
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La regione costiera - cuore del turismo in Kenya che contribuisce al 15% del Pil del paese - è stata quella maggiormente colpita. Le nazioni occidentali, principali fonti di guadagno, continuano a emettere avvertimenti per i propri viaggiatori. A maggio, ad esempio, quasi 300 turisti per lo più britannici sono stati evacuati da Mombasa e costretti a terminare in anticipo le vacanze. In seguito nella città portuale 25 hotel hanno chiuso e più di 5000 lavoratori sono stati licenziati o sospesi. Altri stabilimenti alberghieri nelle città costiere di Lamu e Malindi restano chiusi o con appena il 5 per cento di camere piene. Ciò ha portato a una perdita di mezzi di sostentamento per una regione che dipende fortemente dal turismo. "Non so come farò a mantenere mia moglie e i miei figli che vanno già a scuola", si chiede John Katana, che ha perso il lavoro a seguito dei tagli al personale in uno degli hotel.
La situazione è aggravata dall'espansione del radicalismo islamico, che è costato la vita ad autorità religiose moderate e non, e ad alcuni attivisti per i diritti umani. Rapporti segreti recenti lasciano ipotizzare che il gruppo di islamisti radicali si sia infiltrato nelle madrassas (classi sul Corano), in moschee molto note e in alcune scuole superiori keniote. Nei rapporti si legge inoltre che esiste una rete di potenzialmente 2500 venditori e fornitori che sostengono la causa di Al Shabaab o comunque somala. Anche molte autorità religiose moderate hanno di recente affermato che in alcune scuole e moschee si stanno manifestando forme di radicalizzazione. Per questo hanno richiesto un "programma unificato" islamico nella speranza di fermare i nuovi indottrinamenti."
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