"Bravi ragazzi" a Roma. Guerriglieri santi in Siria - Esteri - iltempo: E' FORSE DOVUTO ALLA MANCANZA DI IDEALI .... E DI POSSIBILITA' DI SVILUPPO DELLA PROPRIA PERSONALITA' ...??? !!!. "Da Roma in Siria, passando per il Marocco e la Turchia. È una delle rotte dei combattenti volontari al jihad, che dalla Capitale si muovono per raggiungere i teatri di guerra Mediorientali a fianco dell'Isis. Sono le seconde generazioni di immigrati, giovani insospettabili nati in Italia da famiglie arrivate nel nostro paese almeno da vent'anni. L'allarme arriva da fonti interne alla comunità musulmana romana, che parlano di un «fenomeno sommerso» proprio a causa delle caratteristiche di insospettabilità dei protagonisti. Al momento il numero dei volontari attivi a Roma, sarebbe di almeno 20 giovani, tutti tra i 18 e i 28 anni. Non si esclude, però, che la cifra possa essere maggiore, vista anche la difficoltà di individuazione.
«Sono nati in Italia - riferiscono le fonti - hanno studiato qui e hanno una chiara connotazione occidentale. Nessuno mai immaginerebbe che sono dei fondamentalisti, anche perchè nei loro comportamenti non è possibile cogliere alcun segnale». I giovani mujaheddin che partono da Roma, secondo le indicazioni delle fonti, non frequenterebbero alcuna moschea e non sono inseriti nei normali circuiti religiosi della comunità musulmana. «Proprio per questo sfuggono all'occhio degli investigatori», spiegano. Quasi sempre, inoltre, le famiglie ignorano questo aspetto della loro vita. «In molti casi i giovani dicono di partire per una vacanza con gli amici - riferiscono dagli ambienti dell'Islam romano - invece fanno tutt'altro, raggiungendo la Siria o l'Iraq dove combattono come volontari con il gruppo jihadista dell'Isis».
Un panorama allarmante, dunque, che nasce e si muove all'interno di un mondo sommerso difficile da intercettare. L'indottrinamento e l'arruolamento, in questi casi, avvengono attraverso internet, che fornisce anche il supporto e le indicazioni per l'eventuale partenza. Nessun incontro con imam in moschee non autorizzate e nessun segnale di cambiamento fisico o caratteriale. Tutto avviene nel buio del web, che accoglie i segreti e i piani dei jihadisti di casa nostra. Attraverso la rete, inoltre, i giovani volontari romani vengono a contatto con altri combattenti, che hanno già esperienza, e con cui esiste un fitto scambio di informazioni. In prevalenza da Roma partono le seconde generazioni di marocchini, algerini e siriani che in Italia conducono uno stile di vita in tutto e per tutto occidentale. «Sono ragazzi con un buon grado di cultura - specificano le fonti - che hanno studiato e molti sono iscritti all'università. La maggior parte sono cittadini italiani e quindi questo facilita per certi aspetti i loro movimenti e il ritorno nel nostro Paese»."
«Sono nati in Italia - riferiscono le fonti - hanno studiato qui e hanno una chiara connotazione occidentale. Nessuno mai immaginerebbe che sono dei fondamentalisti, anche perchè nei loro comportamenti non è possibile cogliere alcun segnale». I giovani mujaheddin che partono da Roma, secondo le indicazioni delle fonti, non frequenterebbero alcuna moschea e non sono inseriti nei normali circuiti religiosi della comunità musulmana. «Proprio per questo sfuggono all'occhio degli investigatori», spiegano. Quasi sempre, inoltre, le famiglie ignorano questo aspetto della loro vita. «In molti casi i giovani dicono di partire per una vacanza con gli amici - riferiscono dagli ambienti dell'Islam romano - invece fanno tutt'altro, raggiungendo la Siria o l'Iraq dove combattono come volontari con il gruppo jihadista dell'Isis».
Un panorama allarmante, dunque, che nasce e si muove all'interno di un mondo sommerso difficile da intercettare. L'indottrinamento e l'arruolamento, in questi casi, avvengono attraverso internet, che fornisce anche il supporto e le indicazioni per l'eventuale partenza. Nessun incontro con imam in moschee non autorizzate e nessun segnale di cambiamento fisico o caratteriale. Tutto avviene nel buio del web, che accoglie i segreti e i piani dei jihadisti di casa nostra. Attraverso la rete, inoltre, i giovani volontari romani vengono a contatto con altri combattenti, che hanno già esperienza, e con cui esiste un fitto scambio di informazioni. In prevalenza da Roma partono le seconde generazioni di marocchini, algerini e siriani che in Italia conducono uno stile di vita in tutto e per tutto occidentale. «Sono ragazzi con un buon grado di cultura - specificano le fonti - che hanno studiato e molti sono iscritti all'università. La maggior parte sono cittadini italiani e quindi questo facilita per certi aspetti i loro movimenti e il ritorno nel nostro Paese»."
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