@ - Corre la robotica nei cantieri, nell’e-commerce , negli uffici sottraendo posti di lavoro. La ricetta del Governo:
1 milione di giovani nell’amministrazione
Niente di meglio di una Fiera dell’innovazione per intuire come l’intelligenza artificiale, sostenuta dallo stesso Governo cinese, darà il colpo di grazia al traballante mercato del lavoro. Dimenticate le catene di montaggio della fabbrica del mondo con gli operai rimpiazzati dai robot, perché l’erosione di posti un tempo sicuri si allarga a vista d’occhio, la demografia della Cina è declinante - nel 2023 il primo storico calo, di questo passo in 45 anni la popolazione dimezzerà - mentre l’incrocio tra domanda e offerta è chiaramente distopico.
La start up
Cooneo, Kunyu technologies in inglese, è una start up con sede a Shenzhen, giusto di fronte a Macao e Hong Kong, che s’è guadagnata il posto d’onore a Beyond Expo per la duttilità delle applicazioni nel campo della robotica.
Su Weibo i gadget Cooneo vengono sponsorizzati come «regali per la festa del papà» (lui si riposa sulla sdraio, la macchinetta si occupa del giardino) ma, attenzione: la realtà è che Cooneo ha sfornato robottini super efficienti in grado di sostituire decine e decine di magazzinieri e di coordinatori e manager della supply chain dell’e-commerce tipo Ikea o Amazon, in un sol colpo. Pouf! Spariti, perché il mercato di Cooneo è al 45% locale, quindi a soffrire, a vari livelli, saranno gli stessi cinesi. Cannibalizzati.
La task force R&D di Cooneo è straordinaria ma mignon, una ventina di giovani ricercatori di altissimo livello, talenti in competizione sfrenata nel mettere a punto il ritrovato più nuovo, per far risparmiare tempo e soldi e, ovviamente, posti di lavoro.
L’elevata disoccupazione giovanile
In Cina la disoccupazione giovanile è ormai a livelli insostenibile per una società in cui fino a qualche decennio fa i concetti di fallimento aziendale, sconti di prezzo pianificati e, anche, mancanza di lavoro, erano pressoché sconosciuti. Ma anche la fascia degli impiegati deve stare in guardia, qui a Beyond c’è chi ha elaborato un aggeggio a quattro ruote che sbriga i lavori di ufficio meglio degli esseri umani. Il Paese sta lottando per trovare posti di lavoro nei posti giusti e, consapevole del problema, in aprile il Governo ha pubblicato una serie di politiche progettate per stimolare il mercato del lavoro, compresi i sussidi per aziende che assumono laureati disoccupati. I lavori al desk sono la scorciatoia, il Governo vuole che le imprese statali assumano un milione di tirocinanti nel 2023 e ha fissato l’obiettivo di 12 milioni di nuovi posti, uno in più del 2022. La selezione dei talenti migliori è diventata terribile, il gaokao, il test di maturità in grado di piazzarti in una buona università «tanto poi il lavoro sicuro arriva», non funziona più.
Ad aprile la disoccupazione giovanile ha toccato quota 20,4% nella fascia tra i 16 e i 24 anni di età, quattro volte il tasso di disoccupazione vicino al 5%. I quasi 11,6 milioni di studenti che si laureeranno a giugno dovranno affrontare una realtà ostile. Il copione cinese secondo Goldman Sachs ricalca la disoccupazione giovanile superiore al 20% in diversi Paesi europei, mentre negli Stati Uniti è vicina al 10%. Fa specie che gli Usa dichiarino oltre 330mila nuove assunzioni a maggio ma, è un dato di fatto, in Cina la stagione degli automatismi è agli sgoccioli. Non ci sono posti per tutti. E l’automazione sostituisce l’uomo. La SquareDog Robotics, costituita da software AI potenziato e hardware nelle costruzioni, non a caso si è alleata con il gigante China state construction: macchine per costruire ponti, tinteggiare pareti, vigilare sulla sicurezza di cantieri senza operai né ingegneri.
L’impatto dell’intelligenza artificiale
Cinque anni fa PwC aveva ipotizzato, in uno scenario completamente diverso, l’impatto dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie correlate stimando una crescita dell’occupazione fino al 12% in Cina rispetto ai prossimi due decenni. In pratica, altri 93 milioni di posti di lavoro nel 2037, con l’eccezione di costruzioni e agricoltura fanalino di coda, ma a parità di produttività e con salari adeguati.
Ma il potenziale della Cina come leader mondiale nel futuro è incerto. Si stima al contrario che l’intelligenza artificiale e le tecnologie come robot, droni e veicoli autonomi, potrebbero soppiantare circa il 26% dei posti di lavoro esistenti nei prossimi due decenni. McKinsey poneva cinque priorità per un effetto positivo sul lato della domanda che, però, non si sono verificate: costruire un solido ecosistema di dati; stimolare l’adozione dell’intelligenza artificiale nelle industrie tradizionali; rafforzare i talenti; garantire sistemi di istruzione e formazione all’altezza della sfida; infine stabilire un consenso etico e legale tra i cittadini cinesi e nella comunità globale. Di certo la chatbot di SenseTime che, in diretta, nello stand si presenta con un «Ciao, sono Shirley, il tuo avatar», fa impressione e inorgoglisce, per quanto sembra vera, ma di certo non risolve la montagna di problemi da superare.
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