@ - In genere le cronache europee si affievoliscono a fine anno, fra la pausa natalizia e la chiusura delle istituzioni. Il 2022 sta riservando scintille anche nel suo finale.
Il Parlamento Ue è scosso o, per meglio dire, travolto dal cosiddetto scandalo del Qatar: l'inchiesta della procura federale belga su un sistema di corruzione che sarebbe stato imbastito da Doha, con l’obiettivo di assicurarsi influenze e politiche favorevoli nel cuore della Ue.
Le accuse sul tavolo del Qatargate sono associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio di denaro, in quello che viene classificato come uno dei casi più gravi (e dannosi) nella storia delle istituzioni comunitarie. L'indagine ha condotto, per ora, all'arresto di quattro figure che orbitano a vario titolo intorno all'Eurocamera: Eva Kaili, greca, ormai ex vicepresidente socialdemocratica del Parlamento europeo; Pier Antonio Panzeri, all’Eurocamera fra 2014 e 2019, sempre nel gruppo dei Socialisti&Democratici; Francesco Giorgi, compagno di Kaili e assistente parlamentare del deputato Pd Adrea Cozzolino; Niccolò Figà-Talamanca, presidente della organizzazione non governativa No Peace Without Justice.
La lista potrebbe allungarsi nei prossimi giorni e settimane, infliggendo un colpo ancora più violento all’immagine dell’assemblea parlamentare europea. Il terremoto Qatar ha evocato più di un parallelo con la stagione italiana di Mani Pulite, per l’impatto politico e le dinamiche scovate dagli inquirenti: dai sacchi di denaro contante nascosti nelle abitazioni degli indagati a episodi più «pittoreschi», come il padre di Kaili bloccato in aeroporto mentre tentava di imbarcarsi su un volo Ryanair con una valigia stipata di banconote.
La presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, ha assicurato che il Parlamento Ue «andrà giù duro» sulla vicenda e sottolineato la collaborazione fra l’istituto e gli inquirenti belgi. L’Eurocamera ha votato una risoluzione per sospendere qualsiasi lavoro legislativo su norme che riguardano il Qatar, mentre Metsola annuncia un pacchetto di riforme per aumentare la trasparenza nelle istituzioni Ue.
Nel frattempo, l’attività delle istituzioni Ue va avanti - quasi - come se nulla fosse. La Commissione europea ha espresso il suo giudizio sulla prima legge di Bilancio del governo Meloni, promuovendo con riserva la manovra presentata a Bruxelles. Come scrive nel suo servizio Beda Romano, l’esecutivo riconosce che la legge rispetta le raccomandazioni di luglio e limita l’aumento della spesa corrente.
Al tempo stesso, però, la Commissione critica misura bandiera della maggioranza di destra-centro come la revisione dell’obbligo di pagamenti via Pos e il condono delle multe. Il testo, annota Bruxelles, «include misure che non sono coerenti con la parte strutturale delle precedenti raccomandazioni di bilancio, in particolare per quanto riguarda il sistema pensionistico e l'evasione fiscale, anche per quanto riguarda l'uso obbligatorio dei pagamenti elettronici e le soglie legali per i pagamenti in contanti».
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