Lo dice forte e chiaro il premier Mario Draghi, nell'informativa in Senato (e a seguire alla Camera dei Deputati) sulla guerra in Ucraina, ringraziando le forze politiche per "il sostegno dato al governo nell'affrontare questa crisi". Un modo per ricordare, a chi lo avesse dimenticato, che c'è stato un voto ampio e condiviso e l'indirizzo politico è stato discusso e deciso dalla maggioranza. "La risoluzione approvata a larghissima maggioranza che ha impegnato il governo - sottolinea - tra l'altro a sostenere dal punto di vista umanitario, finanziario e militare l'Ucraina; a tenere alta la pressione sulla Russia, anche attraverso sanzioni; a ricercare una soluzione negoziale, ha guidato in modo molto chiaro l'azione di governo e rafforzato la nostra posizione a livello internazionale. Il governo intende continuare a muoversi nel solco di questa risoluzione". Inoltre, osserva Draghi sul tema anche il Copasir (il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) "ha sempre riscontrato la coerenza del sostegno offerto rispetto alle indicazioni e agli indirizzi del Parlamento". Insomma, con una risposta indiretta al pressing avanzato da alcune forze politiche nel merito - a cominciare dal M5S - il capo dell'esecutivo ricorda che l'indirizzo politico non è cambiato.
Detto ciò il premier ribadisce con determinazione la posizione del paese: "L'Italia si muoverà a livello bilaterale e con i partner europei" alla ricerca di un percorso che porti alla pace, "ma dovrà' essere l'Ucraina e nessun altro a decidere che pace accettare, anche perché una pace non accettabile non sarebbe sostenibile".
L'obiettivo resta quella di un cessate il fuoco e di un'azione diplomatica che continui a cercare la via del negoziato. "Per evitare che la crisi umanitaria continui ad aggravarsi bisogna raggiungere quanto prima un cessate il fuoco e far ripartire con forza i negoziati - insiste Draghi - è la posizione dell'Italia ed e' un'aspirazione europea che ho condiviso con il presidente Joe Biden durante la mia recente visita a Washington". Per costruire una pace duratura e una coesistenza pacifica" dopo la guerra, "servirà anche uno sforzo creativo", ipotizza il premier "una conferenza internazionale sul modello di quella di Helsinki". Draghi ha citato le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e ha aggiunto che una volta ottenuto il cessate il fuoco "occorrerà costruire un quadro internazionale rispettoso e condiviso", con l'obiettivo di "rendere duraturo il processo" di pace.
Negli "incontri" internazionali "ho riscontrato apprezzamento universale per la posizione italiana fermamente ancorata nel campo transatlantico e nell'Unione europea. Questa posizione ci dà credibilità e ci permette di essere in prima linea senza ambiguità nella ricerca della pace", osserva il premier, rilanciando l'appoggio italiano alla richiesta di Svezia e Finlandia di adesione alla Nato. "L'Italia appoggia con convinzione la richiesta di Svezia e Finlandia di adesione alla Nato" ed "è necessario affiancare alla Nato una difesa comune europea complementare all'Alleanza atlantica", ha aggiunto. "La Nato ha intensificato le azioni sul fianco orientale e il contributo italiano è pari a 2500 unità e nel medio periodo siamo pronti a rafforzare in Ungheria e Bulgaria il nostro impegno con rispettivamente 250 e 750 unità in linea con l'azione dei nostri alleati e valutiamo il sostegno alla Romania per lo sminamento marittimo del Mar Nero e anche alla Slovacchia nella difesa antiaerea".
Poi la comunicazione di un vertice ad Ankara: "A inizio luglio, sarò ad Ankara per il vertice bilaterale con la Turchia - il primo di questo tipo da 10 anni. In questo incontro discuteremo delle prospettive negoziali e diplomatiche del conflitto, e del rafforzamento dei rapporti tra Italia e Turchia".
Sul fronte energia Draghi informa che "le stime del governo indicano che potremo renderci indipendenti dal gas russo nel secondo semestre del 2024", anche se "i primi effetti di questo processo di vedranno già alla fine di quest'anno".
Dopo gli interventi che l'Italia ha messo in campo per tamponare gli effetti del caro energia, "è ora importante che si trovino a livello europeo soluzioni strutturali che superino le distorsioni presenti nei mercati dell'energia" ha puntualizzato il premier ricordando che "la Commissione europea ha presentato ieri il piano 'RePowerEu' che sarà al centro del prossimo Consiglio Europeo straordinario. C'è bisogno di risposte immediate e coraggiose per alleviare l'impatto della crisi sulle nostre economie".
In precedenza Draghi aveva ricordato che "il governo ha adottato interventi significativi per tutelare imprese e famiglie dai rincari energetici. Gli interventi ammontano a 30 miliardi di euro solo per quest'anno per mitigare gli aumenti dei prezzi dei carburanti e ridurre le bollette. Abbiamo destinato i nostri aiuti soprattutto alle fasce più vulnerabili della popolazione, come le famiglie a basso reddito, e i settori produttivi più in difficoltà come le imprese ad alta intensità energetica".
Al termine dell'informativa, in un'aula del Senato con alcuni posti vuoti, gli interventi, dei senatori e dei capigruppo dei partiti: Simona Malpezzi del Pd, Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato, l'azzurro Maurizio Gasparri, la capogruppo del M5S, Mariolina Castellone. In aula Pier Ferdinando Casini, che interviene, Matteo Renzi, e Matteo Salvini anche lui tra gli iscritti a parlare. Assenze nei 5 stelle, che non portano in aula Ettore Licheri (dopo la mancata elezione di ieri alla presidenza della Commissione Esteri), Gianluca Ferrara e Vito Petrocelli. C'è poi Stefania Craxi, neopresidente della Commissione Esteri di Palazzo Madama.
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