martedì 29 settembre 2020

Terrorismo: operazione del Ros che arrestano in Siria Alice Brignoli, moglie di un combattente per l’Isis. Rimpatriati i figli

@ - Il Raggruppamento Operativo Speciale dei carabinieri ha arrestato Alice Brignoli la moglie di Mohamed Koraichi, marocchino che ha abbracciato la causa dell’Isis.


Cinque anni fa i due coniugi erano scappati in Siria con i tre figli. Mentre lui aveva partecipato attivamente alle operazioni dei militanti islamisti, la moglie avrebbe avuto il ruolo di “educare” i figli alla Jahad e all’insegnamento delle dottrine. Questo è quanto hanno ricostruito gli uomini del Ros nelle loro indagini.

La misura cautelare di oggi è stata emessa del Gip di Milano su richiesta della Direzione Distrettuale Antiterrorismo. Al momento altri particolare sulle modalità dell’arresto e sull’individuazione non si conoscono. Saranno resi noti nella conferenza stampa che si terrà alle 10.30 presso la Procura di Milano.

Terrorismo, i Ros concludono l’operazione “match”
È duplice il risultato portato a casa a seguito di questa operazione chiamata “match“: l’arresto della donna sulla quale pendono pesanti accuse come delitto di associazione con finalità di terrorismo internazionale ma anche aver riportato a casa i figli minori.

I bambinI hanno 12, 10 e 8 anni. C’è anche un quarto che “mamma Isis” (così l’ha soprannominata la stampa), quarantatré anni, ha partorito nel paese mediorientale. Quando nel 2015 la donna raggiunge i territori occupati in Siria viveva a Bulciago, in provincia di Lecco.

Purtroppo lei non è stata l’unica foreign fighter, cioè combattenti stranieri che hanno sposato la causa dell’Isis e l’intento di ricostruire un grande Stato islamista tra Siria e Iraq, territori dove tra il VI e VII secolo trovarono terreno fertile i credenti di religione islamica che poi diedero vita all’impero.

Altre donne hanno fatto questa scelta come Maria Giulia Sergio, natia di Torre del Greco, vicino Napoli. Maria Giulia è stata una delle foreign fighter e come in primo grado due anni fa fu condannata anche in appello a nove anni.

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