@ - Alla vigilia dell'apertura del processo per l'attentato del 2015 il settimanale satirico francese ha deciso di rendere omaggio alle vittime e sfidare di nuovo gli integralisti
Charlie Hebdo ripubblica oggi le caricature di Maometto che lo hanno trasformato nel bersaglio dei terroristi islamici. Alla vigilia dell'apertura del processo per l'attentato del gennaio 2015 - nel quale morirono noti vignettisti come Wolinski, Cabu, Charb e Tignous - il settimanale satirico ha deciso di rendere omaggio alle vittime e sfidare di nuovo gli integralisti. "Non chineremo mai la testa, non rinunceremo mai" spiega il direttore Riss.
Le vignette al centro delle polemiche erano state pubblicate la prima volta nel settembre 2005 dal quotidiano danese Jyllands-Posten. In segno di solidarietà, Charlie Hebdo le aveva riprese. In uno dei disegni veniva mostrato il Profeta con una bomba al posto del turbante, o armato di coltello affiancata da due donne con il velo nero. Il settimanale aveva poi subito un processo per un altro disegno di Maometto firmato da Cabu e denunciato come blasfemo da alcune associazioni islamiche. I disegnatori di Charlie Hebdo sono sempre stati prosciolti in un paese in cui la laicità è fortemente divisa e il reato di blasfemia non esiste più. La redazione però ha continuato a ricevere minacce, spesso ignorate. La sede del giornale era stata già una volta bruciata, prima dell'attacco-commando dei fratelli Kouachi, entrati nella riunione del giornale con i kalashnikov al grido di "Allah Akbar". Nelle ore successive erano stati uccisi anche poliziotti, agenti e clienti ebrei di un supermercato.
La decisione del giornale satirico precede l'apertura dell'atteso processo sugli attentati del 2015, in un clima in cui il motto "Je suis Charlie" sembra meno condiviso. Qualche mese fa la giovane studentessa Mila ha dovuto ricevere una protezione della polizia dopo uno sfogo contro l'Islam sul suo profilo Instagram. Oltre alle controverse vignette danesi, la prima pagina del nuovo Charlie Hebdo - in edicola domani - ha un'altra caricatura inedita di Maometto dal titolo "Tout ça pour ça" (traducibile con l'espressione: tanto rumore per nulla) e firmata da Cabu, assassinato cinque anni fa. "Ci è stato spesso chiesto di pubblicare altre vignette di Maometto" spiega il giornale. "Ci siamo sempre rifiutati di farlo, non perché sia proibito, la legge ce lo permette, ma perché ci serviva un buon motivo per farlo, un motivo che avesse senso e che portasse qualcosa al dibattito". I giornalisti di Charlie Hebdo vivono da cinque anni un una redazione-bunker, dall'indirizzo segreto. E molte delle firme, a cominciare da Riss, vivono ancora sotto scorta.
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