@ - Messaggio del capo dello Stato al presidente della Fondazione Meeting Bernhard Scholz: il rilancio è possibile se, accanto al legittimo gioco degli interessi, si manifesta capacità progettuale, che sconfigga spinte alla chiusura.
«Cogliere il cambiamento, di cui l’Unione europea è stata capace nella risposta alla pandemia e nel progettare la ripartenza, è oggi la premessa di un rilancio dell’Italia. Il nostro Paese ha dato prova, ancora una volta, delle sue energie morali e civili e soltanto nell’integrazione e nella solidarietà europea può costruire un domani adeguato per i suoi figli». È uno dei passaggi del messaggio che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli (che si terrà a Rimini dal 18 a l 23 agosto), Bernhard Scholz e dedicato all’emergenza coronavirus. «All’impegno economico, sociale, culturale che ne deriva — aggiunge il capo dello Stato — tutti possiamo e dobbiamo contribuire. Le istituzioni anzitutto e l’intera società, con le sue forze economiche e le sue preziose autonomie sociali. Questo è il percorso per colmare i ritardi e rendere più saldi l’Italia e l’avvenire delle sue giovani generazioni».
«Ai promotori, ai volontari, ai relatori, agli ospiti — scrive ancora Mattarella — rivolgo l’augurio più sincero. Il tema di quest’anno — «Privi di meraviglia restiamo sordi al sublime» — è stato scelto prima che comparisse il virus e tuttavia costituisce uno stimolo, quanto mai appropriato, per riflettere su quanto avvenuto e per avviare l’opera di ricostruzione. Questa non può attendere e ha bisogno, al tempo stesso, di profonda idealità, di ampia visione, di grande concretezza. Nei passaggi storici più importanti pesano, ovviamente, le condizioni materiali. Ma il rilancio è possibile se, accanto al legittimo gioco degli interessi, si manifesta capacità progettuale, tendenza allo sviluppo integrale della persona, impegno per la crescita di umanità che sconfiggano spinte alla chiusura, al risentimento, all’avversione, che condurrebbero invece al fallimento», sottolinea il Quirinale.
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