L’8 agosto scorso venti produttori, carichi di verdure di ogni genere, e poi di fichi, frutti di bosco, datteri, funghi, fiori freschi e naturalmente anche di riso e tè – solo per darvi un’idea – si sono dati appuntamento nella megalopoli cinese per un primo momento di incontro. Un’apertura “informale” che ha anticipato di qualche settimana l’inaugurazione ufficiale in programma il prossimo 5 settembre.
«Ci auguriamo che la nascita di questo mercato sia un passo concreto verso un sistema alimentare migliore, speriamo cioè che qui i consumatori possano conoscere i produttori e che questo luogo diventi una piattaforma dove i coltivatori possano mettersi in mostra», spiega Wu Min che gestisce la fattoria Rose Grange, una delle prime aziende che partecipano al nuovo Mercato della Terra Slow Food. «Al tempo stesso mi auguro che il mercato continui ad insistere su aspetti come alta qualità, pulizia e correttezza».
L’obiettivo, in effetti, è proprio quello: seguendo la filosofia Slow Food, il Mercato della Terra di Shanghai diventerà un luogo dove contadini e consumatori potranno incontrarsi e conoscersi, partecipare a dimostrazioni in cucina e a laboratori didattici – per esempio su come coltivare le proprie piante o fare il compostaggio – cercando di alimentare la curiosità e diffondere consapevolezza sulle questioni irrisolte che affliggono il sistema alimentare. I Mercati della Terra Slow Food sono questo e molto altro, ma sono soprattutto luoghi dove riscoprire il senso di appartenenza a una comunità.
Nel cuore di Shanghai
Il Mercato della Terra Slow Food di Shanghai è allestito al piano terreno dell’area commerciale MetroTown, nel sottodistretto ChangNing, una zona comodamente raggiungibile in treno o in autobus e nelle cui vicinanze si trovano lo zoo e il Parco Zhongshan, due delle aree verdi più visitate dagli shanghaiesi nel fine settimana. La zona scelta è strategica e darà la possibilità alle famiglie di conoscere e assaggiare prodotti che altrimenti sarebbero più difficili da trovare.
«Alcuni alimenti esprimono al meglio le loro proprietà e le loro caratteristiche organolettiche se vengono consumati sul posto. Il sapore e le loro capacità nutritive dipendono da quanto tempo trascorre da quando vengono colti o preparati, come nel caso dei fichi e dell’insalata di tofu», aggiunge la proprietaria di Rose Grange. «Molte persone hanno perso l’abitudine di cucinare alcuni prodotti, come il cavolo e il riso glutinoso, ma qua al mercato possiamo far sì che se ne riavvicinino. Per noi il mercato significa far godere a tutti la varietà e la ricchezza del cibo».
L’apertura del Mercato della Terra è significativa per molte ragioni e arriva in un momento storico in cui, anche in Cina, la domanda di cibo prodotto in maniera sostenibile sta crescendo rapidamente, in particolare a Shanghai e nelle aree urbane più sviluppate. Stando a un rapporto governativo pubblicato nel 2019, tra il 2005 e il 2018 la superficie totale destinata a coltivazioni biologiche certificate è più che quintuplicata, raggiungendo i 3,1 milioni di ettari.
In ogni caso, il lavoro da fare sull’agricoltura biologica in Cina è ancora molto: ottenere le certificazioni è caro e decisamente esosi sono anche i prodotti di questo tipo – possono costare da cinque a dieci volte più del normale -, ma soprattutto occorre riconquistare la fiducia dei consumatori dopo i casi di false certificazioni bio riportate sulle etichette. C’è insomma molto da fare, perché nonostante gli aiuti provenienti dal governo e destinati a molti villaggi, in tanti non hanno ancora trovato il modo di assicurare redditività alle proprie coltivazioni, alimentando il fenomeno dell’abbandono delle zone rurali.
E poi c’è un altro aspetto ancora da tenere in considerazione: alcuni funzionari statali frenano sull’ipotesi di promuovere il modello di agricoltura biologica, esprimendo scetticismo sul fatto che tali coltivazioni possano essere sufficienti a nutrire l’intera popolazione cinese.
«Questo mercato, per me, è l’opportunità per mettere in pratica ciò in cui credo, la filosofia di un cibo buono, pulito e giusto» spiega Yang Zongqiang, produttore dell’azienda Rainbow of Hope. «Il Mercato della Terra Slow Food sarà una vetrina e mostrerà il nostro lavoro sotto la luce del marchio Slow Food che sono convinto saprà coinvolgere il pubblico, dando una mano a sviluppare il mio business. Da produttore, le maggiori difficoltà che incontro sono la gestione del marketing e il poco tempo a disposizione per riuscire a coniugarlo con il lavoro di coltivatore. Ma credo proprio che il Mercato della Terra abbia le caratteristiche giuste affinché il nostro lavoro sia sostenibile nel prossimo futuro».
Il biologico in Cina: un fenomeno in crescita
Nel 2017 la Cina è stato il terzo Paese a livello globale per quanto riguarda la produzione di biologico certificato, dietro ad Australia e Argentina. Guardando alle vendite, invece, è quarto, dopo Stati Uniti, Germania e Francia. Anche la produzione biologica non certificata si sta diffondendo.
L’attenzione degli agricoltori verso il bio, dicevamo, sta crescendo; ne è un esempio la Jiangxi Organic Rice Farm di Yao Huifeng, che fin dal 2011 coltiva riso biologico seguendo i principi agroecologici ed educando i consumatori sull’importanza di avere una terra sana per ottenere un prodotto sano. Yao Huifeng è stato uno dei primi, ma non il solo: altri agricoltori del Mercato della Terra promuovono da tempo un tipo di agricoltura che rispetta il territorio e non vedono l’ora di poter conoscere consumatori interessati ed entrare in contatto con altri produttori che la pensano come loro.
«Il mio modo di lavorare e di intendere il cibo è in perfetta sintonia con la filosofia di Slow Food», fanno sapere i ragazzi di Free Farm, l’azienda di Si Qin. «Il Mercato della Terra è il posto più adatto per far conoscere la nostra azienda agricola e vendere i nostri prodotti. Tante altre piccole aziende che lavorano secondo l’approccio ecologico e su piccola scala si stanno unendo a questo mercato, per cercare di insegnare ai cittadini il ciclo di vita delle piante, la stagionalità del cibo, i metodi di produzione di alimenti come il riso e la farina integrale e anche il modo in cui conservare al meglio il cibo e ridurre gli sprechi alimentari – aggiungono – Ci piace il concetto del Mercato della Terra, che assicura l’adozione di criteri più severi sul modo in cui si producono alimenti. Le difficoltà maggiori sono soltanto quelle logistiche».
Da Shanghai un modello replicabile altrove?
Il mercato di Shanghai è il primo a essere avviato in Cina, il Paese più popoloso del mondo e che da tempo affronta il fenomeno della migrazione dalle campagne verso le grandi città. Milioni di persone, negli ultimi anni, hanno cercato fortuna nelle metropoli cinesi: nel 2018, le persone che vivevano nelle aree urbane erano circa 831 milioni e altri 564 milioni quelli che abitano in zone rurali. I tentativi fatti dalle istituzioni per cercare di ridurre le disuguaglianze per quanto riguarda reddito, accesso alle risorse e a cure mediche e livello di istruzione non hanno finora assicurato risultati soddisfacenti: il divario tra il reddito urbano e quello rurale è in progressivo aumento.
«In Cina, purtroppo, continua a esserci un grande divario tra le aree rurali e quelle urbane e questo è un problema importante per lo sviluppo economico e sociale del Paese», sostiene Sun Qun, Segretario Generale di Slow Food Great Cina. «Un progetto come il Mercato della Terra, se replicato in diverse parti del Paese, potrebbe contribuire ad avvicinare due mondi che al momento dialogano troppo poco. La nostra speranza e il nostro impegno saranno diretti a far sì che il Mercato della Terra di Shanghai possa essere di ispirazione per molti altri».
Nel frattempo, però, ci si gode l’avvio del Mercato della Terra di Shanghai dove, secondo il fiduciario di Slow Food Shanghai Central Valtero Canepa, «l’aspetto più gratificante è la bellissima atmosfera che si è rapidamente instaurata tra i produttori e tra produttori e consumatori. Il Mercato della Terra è anche un luogo di gioia e di sorrisi».
Da 30 anni Slow Food sostiene l’agricoltura locale e difende la biodiversità. Quello di Shanghai e gli altri Mercati della Terra in tutti i continenti dimostrano il nostro impegno per costruire e difendere un sistema alimentare buono, pulito e giusto per tutti.
Nessun commento:
Posta un commento