mercoledì 22 luglio 2020

Recovery fund e budget Ue, come funziona lo «storico» accordo dei 27

@L’annuncio è arrivato all’alba da Charles Michel, il numero uno del Consiglio europeo: i 27 hanno trovato un'intesa sul doppio fronte di Recovery fund, il fondo per la ripresa da 750 miliardi, e il bilancio pluriennale 2021-2027. Il vertice è rimasto a lungo in bilico per le frizioni tra i cosiddetti frugali, il quartetto composto da Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia, con l'aggiunta della Finlandia, e un blocco continentale che andava dall'asse franco-tedesco a Italia e Spagna. Alla fine ha prevalso la linea del compromesso, con un pacchetto storico per la sua dimensione finanziaria


Cosa contiene il «pacchetto Michel»
Il Recovery fund mantiene la portata di 750 miliardi di euro, re-distribuiti però in 390 miliardi di sussidi e 360 di prestiti, contro il rapporto originario di 500-250 sponsorizzato da Francia e Germania. L'Italia si aggiudicherebbe così l'equivalente di 209 miliardi di euro, un po' meno del previsto in aiuti (82 miliardi) e un po' più delle attese in prestiti (127 miliardi). I soldi verranno distribuiti tra 2021 e 2023, ma lo strumento resterà in vigore fino al 2026 e i rimborsi scatteranno l’anno successivo. 

Ovviamente, ci sono delle condizioni. L'utilizzo dei fondi, come richiesto dal grande protagonista del summit, il premier olandese Mark Rutte, sarà sottoposto al cosiddetto super freno di emergenza: se uno stato membro contesta le riforme di un altro paese, potrà segnalare la questione al Consiglio europeo e attenderne il verdetto. Non un veto unilaterale, come sperava l'Aja, ma comunque uno strumento in più per vigilare sulle scelte dei singoli stati membri. 

Quanto al bilancio, pari a 1.074 miliardi di euro, si confermano i cosiddetti rebates: gli sconti sui contributi versati da paesi come Austria, Olanda, Danimarca, Svezia, a rischio scomparsa dopo il divorzio del Regno Unito dalla Ue. La partita, comunque, non è ancora chiusa. Prima del via libera definitivo, l'accordo dovrà essere ratificato a livello nazionale per via della nuova clausola di indebitamento della Commissione e approvato dal Parlamento europeo. 

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