@ - M5S contrario. Crimi: no a sanatoria di massa. Salvini: sarebbe un pessimo segnale.
E ora la pasionaria, così chiamano la ministra Teresa Bellanova, arriva a minacciare le sue dimissioni da ministro per le Politiche Agricole. Magari questa minaccia rientrerà già oggi, dopo che si saranno assestate le scosse, ma è la prima di questa serie in tempi di coronavirus, dove ancora non si era sentito un ministro del governo Conte, agitare la massima arma per far addivenire i colleghi a più miti consigli. Ma le battaglie della ministra, come quelle del suo leader Matteo Renzi, sono tutte a petto in fuori e stavolta c’è una questione di principio ad animarle. Quella sulla regolarizzazione dei lavoratori immigrati pagati in nero, dice la ministra a Radio Anch’io, «non è una battaglia strumentale per il consenso. Queste persone non votano. Se non passa, sarà un motivo di riflessione sulla mia permanenza al Governo. Non sono qui per fare tappezzeria». Ed ecco un nuovo fattore di instabilità sul governo, che oggi e domani dovrà dipanare anche questo nodo prima di varare l’atteso Decreto maggio con le nuove misure economiche da 55 miliardi.
I dem a Renzi: nessuna crisi di governo
A stretto giro infatti la questione delle dimissioni viene subito stoppata dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Andrea Martella, che lancia anche un segnale preciso a Renzi. «Le dimissioni, in queste occasioni, non possono diventare un argomento per il dibattito e il confronto politico. Mi auguro che questo confronto continui. C’è questo tema della regolarizzazione, ma non credo che ci saranno dimissioni», assicura il dirigente Pd. «Nel merito condivido la posizione della Bellanova, che pone un tema giusto che deve essere risolto. Credo che possa essere risolto nel corso della giornata e non credo che si arriverà allo scenario di dimissioni, né tantomeno che eventuali dimissioni possano portare a una crisi di governo». Tanto più, precisa Martella, dal momento che una crisi al buio avrebbe sbocchi pericolosi per tutti, come le elezioni. «Vedo che Renzi ha un atteggiamento critico nei confronti del governo, ma non mi pare che ci siano in questo momento le condizioni per costruire nuove maggioranze parlamentari, tantomeno nuove alleanze nel Paese».
Pd-Iv-Leu contro il M5S
La battaglia sul tema vede da una parte Pd, Italia Viva e Leu favorevoli a regolarizzare, dall’altra i 5Stelle che frenano, perché spaccati al loro interno sulla questione. Crimi, capo politico del Movimento 5 Stelle, ospite di 24 Mattino su Radio 24, ha detto no a una sanatoria in stile Maroni o a permessi di soggiorno temporanei. «Tra le persone - ha spiegato Bellanova - c’è diffidenza perché per anni si è fatta passare l’idea che i diversi sono i nemici e che gli immigrati vengono qui a toglierci il lavoro. Sono invece fondamentali per portare avanti alcune attività, non solo in agricoltura dove rischiamo sperperi enormi per la mancata raccolta, ma anche le badanti che assistono tante persone anziane». Quindi, una soluzione potrebbe essere concedere un permesso di soggiorno temporaneo per sei mesi, rinnovabile per altri sei, per le aziende e le famiglie che vogliono regolarizzare. «Ci sarà anche un contributo per lo Stato, anche se non bisogna esagerare: si tratta di persone sfruttate per 3 euro l’ora facendo concorrenza sleale alle imprese che rispettano le regole». Ma sul numero dei lavoratori coinvolti non c’è certezza. Si parla di 600 mila persone. «Non sono in grado di dirlo. Partiamo dai lavoratori nei campi, altrimenti qualcuno si dovrà assumere la responsabilità di far marcire i prodotti, e dalle badanti».
Salvini ci salta su
«È allarmante che un ministro di un settore strategico come l’agricoltura minacci le dimissioni perché al governo stanno litigando sulla regolarizzazione di 600 mila lavoratori irregolari», commenta a SkyTg24 Matteo Salvini. «Che ci siano contrasti nel governo su questo è gravissimo», dice il leader della Lega, fermamente contrario «a una maxi sanatoria di massa perché sarebbe un pessimo segnale nei confronti di chi ha sempre rispettato le regole».
Nessun commento:
Posta un commento