@ - Il vaccino candidato messo a punto dall’Istituto di Biotecnologie di Pechino e dalla società CanSino Biological Inc. è sicuro per l’uomo e innesca una risposta immunitaria, promuovendo la formazione di anticorpi in grado di neutralizzare il coronavirus SARS-CoV-2. I risultati della ricerca, pubblicati sull’autorevole rivista scientifica The Lancet, alimentano le speranze di ottenere una preparazione efficace contro il patogeno, ma andranno confermati da studi più approfonditi.
Il vaccino candidato anti coronavirus “Ad5-nCoV” sviluppato in Cina è tollerato dai pazienti ed è immunogeno, ovvero determina una risposta immunitaria, attivando la produzione di anticorpi (o immunoglobuline) in grado di neutralizzare il patogeno. Si tratta di un risultato estremamente promettente, ottenuto in seno al primo studio di sperimentazione clinica (Fase 1) di questo genere pubblicato su una rivista scientifica. Ciò significa che i risultati sono stati sottoposti a revisione paritaria. Pur non essendo esente da alcune limitazioni, la ricerca cinese getta basi importanti per la creazione di un vaccino efficace contro la pandemia di SARS-CoV-2.
A sviluppare il vaccino sperimentale è stato un team di ricerca guidato da scienziati dell'Istituto di Biotecnologie di Pechino e della società farmaceutica CanSino Biological Inc., che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Ospedale Tongji, dell'Università della Scienza e della Tecnologia Huazhong, dello Shanghai Canming Medical Technology, del Centro provinciale per il controllo e la prevenzione delle malattie di Jiangsu e di numerosi altri centri di ricerca. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Wei Chen, ufficiale dell'esercito cinese e membro dell'Accademia di Ingegneria, hanno somministrato la preparazione a 108 volontari sani – tutti di Wuhan – con un'età compresa tra i 18 e i 60 anni (51 percento uomini, 49 percento donne), e ne hanno osservato gli effetti per 28 giorni, prima di trarre le conclusioni riportate nello studio.
I partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi da 36 membri ciascuno; al primo è stata somministrata una dose bassa; al secondo una dose media e al terzo una dose alta del vaccino candidato. A circa una settimana di distanza dall'iniezione, una larga parte dei partecipanti ha manifestato una reazione avversa, lieve o al massimo moderata, ma mai grave. Tra quelle rilevate figurano la febbre; il dolore nel sito dell'iniezione; l'affaticamento; il dolore muscolare e il mal di testa. Per molti aspetti si tratta di reazioni avverse simili a quelle che può scatenare il normale vaccino antinfluenzale, pertanto Chen e colleghi ritengono la preparazione Ad5-nCoV "tollerabile".
Oltre al fattore sicurezza, gli scienziati cinesi hanno analizzato anche l'immunogenicità del vaccino candidato, andando a cercare con appositi test (come l'ELISA) gli anticorpi eventualmente presenti. A 14 giorni dalla vaccinazione i ricercatori hanno rilevato un incremento significativo di anticorpi neutralizzanti nel sangue dei pazienti, che hanno raggiunto il picco al ventottesimo giorno. Queste immunoglobuline (IgG) sono state trovate nella metà dei pazienti trattati con le dosi bassa e media, e nel 75 percento di quelli trattati con la dose elevata. Quasi tutti i pazienti hanno manifestato una rapida risposta delle cellule T al vaccino. In pratica, è stata accertata l'immunogenicità della preparazione, ma che essa sia davvero efficace a proteggere dall'infezione dovrà essere determinato in studi più approfonditi.
Come sottolineato da Chen e colleghi, infatti, il campione dei partecipanti di questo studio clinico di Fase 1 – avviato il 16 marzo parallelamente sperimentazione di un vaccino americano – era troppo ristretto, inoltre si è trattato di un'indagine di breve durata e non randomizzata, dettagli che possono influenzare negativamente i risultati. Uno studio clinico di Fase 2 (in doppio cieco e randomizzato) sull'efficacia dell'Ad5-nCoV è stato già avviato su 500 persone, parte delle quali trattate con un placebo. L'indagine coinvolge anche persone nella terza età, particolarmente suscettibili alle complicanze della COVID-19, per questo sarà interessante comprendere gli effetti anche in questa popolazione.
L'Ad5-nCoV è un vaccino candidato di tipo “vettore virale non replicante” (Non-Replicating Viral Vector), come quello cui sta lavorando l'Università di Oxford. Si basa su un adenovirus modificato non in grado di replicarsi e dunque di scatenare un'infezione. Viene utilizzato come una navetta che esprime il codice genetico della proteina S o Spike del coronavirus SARS-CoV-2, quella che il patogeno utilizza per legarsi alle cellule umane – tramite il recettore ACE2 – per poi scardinare la parete cellulare, penetrare all'interno, avviare il processo di replicazione e innescare l'infezione. I dettagli della ricerca cinese “Safety, tolerability, and immunogenicity of a recombinant adenovirus type-5 vectored COVID-19 vaccine: a dose-escalation, open-label, non-randomised, first-in-human trial” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica The Lancet.
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