@ - I casi di contagio da coronavirus continuano ad aumentare in tutto il mondo dove ora sono più di 855mila, con almeno 42.000 vite perse, di cui 30mila solo in Europa. Gli Stati Uniti doppiano la Cina per numero di positivi e la superano per numero di morti.
Gli Stati Uniti continuano a contare contagiati – 190mila – e vittime – 4mila -, mentre il presidente Usa Donald Trump anticipa che “attraverseremo due settimane molto, molto dolorose”. E anche la Spagna, epicentro della crisi sanitaria in Europa con l’Italia, registra il quinto giorno consecutivo con più di 800 morti. Sono stati 864 nelle ultime 24 ore, portando il totale a oltre 9000, con 102.136 contagi (7.719 più di ieri). Ma a stupire oggi è la giravolta del presidente brasiliano Jair Bolsonaro, negazionista dell’epidemia che ha spaccato il suo stesso governo, che ora cambia i toni. In un breve discorso trasmesso martedì sera a reti unificate, si è astenuto dal criticare le misure di isolamento sociale, ha definito la pandemia “la più grande sfida per la nostra generazione”, ammettendo che per affrontarla sono necessari “unione e collaborazione” da parte dei poteri dello Stato, per “salvare vite, senza perdere posti di lavoro”.
La sera del 31 marzo, Trump ha illustrato per la prima volta i modelli statistici e le proiezioni degli esperti della task force governativa: negli Stati Uniti sono previsti da 100 mila a 240 mila morti se le misure di distanziamento sociale saranno rispettate, mentre domenica la forchetta si fermava a 200 mila vittime. Senza alcuna restrizione, invece, sarebbero da 1,5 a 2,2 milioni. I dati dicono anche che il picco sarà a metà aprile, con una media di oltre 2mila decessi al giorno, contro gli 800 circa di oggi. Una previsione arrivata nel giorno in cui gli Usa hanno superato i 4mila morti, un dato che va ben oltre il numero di vittime dell’11 settembre. Intanto la Cina registra 36 nuovi casi di infezione, di cui 35 importati e uno interno nel Guangdong.
I casi di contagio continuano ad aumentare in tutto il mondo dove ora sono più di 855mila, con almeno 42.000 vite perse, di cui 30mila solo in Europa. Secondo l’ultimo bollettino della John Hopkins University, oltre il 20% (186.265) dei casi accertati è negli Usa, vale a dire il Paese con il più alto numero di casi a livello globale, seguito da Italia (105.792) e Spagna (95.923). Intanto inizia ad abbassarsi l’età media dei contagi e nella giornata di ieri sono state registrate le tre vittime più giovani del Covid-19: si tratta di un 17enne morto in California dopo essere stato rifiutato dall’ospedale, una bimba di 12 anni deceduta in Belgio e un italiano di 19 anni a Londra.
Stati Uniti – Sono ormai più di 4.000 i morti con coronavirus negli Stati Uniti, ormai il primo Paese al mondo per numero di contagi. L’epicentro resta New York, con quasi mille morti. “Voglio che tutti gli americani siano pronti per i giorni difficili che ci aspettano”, ha avvisato il presidente Trump con toni seri, prevedendo però che dopo le prossime due-tre settimane sarà possibile “cominciare a vedere la luce in fondo al tunnel” di questa pandemia. “Non è una influenza“, ha ammesso facendo un inevitabile dietrofront dopo averla a lungo definita così minimizzandone il pericolo, tanto che la scorsa settimana pensava di riaprire il Paese per Pasqua. Domenica invece ha prorogato per un mese le linee guida sul distanziamento sociale ed ora ha annunciato che sta valutando lo stop ai viaggi dal Brasile e da diversi altri Paesi. Poi è intervenuto nel dibattito in corso negli Usa sull’opportunità di passare alla mascherina per tutti: “Se la gente vuole usarla certamente non nuoce”, ha spiegato, consigliando tuttavia di usare per un certo periodo “una sciarpa o qualcos’altro” per fare in modo che le mascherine vadano agli ospedali. Un consiglio scientificamente privo di efficacia. I due massimi esperti della task force Usa contro il Covid-19, Anthony Fauci e Deborah Birx, confidano nelle restrizioni, che a loro avviso funzionano, “come sta dimostrando il caso dell’Italia, dove la curva della diffusione del coronavirus comincia a scendere”
Francia – E’ arrivato a 359mila in due settimane il numero di contravvenzioni fatte in Francia per la violazione delle regole di confinamento contro il coronavirus: è quanto annunciato oggi dal ministro dell’Interno, Christophe Castaner. L’esponente del governo francese ha inoltre messo in guardia sul periodo di Pasqua invitando la popolazione ad evitare viaggi o gite fuori porta. “Non si parte in vacanza durante il periodo di confinamento”, ha avvertito. A Parigi ospedali sull’orlo del collasso: secondo l’ente Assistance publique-Hôpitaux de Paris, 870 pazienti oggi sono in rianimazione nella capitale, occupando tutti i letti disponibili. Pressione fortissima anche sugli ospedali dell’Ile-de-France, la regione di Parigi, con 2.000 pazienti in rianimazione. “Le curve italiane e francesi si seguono con 10 giorni di scarto. E’ possibile che la regione Ile-de-France conti entro una decina di giorni lo stesso bilancio della Lombardia”, avverte una fonte vicina al ministero della Salute, citata da Les Echos.
Cina – 36 nuovi casi, di cui 35 importati e uno interno nel Guangdong. La Commissione sanitaria nazionale, in base agli aggiornamenti di martedì, ha reso noto per la prima volta anche gli asintomatici: 130 per totali 1.367 persone tenute sotto osservazione. I morti sono stati 7, di cui 6 nell’Hubei, la provincia epicentro della pandemia, e uno a Shanghai. I casi di contagio sono saliti a 81.554 e i decessi a 3.312. Il numero dei dimessi è di 76.238 per un tasso di guarigione al 93,48%.
Germania – 5453 i contagi nelle ultime 24 ore, mentre si sono registrati 149 decessi, una progressione che ricalca quella dei giorni precedenti, e che porta il paese ad un totale di 67.366 contagiati e 783 morti, stando ai dati del Robert Koch Institut. Cifre che pongono il paese al quinto posto tra quelli con maggiori casi nel mondo dopo Stati Uniti, Italia, Spagna e Cina. Il Land più colpito resta la Baviera, seguita dal NordReno Westfalia, Baden-Wuerttenberg.
Regno Unito – Le vittime sono 1.801. In attesa che vengano diffusi i dati aggiornati, i casi di contagio registrati fino a ieri erano stati 22.141, con 134.946 persone sottoposte a test.
Olanda – Una donna olandese di 101 anni è guarita. L’anziana era stata ricoverata una settimana e mezzo fa, con difficoltà respiratorie, ed era risultata positiva. La donna, che vive sola, resterà per alcuni giorni in una casa di riposo, prima di far ritorno alla sua abitazione.
Russia – La Russia ha confermato 440 nuove infezioni, portando il numero ufficiale di casi a 2.777. Lo fa sapere la task force nazionale contro la pandemia, citata da Interfax. Nelle ultime 24 ore sono morte altre sette persone, arrivando a quota 24.
Tunisia – La Tunisia registra altri 32 nuovi contagi che portano a 394 il totale dei casi confermati nel Paese. Dieci i decessi ufficiali. La presidenza tunisina ha prorogato di due settimane le misure di quarantena generale che prevedono per tutti eccetto alcune categorie di lavoratori, l’obbligo di restare presso il proprio domicilio e il divieto di uscire se non per soddisfare esigenze essenziali, come per fare la spesa e per cure mediche.
Brasile – “Il virus è una realtà, ancora non esiste un vaccino o una cura confermata scientificamente, anche se l’idroclorochina sembra essere abbastanza efficace”, ha detto Bolsonaro nel breve discorso trasmesso martedì sera a reti unificate, durato poco meno di otto minuti, mentre nel suo intervento a reti unificate dello scorso 24 marzo aveva definito la malattia “una influenzetta”. “La mia preoccupazione è sempre stata quella di salvare vite: tanto quelle che perderemo a causa della pandemia come quelle che saranno colpite dalla disoccupazione, la violenza e la fame“, ha sottolineato Bolsonaro citando le parole del direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanon Ghebreyesus, secondo il quale “molta gente deve lavorare tutti i giorni per guadagnarsi il pane quotidiano, e i governi devono tenere in conto questa popolazione”.
“Non sto usando queste parole (di Ghebreyesus) per negare l’importanza delle misure di prevenzione e controllo della pandemia, bensì per mostrare che, allo stesso tempo, dobbiamo pensare alle persone più vulnerabili“, ha precisato il presidente, quando una settimana fa aveva denunciato quello che ha chiamato l’”isterismo” delle autorità locali che avevano preso misure di “terra bruciata”, promuovendo una “quarantena di massa”.
In tono chiaramente conciliante, Bolsonaro ha menzionato il lavoro del suo ministro della Sanità, Luiz Henrique Mandetta – che avrebbe minacciato di licenziare sabato scorso, secondo le indiscrezioni raccolte dai media locali – e ha “riaffermato” l'”importanza della collaborazione e della necessaria unione di tutti in un grande patto per la protezione delle vite e dei posti di lavoro, con il Parlamento, il potere giudiziario, i governatori, i sindaci e tutta la società”. In questo modo, il presidente brasiliano ha cercato di attenuare le tensioni crescenti che si erano accumulate nell’ultima settimana, durante la quale i governatori di vari Stati – in primis, San Paolo e Rio de Janeiro – i sindaci delle grandi città, il Supremo Tribunale Federale (Stf) e i gruppi parlamentari hanno definito “irresponsabile” il suo atteggiamento sull’emergenza coronavirus, specialmente per quanto riguardava la sua opposizione all’isolamento sociale, innescando una crisi politica che è arrivata ad incrinare l’unità del suo stesso governo.
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