lunedì 16 marzo 2020

Per salvare la monarchia Re Felipe scarica Juan Carlos: “Rinuncio all’eredità di mio padre”

@ - L’accusa al re emerito di aver ricevuto 100 milioni dall’Arabia Saudita rischiava di macchiare per sempre la reputazione della corona spagnola. Juan Carlos resterà senza stipendio.

Se non fosse un momento drammatico, sarebbe un bella telenovela da seguire durante la quarantena. Per salvare la monarchia Felipe VI scarica il padre. Mentre la Spagna è da 24 ore chiusa in casa, il re con un comunicato ufficiale cambia la storia della sua dinastia e rompe formalmente con Juan Carlos, che nel 2014 abdicò in suo favore. Il re emerito cessa di percepire il fondo di quasi 200.000 euro a cui ha diritto in base al bilancio della casa reale. 
La decisione del sovrano spagnolo arriva dopo l’emergere degli scandali legati ai conti di Juan Carlos ed è la seconda grave crisi familiare degli ultimi anni, dopo quella con la sorella, l’Infanta Cristina per gli affari del marito Iñaki Urdangarin, attualmente in carcere.

La commissione per l’alta velocità
Il sospetto che il re emerito avesse rapporti economici con la monarchia saudita c’è sempre stato, ora però un’indagine della magistratura svizzera ha portato alla luce particolari molto imbarazzanti per la Corona. Juan Carlos avrebbe ricevuto una donazione di cento milioni di euro in un conto off shore, intestato a due prestanome, da parte del re dell’Arabia Saudita. Questi soldi, secondo la magistratura svizzera che ha aperto un’indagine, sarebbero una sorta di ricompensa per la mediazione svolta dall’allora monarca per la realizzazione della linea di alta velocità tra La Mecca e Medina, assegnata con un contratto miliardario a un consorzio di imprese spagnole.

L’eredità
Secondo il quotidiano britannico The Telegraph, Felipe VI sarebbe, inoltre, il beneficiario delle fondazioni create dal padre per gestire quel patrimonio. L'attuale re dice di non saperne nulla, ma dichiara di voler rinunciare a qualsiasi attività finanziaria «la cui origine, caratteristica o finalità potrebbero non essere in consonanza con la legalità o con i criteri di rettitudine e integrità che presiedono alla sua attività istituzionale e privata e che devono ispirare l'attività della Corona». Pur nel linguaggio di corte parole piuttosto esplicite: gli affari ambigui del padre non devono ricadere sul figlio.

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