@ - Dai veicoli a due e tre ruote all'ultimo miglio passando per le auto a chiamata e i bus elettrici:
le tendenze che dell’elettrificazione nel mondo.
Il mondo, e gli addetti ai lavori ma anche i cittadini, ha smesso ormai da tempo di domandarsi se le auto elettriche, e in generale l’elettrificazione dei trasporti, prenderà piede, per concentrarsi sul quando e ovviamente sul come questa inevitabile transizione prenderà forma. Già, perché l’elettrico si porta dietro un cambiamento radicale di paradigma nel modo in cui ci spostiamo tout court. Per questo vale la pena chiedersi quali saranno i principali trend che stanno inaugurando e in qualche maniera favorendo questo lungo ma inevitabile percorso.
Il primo di quelli usciti dall’ultimo BloombergNEF Summit di San Francisco, in California, è senza dubbio quello dei nuclei famigliari con due veicoli. Di solito, nelle famiglie con due auto la prima è quella più capiente e utilizzata per le trasferte più impegnative o per le vacanze mentre l’altra è la “city car” per i giri quotidiani. È proprio questo secondo veicolo, stando alle opinioni degli esperti, l’obiettivo più interessante per guidare la penetrazione dei mezzi elettrici fra i consumatori. Meno ansie e rischi da ricarica per un’auto che di solito si usa nell’arco di pochi chilometri e la sera torna nel box con una presa a portata o una colonnina sotto casa.
La questione di fondo, per fare in modo che entrambi i veicoli di un’ipotetica famiglia modello possano essere aggredibili dall’offerta elettrica, è ovviamente l’accessibilità delle infrastrutture di ricarica. Il Ceo del Gruppo Volkswagen, Herbert Diess, ha da poco posto l’accento sulla necessità di un’accelerazione nello sviluppo di una rete europea e di uno sforzo comune all’Ue: “C’è bisogno di un piano europeo per la mobilità elettrica” ha spiegato Diess nel corso di un evento a Bruxelles. Se i Paesi Bassi sono per esempio a ottimo punto quanto a colonnine, la Germania – a dire il vero come molti altri paesi membri – è ancora a metà strada. Eppure, solo se ci saranno abbastanza punti di ricarica, dislocati in modo coordinato e strategico, le auto elettriche potranno avere un ruolo significativo nel mercato.
La seconda tendenza è quella del cosiddetto “last mile delivery”. Non solo è la chiave per ridurre le emissioni e snellire il traffico, ma si tratta di un fenomeno in fondo già in corso. Basti pensare che diverse società di consegna e corrieri internazionali stanno rinnovando le flotte in questa direzione: Ups, per esempio, ha ordinato 10mila van elettrici e Amazon ben 100mila mezzi di differenti dimensioni per ogni esigenza. Per questo tipo di flotte l’elettrico è sostanzialmente obbligato: costi operativi bassi, ingresso in aree spesso interdette ai veicoli a motore termico, ritorno d’immagine. C’è praticamente tutto.
Un discorso simile potrebbe essere fatto senza troppi problemi per le auto a chiamata, insomma per il cosiddetto “ride hailing”. Player come Uber, Didi o Lyft hanno senz’altro cambiato le abitudini di spostamento in diversi mercati del mondo ma, secondo alcuni studi, hanno anche contribuito a congestionare il traffico. Favorire la transizione delle loro flotte, o meglio dei veicoli utilizzati dai loro autisti, verso mezzi puliti è un modo per scrollarsi di dosso quel problema. Un esempio? Uber ha introdotto una serie di incentivi per chi guidi veicoli ibridi e “full electric”. A Parigi e Lisbona, per dirne un’altra, esiste un servizio battezzato UberGreen. E molti altri test sono in corso, dalla condivisione delle corse in modo diverso da UberPool alla guida autonoma.
In generale, è sempre più l’epoca del condividere invece di possedere: esattamente uno scenario che Audi sta sperimentando nel quartiere Werksviertel di Monaco, un distretto industriale trasformato in laboratorio sulla mobilità del futuro. Attività culturali, uffici e locali notturni, in un ambiente post-industriale, sostenibile e innovativo: chi ci vive e lavora qui è avere accesso a una mobilità sostenibile, digitale e connessa. Qui, per esempio, si usa Audi on demand, un servizio di mobilità che permette agli utenti di noleggiare una vettura della casa di Ingolstadt per spostarsi ovunque in un periodo di tempo compreso tra 1 e 28 giorni.
Un altro percorso confortante è quello del trasporto pubblico. Sarebbe un ginepraio ma limitiamoci al mercato dei bus elettrici, che ormai da qualche anno sta decollando proprio in Cina. A Shenzhen, per esempio, la Byd sta traghettando l’elettrificazione di più di 16mila mezzi e molte altre metropoli sono sulla stessa strada. Si tratta di un passaggio essenziale per intervenire sulla qualità dell’aria e per la sensibilizzazione dei cittadini, oltre che per l’effetto a cascata su altre reti di servizi come quelle dei taxi: le flotte di bus sono infatti spesso molto vecchie e inefficienti. Se gli Stati Uniti sono indietro, l’Europa sta marciando a buoni ritmi: entro il 2025 dovrebbero circolare sulle strade del Vecchio continente almeno 6.100 autobus elettrici.
Sempre sul fronte del trasporto pubblico, infine, i veicoli a due e tre ruote daranno una spinta importante all’elettrificazione. Anche in base a una serie di incentivi governativi avviati in diversi mercati nel mondo per decongestionare il traffico, basti pensare a certe metropoli del Sudest asiatico. Insomma, la transizione in quel segmento dovrebbe essere più rapida che fra le quattro ruote. Dei 70 milioni di mezzi a due e tre ruote venduti ogni anno nel mondo, in fondo, il 30% è già ora costituito da modelli elettrici. Si tratta di mezzi in cui non occorre attendere la ricarica della batteria, perché quando si scarica si può cambiare in modo economico nelle stazioni predisposte e in poche mosse. E ripartire senza perdere tempo.
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