@ - Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato l'invio di 220 militari in aggiunta ai 4.500 già schierati nella cosiddetta Operazione Barkhane: una missione in Africa occidentale per frenare l'escalation terroristica nel Sahel, la striscia desertica che costeggia i confini meridionali del Sahara. Ex colonie francesi come Mali e soprattutto Burkina Faso sono al centro di una spirale di violenze che ha trasformato la regione nella testa di ponte di una nuova avanzata jihadista, con tanto di legami diretti allo Stato islamico. L'annuncio è arrivato in un vertice convocato a Pau, nel sud del paese, tra l'Eliseo e i paese che aderiscono all'alleanza sicuritaria del G5 (Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania, Niger).
Macron ha anche messo in chiaro, se ce ne fosse bisogno, che la Francia non vuole restare da sola nella sfida alle milizie. Il titolare dell'Eliseo ha chiesto agli Usa di rinunciare ai propri progetti di ritiro parziale delle proprie truppe dalla regione, ottenendo il gelo della Casa Bianca (fuori di metafora, gli Usa hanno confermato che ridurranno la propria presenza sul territorio). Potrebbe andargli meglio con i partner europei, richiamati ai propri doveri nel vertice di Pau. Gli stati membri dovrebbero discutere di un intervento diretto di altri eserciti nazionali in occasione di una riunione del Consiglio europeo del 26 marzo.
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