@ - Teheran ha annunciato che entro questa notte deciderà se avviare una nuova fase della sua uscita dall'accordo sul nucleare. Il capo del movimento libanese Hezbollah Nasrallah: l'uccisione di Soleimani segna una nuova fase
Medio oriente Il Parlamento iracheno: via le truppe Usa dal Paese. In Iran folla oceanica per Soleimani Teheran ha annunciato che entro questa notte deciderà se avviare una nuova fase della sua uscita dall'accordo sul nucleare. Il capo del movimento libanese Hezbollah Nasrallah: l'uccisione di Soleimani segna una nuova fase Tweet Iran, in migliaia al corteo funebre per il generale Soleimani 52 bersagli per Trump. La minaccia dell presidente Usa se Teheran colpirà obiettivi americani Pioggia di razzi su Baghdad, diversi feriti. Colpi di mortaio contro base che ospita soldati Usa Migliaia di iracheni al corteo funebre per Soleimani a Baghdad. La folla grida "Morte all'America" Raid Usa sull'aeroporto di Baghdad, ucciso il generale iraniano Soleimani
Il Parlamento iracheno, nella sessione straordinaria convocata per oggi dopo il raid Usa in cui è stato ucciso il comandante iraniano Qassem Soleimani, ha esortato il governo a "porre fine alla presenza di truppe straniere" in Iraq, iniziando col "ritirare la sua richiesta di assistenza" alla comunità internazionale per combattere l'Isis. Durante la sessione straordinaria, trasmessa in diretta sulla televisione di Stato e alla presenza del premier dimissionario Adel Abdul-Mahdi, i deputati hanno approvato una risoluzione che "obbliga il governo a preservare la sovranità del Paese ritirando la sua richiesta di aiuto", ha detto il capo del parlamento, Mohammed al-Halboussi. La risoluzione chiede nello specifico di metter fine a un accordo secondo cui Washington invia truppe in Iraq per oltre quattro anni, come appoggio alla lotta contro il gruppo jihadista Stato islamico. Il testo è stato approvato dalla gran parte dei membri sciiti del Parlamento, che ricoprono la maggioranza dei seggi. Molti deputati sunniti e curdi non si sono presentati in aula, apparentemente perché contrari alla revoca dell'accordo.
La protesta all'Onu di Baghdad
Il ministero degli Esteri iracheno ha inviato al segretario generale e al Consiglio di sicurezza dell'Onu una protesta formale contro il raid Usa nel quale è rimasto ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani. Lo riportano vari media locali.
Convocato l'inviato Usa a Baghdad: "Violata la sovranità"
In precedenza il ministero degli Esteri iracheno aveva convocato l'inviato americano a Baghdad, per protestare contro la "violazione della sovranita'" rappresentata dal raid Usa in cui due giorni fa è stato ucciso il comandante iraniano Soleimani e Mohandis a capo di una delle milizie irachene filo-Iran, integrate nell'esercito regolare. Lo fa sapere lo stesso dicastero. La coalizione anti-Isis sospende le operazioni in Iraq.
La coalizione internazionale anti-Isis guidata dagli Stati Uniti ha annunciato di aver sospeso le operazioni in Iraq.
La nostra priorità è proteggere il personale della coalizione impegnata nella lotta contro Daesh - si legge in un comunicato della coalizione - Ripetuti attacchi con razzi negli ultimi due mesi da parte delle milizie di Hezbollah hanno provocato la morte di forze di sicurezza irachene e di un civile americano. Di conseguenza ora siamo impegnati a proteggere le basi irachene che ospitano le truppe della coalizione. Questo limita la nostra capacità di addestrare i nostri partner e di sostenere le loro operazioni contro Daesh e abbiamo quindi sospeso queste attività, soggette a continue revisioni". La Nato convoca una riunione di emergenza
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha convocato una riunione di emergenza dell'Alleanza per domani alle 15:00 ora italiana per discutere delle crescenti tensioni in Medio Oriente. Lo riporta il quotidiano austriaco Der Standard. L'agenda dell'incontro si focalizzerà proprio sulla situazione in Iraq dopo la morte del generale iraniano Qassem Soleimani. Libano, Nasrallah: l'uccisione di Soleimani segna una nuova fase L'uccisione di Qassem Soleimani segna una "nuova fase" per il Medio Oriente. Lo ha detto il capo del movimento sciita libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah, stretto alleato di Teheran. "Oggi commemoriamo e onoriamo un grande leader islamico. La sua uccisione segna una nuova fase e una nuova data non solo per l'Iraq o l'Iran, ma per l'intera regione", ha affermato Nasrallah nel corso di un raduno nella zona meridionale di Beirut, al quale è intervenuto in video collegamento. L'uccisione di Soleimani, ha detto ancora Nasrallah, è un "chiaro ed evidente crimine" ed è una questione che riguarda non solo l'Iran, ma "tutti i gruppi di resistenza nella regione, in Siria, Libano e Yemen". Nasrallah, ha avvertito che l'esercito americano "pagherà il prezzo" dell'uccisione del comandante iraniano Qassem Soleimani. "L'esercito americano lo ha ucciso e ne pagherà il prezzo", ha detto Nasrallah in un discorso durante un evento a Beirut in memoria di Soleimani e trasmesso in tv. Il capo del movimento sciita libanese ha auspicato che il Parlamento iracheno, come poi avvenuto, voti per espellere dal Paese le truppe americane. Se non succederà, ha avvertito, "i combattenti dell'onorevole resistenza sciita non lasceranno che rimanga un singolo soldato americano in Iraq". Migliaia al corteo funebre per Soleimani in Iran. Annullata la cerimonia a Teheran Migliaia di persone hanno accolto in Iran la bara del generale Qassem Soleimani, la cui salma è arrivata dall'Iraq dopo che l'alto esponente dei Pasdaran è stato ucciso da un raid Usa vicino a Baghdad. Il vice di Soleimani, Esmail Ghaani, ha preso il suo posto alla guida delle forze Quds. Il feretro è stato trasferito ad Ahvaz, nel sud dell'Iran. Accolto da una guardia d'onore, è poi stato lentamente spostato nelle strade invase da un fiume di persone vestite di nero, che si battevano il petto e mostravano foto del generale e bandiere sciite. Al corteo la gente sventolava bandiere rosse, il colore del "sangue dei martiri"), verdi (il colore dell'Islam) e bandiere bianche decorate con slogan religiosi, oltre a ritratti del generale, piangendo e gridando "Morte all'America". Dopo un ulteriore trasferimento a Mashhad, i resti dell'alto comandante dei Guardiani della rivoluzione dovevano essere portati a Teheran. Tuttavia, la cerimonia è stata annullata a causa dell'enorme affluenza di persone. I Guardiani della Rivoluzione hanno fatto sapere che. "Considerando la gloriosa, intensa presenza del popolo rivoluzionario di Mashhad alla cerimonia per l'addio al grande generale Qassem Soleimani e visto che il programma continua, non è possibile tenere l'evento a Teheran", hanno fatto sapere i Guardiani della Rivoluzione, invitando le persone a partecipare alla funzione prevista all'università della capitale domani. Le spoglie di Soleimani saranno martedì nella città natale di Kerman per la sepoltura. È la prima volta che l'Iran rende onore a una persona singola con una cerimonia in varie città, che non era stata organizzata neppure per la morte di Khomeini nel 1989.
Tensione Washington-Teheran Diventa intanto sempre più aspro lo scontro tra Usa e Iran dopo l'uccisione del generale Soleimani.
"Se le forze americane vogliono rimanere in vita, dovrebbero evacuare le loro basi militari nella regione e andarsene", aveva detto il vice capo delle guardie rivoluzionarie, il generale Mohammadreza Naghdi. "Se l'Iran ci attacca - la risposta di Trump - gli Usa colpiranno 52 siti iraniani". Ogni azione militare degli Usa contro l'Iran sarà in linea col diritto internazionale. Lo ha assicurato il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, dopo che il presidente Donald Trump ha minacciato di numerosi obiettivi iraniani, tra cui anche siti culturali e storici. "Agiremo secondo la legge", ha detto all'emittente Abc, "ci comporteremo nel perimetro del sistema, lo abbiamo sempre fatto e lo faremo". L'Iran ricorre al consiglio di sicurezza Onu L'Iran ha fatto ricorso al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per l'uccisione di Soleimani. Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Abbas Mousavi. "Il ministero degli Affari Esteri ha già intrapreso misure politiche, legali e internazionali, anche a livello delle Nazioni Unite e del Consiglio di sicurezza", ha detto Mousavi in un briefing, come riportano le agenzie internazionali. Consigliere iraniano Khamenei: la risposta sarà militare La risposta dell'Iran all'uccisione del generale Qassem Soleimani sarà militare. Lo ha detto alla Cnn Hossein Dehghan, consigliere per la Difesa dell'Ayatollah Khamenei. "La risposta sarà certamente militare e verso i siti militari", ha detto. "Noi non abbiamo assolutamente cercato conflitti e non cercheremo conflitti", ha affermato Dehghan. "È stata l'America a iniziare il conflitto". Successivamente in una intervista alla Cnn Houssein Dehghan, uno dei più stretti consiglieri dell'ayatollah ali Khamenei ha ribadito che "la risposta dell'Iran sarà sicuramente militare e contro siti militari". Una replicando al tweet in cui Donald Trump afferma che tra i possibili obiettivi degli Usa ci sono anche siti culturali iraniani. L'ex comandante dei Guardiani della Rivoluziopne Mohsen Rezaei ha detto che la riposta dell'Iran includerà Haifa e centri militari israeliani. Mike Pompeo: "Molto probabilmente l'Iran attaccherà le truppe Usa" Il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha avvertito che probabilmente l'Iran proverà ad attaccare le truppe americane, dopo il raid Usa che a Baghdad ha ucciso il comandante Qassem Soleimani. "Pensiamo che ci sia una reale probabilità che l'Iran faccia un errore e prenda la decisione di assalire le nostre forze, forze militari in Iraq o soldati nel Nord-Est della Siria", ha detto il capo della diplomazia americana a Fox News. Le sue parole arrivano dopo che il consigliere militare della Guida suprema iraniana ha parlato di rappresaglia contro "siti militari". "Ci stiamo preparando a ogni genere di risposta", compresi attacchi informatici, ha poi aggiunto Pompeo nell'intervista a Fox. Gran Bretagna: Soleimani "era una minaccia" Sull'uccisione del generale iraniano Qassem Suleimani la Gran Bretagna "la pensa come gli Stati Uniti", ha dichiarato il ministro degli esteri britannico Dominic Raab parlando con Sky News. "Era una minaccia per la regione. Capiamo la posizione nella quale si sono trovati gli Stati Uniti. Hanno il diritto di difendersi", ha detto il ministro spiegando di aver parlato dei fatti con il presidente iracheno e i suoi colleghi di Francia e Germania. Riunione a Teheran su uscita da accordo sul nucleare L'Iran deciderà oggi le misure da intraprendere nella sua quinta fase di disimpegno dall'accordo sul nucleare, avviato come risposta al ritiro unilaterale degli Usa e al ripristino delle sanzioni. Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri, Abbas Mousavi, in un intervento televisivo, due giorni dopo l'uccisione in un raid americano a Baghdad del potente generale iraniano, Qassem Soleimani. "Riguardo la quinta fase, la decisione era gia' stata presa, ma considerando l'attuale situazione, saranno fatte alcune modifiche, in un importante incontro questa sera", ha riferito Mousavi. L'accordo sul nucleare è stato firmato dall'Iran e dalle potenze mondiali nel 2015 e Washington ha deciso di ritirarsi nel 2018.
"Se le forze americane vogliono rimanere in vita, dovrebbero evacuare le loro basi militari nella regione e andarsene", aveva detto il vice capo delle guardie rivoluzionarie, il generale Mohammadreza Naghdi. "Se l'Iran ci attacca - la risposta di Trump - gli Usa colpiranno 52 siti iraniani". Ogni azione militare degli Usa contro l'Iran sarà in linea col diritto internazionale. Lo ha assicurato il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, dopo che il presidente Donald Trump ha minacciato di numerosi obiettivi iraniani, tra cui anche siti culturali e storici. "Agiremo secondo la legge", ha detto all'emittente Abc, "ci comporteremo nel perimetro del sistema, lo abbiamo sempre fatto e lo faremo". L'Iran ricorre al consiglio di sicurezza Onu L'Iran ha fatto ricorso al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per l'uccisione di Soleimani. Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Abbas Mousavi. "Il ministero degli Affari Esteri ha già intrapreso misure politiche, legali e internazionali, anche a livello delle Nazioni Unite e del Consiglio di sicurezza", ha detto Mousavi in un briefing, come riportano le agenzie internazionali. Consigliere iraniano Khamenei: la risposta sarà militare La risposta dell'Iran all'uccisione del generale Qassem Soleimani sarà militare. Lo ha detto alla Cnn Hossein Dehghan, consigliere per la Difesa dell'Ayatollah Khamenei. "La risposta sarà certamente militare e verso i siti militari", ha detto. "Noi non abbiamo assolutamente cercato conflitti e non cercheremo conflitti", ha affermato Dehghan. "È stata l'America a iniziare il conflitto". Successivamente in una intervista alla Cnn Houssein Dehghan, uno dei più stretti consiglieri dell'ayatollah ali Khamenei ha ribadito che "la risposta dell'Iran sarà sicuramente militare e contro siti militari". Una replicando al tweet in cui Donald Trump afferma che tra i possibili obiettivi degli Usa ci sono anche siti culturali iraniani. L'ex comandante dei Guardiani della Rivoluziopne Mohsen Rezaei ha detto che la riposta dell'Iran includerà Haifa e centri militari israeliani. Mike Pompeo: "Molto probabilmente l'Iran attaccherà le truppe Usa" Il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha avvertito che probabilmente l'Iran proverà ad attaccare le truppe americane, dopo il raid Usa che a Baghdad ha ucciso il comandante Qassem Soleimani. "Pensiamo che ci sia una reale probabilità che l'Iran faccia un errore e prenda la decisione di assalire le nostre forze, forze militari in Iraq o soldati nel Nord-Est della Siria", ha detto il capo della diplomazia americana a Fox News. Le sue parole arrivano dopo che il consigliere militare della Guida suprema iraniana ha parlato di rappresaglia contro "siti militari". "Ci stiamo preparando a ogni genere di risposta", compresi attacchi informatici, ha poi aggiunto Pompeo nell'intervista a Fox. Gran Bretagna: Soleimani "era una minaccia" Sull'uccisione del generale iraniano Qassem Suleimani la Gran Bretagna "la pensa come gli Stati Uniti", ha dichiarato il ministro degli esteri britannico Dominic Raab parlando con Sky News. "Era una minaccia per la regione. Capiamo la posizione nella quale si sono trovati gli Stati Uniti. Hanno il diritto di difendersi", ha detto il ministro spiegando di aver parlato dei fatti con il presidente iracheno e i suoi colleghi di Francia e Germania. Riunione a Teheran su uscita da accordo sul nucleare L'Iran deciderà oggi le misure da intraprendere nella sua quinta fase di disimpegno dall'accordo sul nucleare, avviato come risposta al ritiro unilaterale degli Usa e al ripristino delle sanzioni. Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri, Abbas Mousavi, in un intervento televisivo, due giorni dopo l'uccisione in un raid americano a Baghdad del potente generale iraniano, Qassem Soleimani. "Riguardo la quinta fase, la decisione era gia' stata presa, ma considerando l'attuale situazione, saranno fatte alcune modifiche, in un importante incontro questa sera", ha riferito Mousavi. L'accordo sul nucleare è stato firmato dall'Iran e dalle potenze mondiali nel 2015 e Washington ha deciso di ritirarsi nel 2018.
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