@ - Il cardinale Bassetti contro la deriva protestantica e il "distruttismo" degli anti-Bergoglio. "Se a qualcuno non piace è libero di scegliere altre strade". Intanto il Papa incontra Saleh e ribadisce di voler andare presto in Iraq.
Lo chiama “sfogo”, ma se siamo arrivati a una simile reazione del presidente della Conferenza episcopale italiana (che è quella di cui in qualche misura fa parte il Papa in quanto vescovo di Roma), il cardinale Bassetti, che è uomo mite e attento a misurare le parole per natura e non solo per ruolo, vuol dire che il bicchiere è colmo.
E così Bassetti invita chi non solo non la pensa come Papa Francesco, ma non tralascia occasione per attaccarlo o minarne l’autorità, a “ fare altre scelte”.
Bassetti, incontrando i media a Perugia, in occasione dei festeggiamenti dei giornalisti per il patrono San Francesco di Sales, non la manda a dire sui continui attacchi al Papa.
“Se a qualcuno non piace questo Papa lo dica perché è libero di scegliere altre strade. Criticare va bene ma questo distruttismo no”, ha dichiarato l’ arcivescovo di Perugia-Città della Pieve.
“C’è troppa gente - ha aggiunto - che parla del Papa e a qualcuno io ho detto ‘fai la scelta di evangelico, se non ti va bene la Chiesa cattolica, se è troppo stretta questa barca’. I nostri fratelli protestanti non hanno né il Papa né il vescovo, ognuno faccia le sue scelte. Scusatemi per lo sfogo ma l’obiettivo di tutti deve essere quello di cercare risposte per il bene della Chiesa e dell’umanità”.
Insomma, Bassetti contesta la deriva protestantica che sembra
aver contaminato da Oltreoceano la Chiesa cattolica .
I “dubbi” contro Francesco sono partiti dall’esortazione apostolica Amoris Laetitia del 2016, ma sui social cattolici di destra si è arrivati a scrivere che è marxista, comunista, persino idolatra. Gli indios portano in Vaticano una statuetta amazzonica della Pachamama e un ipercattolico austriaco la ruba e la la butta nelle acque del Tevere. Il Papa parla della necessità di accogliere i migranti e lo si taccia di voler svendere l’anima della cattolicità a favore dei musulmani. Pubblica un’Enciclica sulla difesa del Creato e si risponde che il vero problema è lo scontro tra le civiltà. Sulla pedofilia, l’ex Nunzio apostolico negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò lo accusato di aver coperto l’ex cardinale ormai spretato McCarrick e lo ha invitato pubblicamente a dimettersi.
Francesco ha indetto un sinodo sulla possibilità di concedere - in casi del tutto eccezionali - il sacerdozio a uomini probi ma sposati, ed ecco che questa mossa viene vista come un cavallo di Troia per far sposare i preti (perché questa è stata la vera molla che ha innescato la dialettica polemica sui “due papi” e il libro uscito in Francia il 15 gennaio a doppia firma di Benedetto XVI e del cardinale Sarah).
Proprio questa mattina nell’udienza per l’apertura dell’anno giudiziario della Rota Romana Francesco ha ribadito che la Chiesa non può “rassegnarsi” ad essere “una Chiesa di pochi”, “non si può chiudere in un circolo di perfetti,” essere “solo lievito isolato” e un nuovo impulso alla pastorale può arrivare dalle coppie di sposi cristiani che con la loro vita testimoniano la fede. “L’azione apostolica delle parrocchie può illuminarsi della presenza di sposi”, come era nelle prime comunità cristiane, sull’esempio di Aquila e Priscilla (discepoli di San Paolo) che non erano “mai fermi, erano sempre in movimento, certamente con prole”, da come sono rappresentati nell’iconografia.
La necessità di una convivenza pacifica tra le differenti fedi in Iraq e la via del dialogo per far “prevalere la pace, la sicurezza e la stabilita’ della regione” sono stati i temi discussi dal Papa e dal Presidente iracheno Barham Salih, ricevuto in udienza questa mattina. In una nota sul sito della Presidenza irachena fa anche riferimento al fatto che Bergoglio e il Presidente hanno discusso della “possibilità di una visita del Papa a Baghdad e nella città di Ur, paese di nascita del patriarca Abramo”.
Era stato lo stesso Bergoglio, alcuni mesi fa, ad annunciare di voler visitare l’Iraq nel corso del 2020.
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