@ - A Santiago e in altre grandi città, dopo le proteste e i disordini cominciati venerdì per l'aumento del costo dei trasporti pubblici.
A Santiago, la capitale del Cile, è stato imposto il coprifuoco dalle 10 di sabato sera fino alle 7 di domenica mattina e l’esercito è stato massicciamente impiegato nelle strade della città per la prima volta dalla fine della dittatura, nel 1990. Il coprifuoco, che riguarda anche altre grandi città del Cile – come Concepción e Valparaíso – è stato deciso nell’ambito delle misure rese possibili dallo stato di emergenza, dichiarato venerdì dopo l’inizio delle violenze nelle proteste contro l’aumento del costo del trasporto pubblico a Santiago.
Le proteste erano iniziate circa una settimana fa iniziate dopo l’annuncio di aumenti dei biglietti della metropolitana di Santiago fino a 831 pesos cileni (circa 1 euro), ma venerdì erano diventate particolarmente violente. I manifestanti, per la maggior parte studenti universitari e delle scuole superiori, avevano attaccato diverse stazioni della metropolitana della città, accendendo fuochi, ribaltando auto parcheggiate e bruciando almeno un autobus. La polizia aveva risposto con cariche e gas lacrimogeni e venerdì notte il presidente del Cile Sebastián Piñera aveva dichiarato lo stato di emergenza a Santiago, garantendo poteri straordinari a polizia ed esercito e nominando il generale Javier Iturriaga responsabile delle operazioni.
Le manifestazioni sono però ricominciate anche sabato e anche in altre città del Cile, per protestare contro il crescente costo della vita. A Santiago sabato sera tre persone sono morte nell’incendio di un supermercato durante saccheggi e scontri con la polizia. Iturriaga ha deciso di usare centinaia di soldati per ristabilire l’ordine nelle strade e ha annunciato l’arrivo di altri 1.500 soldati nei prossimi giorni. Sabato sera ha infine imposto il coprifuoco a Santiago, con l’obbligo per tutti di rimanere in casa dalle 10 di sera fino alle 7 del mattino (finirà quindi a mezzogiorno ora italiana). Misure analoghe sono state poi decise in altre città o regioni del Cile, anche se con orari differenti. El Mercurio, uno dei giornali più importanti del Cile, ha scritto che intorno alla 3 di notte di domenica c’erano ancora centinaia di soldati in strada e qualche gruppo di manifestanti. Tra venerdì e sabato, dice BBC, sono state arrestate più di 300 persone.
Piñera – eletto nel 2017 dopo essere già stato presidente tra il 2010 e il 2014 – ha sospeso l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico e sabato in un discorso ha detto di aver “ascoltato umilmente” la “voce dei miei compatrioti”. È comunque improbabile che le manifestazioni si fermeranno: il sindacato degli studenti del Cile ha indetto uno sciopero generale per lunedì. Lo stato di emergenza potrà durare al massimo 15 giorni e potrà essere a quel punto rinnovato per non più di altri 15 giorni.
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