@ - Il cardinale Pietro Parolin accostato al patriarcato di Venezia, che negli ultimi 100 anni ha donato alla Chiesa tre pontefici. Ecco il discusso scenario
C'è aria di rimescolamento delle alte cariche in Vaticano: l'attuale segretario di Stato Pietro Parolin come possibile nuovo patriarca di Venezia, un'arcidiocesi che ha donato alla Chiesa più di un Papa.
Trattasi di una voce, che però inizia a circolare. E ci sono alcuni elementi che rendono plausibile questo scenario. Intanto l'attuale patriarca, mons. Francesco Moraglia, non verrà creato cardinale nel prossimo concistoro. Non è un fatto consueto che l'ecclesiastico incaricato in quella zona d'Italia non faccia parte del sacro collegio. Alla tradizione, per ora, non è stata data continuità. Può essere un segnale che anticipa una successione. Un discorso simile vale per l'arcidiocesi di Milano e per quella di Torino.
L'italiano selezionato da papa Francesco, l'unico, per il 5 di ottobre è monsignor Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna. Il Santo Padre, come rimarcato in più circostanze, non bada alla storicità delle diocesi quando si tratta di creare cardinali. Il "ministro degli Esteri" della Santa Sede, cioè Parolin, la dignità cardinalizia già la possiede. E questo può rappresentare un fattore da tenere in considerazione per il futuro Conclave. I cardinali elettori, in caso, non avranno bisogno di approfondire troppo la sua figura: Parolin è già conosciuto. Il cardinale Walter Kasper, teologo progressista, ha però lasciato intendere di recente come il pontificato dell'argentino non preveda marce indietro. Non è più il tempo dei papati conservatori.
Però la battaglia dottrinale è serrata, il "fronte conservatore" potrebbe mettersi di traverso nei confronti di un esponente troppo progressista, mentre il nome di Parolin potrebbe andare bene anche ai non bergogliani. C'è un'altra ipotesi che viene ventilata, quella che porta al cardinale Tagle, per una istituzione ecclesiastica che guarda all'Asia quale possibile bacino cattolico dell'avvenire. Ma quella dell'arcivescovo di Manila sarebbe una scelta decisamente riformista. L'alto ecclesiastico italiano, invece, è considerato più in linea con il passato. Si vedrà. Prevedere l'esito di un'elezione papale è quasi impossibile. Soprattutto perché, differentemente dalla politica, la data non è nota in anticipo. E poi, per chi crede, c'è la variabile dello Spirito Santo.
Esistono inoltre altre considerazioni, che sono state riportate anche dall'edizione odierna de La Verità. Tutte annotazioni che sembrano avvalorare la supposizione su Parolin come nuovo patriarca di Venezia. Una sfiora quello che sta accadendo dalle parti di Piazza San Pietro, con l'indagine che sta interessando anche alcuni uffici della Segreteria di Stato. Il Santo Padre avrebbe sì informato il ministro degli Esteri di quello che stava per accadere, ma "a poche ora dal blitz". E poi ci sono ulteriori dettagli di carattere geografico-familiare: Parolin è veneto, nello specifico vicentino. Il che contribuisce ad alimentare le voci di cui sopra. Pure il fatto che l'anziana madre risieda nella regione sopracitata viene valutato come elemento di rilievo.
Non è per forza detto che tutti questi indizi costituiscano una prova ma, come premesso, se ne dibatte. Con una punta di speranza per chi confida che il prossimo pontefice sia italiano: solo nel corso del 900' sono stati eletti tre papi provenienti dal patriarcato veneziano.
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