@ - Ci poniamo questo interrogativo alcuni giorni prima che la BCE concretizzi, ufficializzi e determini nei contenuti esatti la sua nuova manovra monetaria.
Del TLTRO già fissato da mesi sappiamo.
Del riacquisto di titoli attendiamo con trepidazione di sapere se si rivolgerà ancora una volta ai soli titoli di Stato o se finalmente ricomprenderà anche i bond corporate, titoli tossici compresi.
BCE e rendimenti negativi: cui prodest?
Detto dei primi due tasselli e in attesa di scoprire se nel famoso bazooka annunciato dalla BCE sarà compresa qualche sorpresa ci occupiamo dei rendimenti negativi.
Da ciò che filtra da Francoforte pare proprio che la BCE abbia intenzione, tra le altre cose, di abbattere ulteriormente il costo del denaro.
Di fatto rendendo i rendimenti ancora più negativi.
Dato l’esito disastroso delle politiche di questi anni viene da domandarsi che senso abbia.
La stessa necessità di ricorrere al cosiddetto bazooka è la migliore riprova che quanto fatto in precedenza non ha avuto gli effetti desiderati.
Ovvero dopo l’iniziale riuscita fase di salvataggio questa strategia monetaria ha portato l’economia europea a una pericolosa involuzione.
Involuzione che ora fa tremendamente rima con recessione.
La stessa forbice tra l’andamento dell’economia americana (ai record di crescita storici!) e quello fragilissimo dell’Unione Europea, ribadisce che la BCE qualcosa ha certamente sbagliato.
Rendimenti negativi: ormai sono più i danni che i benefici
Da qualche giorno si è appreso che il gigante tedesco Allianz non acquisterà più titoli di Stato tedeschi.
Si tratta di una protesta veemente quanto inusitata da parte di Allianz per bocca del suo Presidente Oliver Bäte.
Un atto di accusa nei confronti della politica monetaria della BCE colpevole di avere portato i tassi di interesse in territorio negativo già da diversi anni.
Basti pensare che in Germania l’intera curva dei titoli di Stato (addirittura compresi i bund trentennali) offre solo e soltanto rendimenti negativi.
Ovvio il risentimento di banche e assicurazioni per una situazione che rende difficile ogni remunerazione tranquilla dei depositi.
E il fastidio ormai è arrivato anche nell’area dei risparmiatori.
Ovviamente non stiamo parlando solo di un fenomeno tedesco, tutto il nord Europa paga dazio a questa politica monetaria concentrata soltanto sui livelli dei tassi di interesse.
Tra l’altro la questione va a coinvolgere anche paesi extra euro ma comunque membri dell’UE tra cui Danimarca e Svezia.
In Danimarca addirittura alcune banche si vedono costrette pagare interessi ai clienti che hanno in corso un mutuo,.
In Svezia la soluzione pare essere l’emissione di un bond a 100 anni che almeno abbia un rendimento positivo.
Insomma tornando al titolo di apertura: cui prodest? A chi giova questa politica?
Non sarebbe meglio optare per soluzioni più vicine al modello americano visti gli esiti più che positivi ottenuti in questi anni?
A cominciare dal ritiro dei famigerati asset tossici!
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