domenica 24 marzo 2019

Roma città bloccata: disoccupazione in crescita e grandi opere ferme

@ - I lavori partiti per riaprire la corsia centrale della via Tiburtina. I 38 nuovi bus in circolazione e gli oltre 200 autisti assunti (a partire da giugno). Gli interventi di rifacimento dell’asfalto in varie zone della città. Le multe a chi sporca la città abbandonando sacchi di spazzatura, vecchi mobili, elettrodomestici. Gli interventi di asfaltatura del manto stradale. L’avvio delle prove per l’assunzione di 71 nuovi giardinieri. L’apertura di due nuovi centri anti-violenza. Le 3mila sanzioni comminate agli operatori dei bus turistici irregolari.

Se si guarda alla pagina Facebook della sindaca di Roma Virginia Raggi non si ha l’impressione di una città immobile. Eppure, ad una analisi più attenta, l’impressione è quella di interventi solo di manutenzione e di decoro. Sembrano essersi perse le tracce del tavolo per Roma, annunciato all’inizio della consiliatura e basato su cinque «pilastri» di rilancio produttivo e strategico della città: competitività e innovazione, energia, mobilità sostenibile, interventi settoriali per occupazione e produzione, turismo.

Campidoglio, 100 gare in attesa di cantiere
Come anticipato oggi sul Sole 24 Ore, sono cento le gare avviate dal gennaio 2017 a oggi dalla giunta Raggi che non hanno ancora trovato l’apertura del cantiere. Lavori grandi e piccoli, nuove opere e (prevalentemente) manutenzioni, a rilento senza troppe distinzioni. Valgono un investimento di poco inferiore a 200 milioni di euro e sono la testimonianza della grande difficoltà del Campidoglio a far ripartire la macchina degli appalti nella capitale. A monitorare il quadro delle procedure in corso è l'Acer, l'associazione dei costruttori romani, che da mesi chiede un’accelerazione e ripropone la questione come centrale per la ripresa economica di Roma.

Disoccupazione in crescita
Se si guarda ai dati economici a Roma e provincia gli occupati sono aumentati di 9mila unità nell’ultimo anno. Ma nel settore delle costruzioni negli ultimi 3 anni ci sono stati 3mila occupati in meno (da 96mila nel 2015 a 93mila nel 2018). Nel 2018 i disoccupati a Roma sono 200mila, 9mila in più rispetto al 2017. Il tasso di disoccupazione è salito al 9,8% dal 9,5% del 2017 (a livello nazionale è sceso dall’11,2% del 2017 al 10,6% del 2018). Quanto all’export di Roma e provincia, nel 2018 è stato di 9,2 miliardi di euro, in aumento dello 0,7% a fronte di una media nazionale del +3,1 per cento.

Sistema Roma ancora sotto accusa
Non solo. Con l’arresto per corruzione del presidente M5s dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito, a quasi cinque anni dall'inchiesta Mafia Capitale
e a 9 mesi dalla prima parte dell'indagine condotta dalla Procura di Roma sul progetto dello stadio a Tor di Valle, ancora una volta la politica capitolina fa i conti col cancro della corruzione, questa volta svelando un presunto patto con alcuni importanti costruttori capitolini. Tutti gli arresti avvenuti il 20 marzo
nell’ambito di uno dei filoni dell'inchiesta sullo stadio della Roma, non riguardano però l’iter per l’impianto che dovrebbe sorgere a Tor di Valle ma tre progetti strategici urbanistici ancora fermi: l’ex stazione di Trastevere, la zona della vecchia Fiera e la riqualificazione dell'area degli ex Mercati generali in zona
Ostiense. Tutti procedimenti per i quali la sindaca ha chiesto di fare ulteriori accertamenti e “due diligence”.

Dagli ex mercati generali alla vecchia stazione di Trastevere
Il progetto di riqualificazione degli ex mercati generali affonda le radici in un progetto del 2003 lanciato dalla giunta Veltroni (la “Città dei giovani” dell’archi-star Rem Koolhaas). Un progetto negli anni profondamente rimaneggiato. Auditorium e spazi per gallerie sono stati cancellati e sostituiti da un mastodontico centro commerciale e una residenza per studenti affidati alla Lamaro dei fratelli Toti. Il via libera al progetto esecutivo è stato dato da Raggi lo scorso settembre. Il restyling della vecchia stazione di Trastevere prevede invece la creazione di un albergo a 5 stelle da parte del gruppo immobiliare di Giuseppe Statuto. Mentre per i sette ettari della ex Fiera di Roma sull’Ostiense, l’idea è quella di affidare al costruttore Luca Parnasi la costruzione di un «palazzo del basket».

Iter stadio va avanti
Quanto allo stadio, nel giorno dell’arresto del presidente del consiglio comunale capitolino, Marcello De Vito, il procuratore aggiunto Paolo Ielo ha precisato che «la Roma non è coinvolta nell’inchiesta e la Procura non chiederà di bloccare l’iter dello stadio». A fare il punto della situazione in casa Roma è stato il vicepresidente, Mauro Baldissoni. «Non siamo preoccupati per un eventuale rallentamento della pratica - ha detto - perché non ne vediamo alcun motivo dal punto di vista giuridico». «Dopo un anno e mezzo di conferenza dei servizi, pensare che possano esserci atti viziati è difficile e in effetti non si sono mai trovati, come sostenuto oggi dal pubblico ministero. La Conferenza dei Servizi è stata chiusa e approvata quindici mesi fa - ha ricordato a Sky Sport24 -. Sullo stadio della Roma, quindi, non possono esserci dubbi a livello amministrativo». Ed è atteso per fine maggio il via libera dell’assemblea capitolina alla variante urbanistica, propedeutica all’inizio dei lavori.

Le criticità su ambiente e rifiuti
Ma la situazione più critica è sul fronte dell’ambiente e dei rifiuti. Resta forte il deficit impiantistico. Già prima dell’incendio del Tmb Salario gli impianti aziendali coprivano meno del 25% del fabbisogno di trattamento dei rifiuti raccolti nella città di Roma. Il nuovo piano industriale approvato dal Cda di Ama a inizio gennaio punta ad abbattere la dipendenza da terzi dell'azienda capitolina prevedendo la realizzazione di 13 nuovi impianti (3 impianti per il trattamento degli scarti organici, 3 per il trattamento di plastica e metalli, 2 fabbriche dei materiali in sostituzione dei Tmb, 4 per materiali specifici - Raee, terre di spazzamento, materassi, pannolini - e 1 per la vetrificazione degli scarti di trattamento).

L’azzeramento del Cda di Ama
Dopo il “terremoto” innescato dalla bocciatura del bilancio Ama, con le conseguenti dimissioni dell’assessore all’ambiente Pinuccia Montanari (contraria alla bocciatura) non solo quest’ultima non è stata rimpiazzata in giunta, ma la sindaca ha firmato il 18 febbraio un’ordinanza con cui ha revocato l’intero consiglio di amministrazione della municipalizzata dei rifiuti di Roma, compreso Lorenzo Bagnacani, presidente e amministratore delegato della società. Una decisione adottata, dopo aver «preso atto» dei disservizi e del mancato raggiungimento da parte della governance degli obiettivi prefissati. Tra le “colpe” imputate alla Montanari dall’assessore capitolino al bilancio Gianni Lemmetti quella di aver fatto scendere la raccolta differenziata dal 41 al 39 per cento. Mentre perplessità ha suscitato anche l’idea lanciata dall’allora assessore Montanari, vista la difficoltà di affidare i bandi del verde, di usare le pecore o le capre come 'tosaerba' naturali nei parchi e nelle grandi ville di Roma, che presentano spesso erba alta e aiuole incolte.

Da sottolineare che i rimpasti, gli addii e le sostituzioni sono stati una costante di tutta l'attività di Virginia Raggi, arrivata ormai al traguardo dei tre anni come sindaca della Capitale: tra cambi d’incarico o persone sollevate dai propri compiti sono state coinvolte quasi 30 persone.

La crisi di Atac e le funivie in standby
Non mancano infine i problemi anche nel settore trasporti. In pesante crisi finanziaria, l’azienda dei trasporti Atac è in concordato preventivo, dopo che è passata l’operazione destinata a ripulire il bilancio della società di 1,4 miliardi di debiti (di cui 516,8 milioni con il socio unico Roma Capitale, che nel piano sarà postergato, cioè rimborsato dopo tutti gli altri creditori). In standby anche il progetto delle tre funivie: alla linea annunciata già in campagna elettorale per collegare Battistini a Casalotti, si è aggiunta quella Magliana-piazza Civiltà del lavoro a Sud e quella Ionio-Bufalotta a nord. Il tutto all’interno di un piano urbano della mobilità sostenibile che non decolla.

Nessun commento: